La seconda parte dell’intervista a Ilaria Tachis, figlia del famoso enologo Giacomo Tachis pietra miliare della storia dell’enologia e della produzione vitivinicola italiana.

Ilaria Tachis racconta suo padre, il grande enologo Giacomo Tachis

 

👉 Leggi qui la prima parte dell’intervista a Ilaria Tachis 👈

 

Cosa è accaduto dopo la nascita del Sassicaia?

Ilaria Tachis: “Bhè sono successe molte cose. Inizialmente il Sassicaia veniva distribuito dai Marchesi Antinori, è per questo che mio padre venne mandato a lavorare presso la “Tenuta San Guido” della famiglia Incisa della Rocchetta. Quando l’azienda passò da Mario a Nicolò Incisa della Rocchetta il vino iniziò ad essere distribuito direttamente dalla “Tenuta San Guido” e il Marchese Antinori fu davvero nobile nel lasciare che mio padre continuasse a seguire la Tenuta San Guido produttrice del Sassicaia.

I Marchesi Antinori ed i Marchesi Incisa della Rocchetta non hanno mai avuto una competizione diretta: tra grandi marchi, soprattutto provenienti dalla stessa regione, l’unione fa la forza. L’eccellenza valorizza il territorio, donandogli forza e lustro.

Il Sassicaia è un vino toscano d'eccellenza; nato a Bolgheri negli anni '40,oggi è uno dei migliori prodotti tipici della Toscana

Giacomo Tachis e la Sardegna, la nascita del Turriga della Cantina Argiolas

Ilaria Tachis: “Per vari anni il babbo ha collaborato con la famiglia Argiolas, sicuramente la più grande produttrice vinicola in Sardegna, creando un vino molto particolare dal gusto inconfondibile, fatto con Carignano del Sulcis ed altri uvaggi sardi: una vera esplosione di essenze mediterranee.

Sempre dalla Sardegna arriva un altro vino eccellente a cui il babbo è fortemente legato, che si chiama Terre Brune della Cantina Sociale di Santadi.

 

Bottiglia di Terre Brune della Cantina Santadi, cino creato dall'enologo Giacomo Tachis

L’ultima creazione di Tachis: Barrua, il “Sassicaia di Sardegna”

Ilaria Tachis:”Il Barrua, agli inizi degli anni 2000. Anche questo è un vino sardo, prodotto da una join venture composta da: Cantina di Santadi, Tenuta San Guido e il Dott. Sebastiano Rosa, figliastro del Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta e la famiglia Incisa della Rocchetta. Inoltre, una parte delle quote è stata donata al babbo dalla Cantina Santadi come riconoscimento per il fantastico lavoro svolto. Il Barrua viene definito il ‘Sassicaia della Sardegna‘.

Mio padre ha sempre adorato questa terra; è nato in Piemonte, ma in realtà il suo spirito è mediterraneo. Da una certa età in poi smise di prendere consulenze al Nord, le accettava solo, come diceva lui: – Dalla Toscana in giù, io al freddo non ci voglio andare! –. E infatti, altro suo grande amore è stata la Sicilia“.

 

Il famoso enologo italiano Giacomo Tachis, creatore

Quali sono i vini siciliani creati da Tachis?

Ilaria Tachis: “Ha firmato il Ben Ryè, il famoso Passito di Pantelleria di Donna Fugata. Con la stessa azienda ha creato il Mille e una Notte, un lavoro a quattro mani con la moglie del Dott. Rallo e per vari anni è stato il consulente del Duca di Salapaluta. Infine ha prestato i suoi servizi all’Isituto Vite e Vino della Sicilia: parte della rinascita del vino siciliano è dovuta a questa collaborazione.

Una delle cose che diceva sempre ai siciliani era: –Perché vendete i vostri vini ai francesi, quando in realtà avete dei prodotti eccezionali e potete creare voi stessi dei grandissimi vini siciliani?-. Come ti dicevo prima, il Mediterraneo era al centro delle sue attenzioni. Una sola volta ha collaborato alla creazione di un vino del Nord, nello specifico il famoso San Leonardo, vino trentino, del Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga che è stato servito qualche tempo fa al Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama“.

