2 / 7 – Libri ambientati in Toscana dove la bellezza dei luoghi fa da sfondo a grandi avventure

Dumas e la sua Montecristo

Dumas arrivò a Montecristo nel 1842, in compagnia del nipote di Napoleone Bonaparte. Se ne innamorò immediatamente e pensò che fosse “fantastica e solitaria, profumata di timo e ginestra“. Un’isola che raggiunge i 645 metri d’altezza, e che è la più lontana dalla terraferma tra tutte quelle dell’Arcipelago Toscano. Facile allora comprendere come possa essergli venuta in mente d’inserirla nella trama del libro: misteriosa e inaccessibile, Dantes trova proprio in questo gioiello del Tirreno il tesoro di cui gli ha parlato l’abate, diventa il conte proprietario dell’isola, e da lì in poi inizia la sua terribile vendetta, molto ben architettata, contro chi ha voluto la sua prigionia.

Il romanzo fu pubblicato a puntate a partire dall’agosto del 1844 sul «Journal des Débats» e riscosse subito un successo planetario. Un classico letterario che tra l’altro si presta bene anche al racconto cinematografico, tanto che la versione più famosa è quella del 1998, con Gérard Depardieu nel ruolo principale.

Per approfondire: Quando Alexandre Dumas sbarcò all’Elba e nacque “Il Conte di Montecristo”

"Il Conte di Montecristo" nasce durante un viaggio di Alexandre Dumas padre con il futuro Napoleone III tra le isole dell'Arcipelago toscano di cui, in foto, si vede Montecristo all'alba

2. Camera con vista, di E.M. Forster (1909)

Pubblicato per la prima volta nel 1909, il romanzo dello scrittore inglese E.M. Forster narra un pezzo di vita di Lucy Honeychurch, giovane donna dell’alta borghesia britannica che visita l’Italia sotto la guida di sua cugina maggiore, Charlotte. Il loro alloggio a Firenze si affaccia sull’Arno, ed è impreziosito da una vista idilliaca e romantica che da allora ha attirato molti lettori-viaggiatori. Entrano poi nella storia altri ospiti, Mr. Emerson e suo figlio George che, insieme a Lucy e Charlotte, organizzano picnic nella campagna fiorentina ed escursioni per andare ad ammirare alcune delle principali attrazioni della città.

La trasposizione cinematografica di James Ivory

Rimane senz’altro scolpita nella mente la raffinata trasposizione cinematografica di James Ivory, del 1986, con Helena Bonham Carter e Julian Sands nei panni dei due protagonisti (che nel 2016 sono tornati a Firenze per festeggiare i 30 anni dall’uscita del film), e le indimenticabili note di O mio babbino caro, dal Gianni Schicchi di Puccini, che aprono la sequenza iniziale e che nell’immaginario collettivo degli inglesi sono indissolubilmente legate al nostro Paese.

Ma com’era la Firenze di Camera con vista? Scoprilo a pagina 3

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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