 

L'etichetta del Ben Ryé il Passito di Pantelleria di Donnafugata

Altra grande passione di Giacomo Tachis era il Vin Santo Toscano, confermi?

Ilaria Tachis: “Assolutamente sì, ha scritto un libro sul vin santo e si è divertito a creare L’Occhio di Pernice, fatto con uve di Sangiovese, quindi uve rosse, oltre che alle più classiche uve bianche di trebbiano e malvasia.

Purtroppo il vin santo non sempre è riuscito a riprendere il posto che si meriterebbe in Toscana e spesso viene considerato un semplice vino dolce svenduto a prezzi irrisori“.

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Un caratello di Vin Santo, il vino da dessert toscano per eccellenza

Oltre al vino, tuo padre ha avuto altre grandi passioni?

Ilaria Tachis: “Direi che il vino è stato la sua grande passione della vita, ma il suo era un amore che nasceva dalla terra, dalla cultura del territorio. Amava il vino come intreccio di storia, scienza, tecnica, biologia.

Avevamo una biblioteca enorme di libri antichi sulla storia e l’archeologia del vino che il babbo ha deciso di donare alla Fondazione Chianti Banca con la clausola che i libri rimangano per sempre nel Comune di San Casciano in Val di Pesa e che venga inserita nel cicuito ISBN: i libri saranno online e usufruibili da qualunque parte del mondo. Insieme ai libri sarà possibile consultare anche gli appunti e tutti i faldoni del babbo. Dunque vino, territorio, storia, letteratura, e tra i vari scrittori aveva un particolare amore per Pirandello“.

 

Giacomo Tachis ha rivoluzionato il mondo del vino toscano creatore, insieme ai Marchesi Antinori del Tignanello e del Sassicaia.Intervista a Ilaria Tachis

Ilaria Tachis, enologa di successo

Ilaria Tachis: “Sicuramente il babbo mi ha trasmesso l’amore per la terra e i suoi frutti e nel ’94 ha deciso di comprarmi questa casa dove ci troviamo ora io e te, con un ettaro di vigna. Nel 2002 abbiamo estirpato la vecchia vigna per piantarne una nuova composta da Sangiovese e Merlot.

Nel 2007 è nato il mio primo genito, Riccardo, e per la prima volta abbiamo prodotto il nostro vino (prima le uve venivano vendute, ndr) e l’abbiamo chimamato Pargolo vinificando le uve al Castello di Rampolla e producendo un Chianti Classico DOCG. Adesso che è arrivato anche il secondo figlio, Niccolò, abbiamo iniziato a produrre anche un altro vino, lo abbiamo chiamato Paggio, in onore dei capelli biondi di Niccolò che sembra un paggetto.

Prima che mio padre si ammalasse gravemente mi disse: – Con i soldi che ti lascio, compra altre vigne, perché la terra non ha mai tradito.- Quindi, 2 anni fa, insieme a mio marito abbiamo acquistato altri 7 ettari e abbiamo l’intenzione di aprire una cantina, seguendo gli insegnamenti che mio padre mi ha lasciato.

Ogni giorno che passa il legame che ho con la terra diventa sempre più forte; quando pianti un seme e vedi crescere la pianta, l’emozione è fortissima e la percepisci come una tua creatura da curare e amare con tutto lo spirito. Mio padre era una persona di animo nobile ed io, ogni giorno, tento di onorarlo al meglio delle mie possibilità“.

 

Ilaria Tachis riceve il Pegaso d'Oro per suo padre, l'enologo Giacomo Tachis

Sono davvero felice e orgoglioso di aver conosciuto Ilaria Tachis e aver parlato di suo padre, Giacomo Tachis, l’uomo che ha fatto della Toscana e dei suoi vini un’eccellenza riconosciuta da tutta il mondo, con passione, dedizione, ingegno e puro amore per la terra.

 

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