23 Novembre 2014 2017-03-16T13:13:45+01:00 Aleandro Roncarà: Pop Art Made in Tuscany! TuscanyPeople Michela Niccoli Share: Aleandro Roncarà, Pop Art and Pop Heart too in Tuscany! Murales, quadri, installazioni, accessori, trapunte, poltrone, borse, gadgets, t-shirt! Aleandro Roncarà, un’ invasione di colori e forme tondeggianti che non ha confini! Vediamo quando, dove, come e perché! Quando vent’anni fa andavo, almeno due volte a settimana, a mangiare la pizza dal Ronca (al secolo Aleandro Roncarà), già si vedeva affiorare in lui una creatività esplosiva. Dall’arredamento del locale alle pareti colorate, dall’approccio con i suoi ospiti fino agli eclettici menù, tutto era condito da fantasia ed entusiasmo, un mix contagioso, contorno di sorrisi, bocconcini d’ironia e frittura di barzellette! Ma chi è e come nasce questo giovane ragazzo (una cena e siamo pari… forse!) dal nome così originale e inconfondibile che sembra già segnato a diventar famoso? Aleandro Roncarà nasce nel 1967 ad Orbetello, nella Maremma Toscana, in una famiglia di ristoratori. Quando i suoi genitori comprano Egisto (il suo ristorante) e si trasferiscono a Montecatini, Aleandro ha 5 anni. A 14 anni crescendo a vista d’occhio, comincia a giocare a basket e a farsi conoscere sul campo. Gioca nella Panapesca e nella Sharp a Montecatini, a Chieti e poi a Senigallia, ma quando nel ’93 i suoi genitori decidono di chiudere l’attività, lui posa la palla e torna a Montecatini, deciso a subentrare nella gestione del ristorante di famiglia, portandolo in pochi anni ad essere il locale più frequentato dai giovani montecatinesi. Nel ’97 diventa padre di Carlotta e, visto il successo delle sue torte-dessert, apre una pasticceria con il nome della figlia. Nel 2001 arrivano a ruota i gemelli Lupo e Brando (e se qualcuno aveva dei dubbi sull’originalità…) Aleandro si sente in primo luogo “babbo fenomeno”, dice, poi artista, ristoratore, stilista, designer…e barbone visto il suo attuale look! Ale ormai ti si vede ovunque, dai murales a Formentera alle etichette di vino…ma come hai cominciato ? Io ho sempre disegnato ovunque, è sempre stata la mia passione. I miei compagni di scuola dicono di avere i diari pieni dei miei fumetti. Fumetti dal tratto nero…poi fu mia figlia che a 8 anni mi disse che i miei disegni erano bellissimi e che dovevo farli per il nostro ristorante: non avevo mai usato un colore in vita mia (!)… ho provato e ha funzionato. Ho iniziato con due o tre prove, ingrandendo dei fumetti americani degli anni 70 per degli amici, su legno: venivano bellini, ma erano copie. Dopo ho disegnato soggetti miei, sai come funziona: il primo quadro piace e lo regali ad un amico, il secondo te lo chiedono e lo vendi, ad una sciocchezza, ma lo vendi. Così mi son guardato un po’ dentro e ho trovato un sacco di personaggi che erano parcheggiati lì, pronti a prendere vita: avevo la fortuna di poter esporre ciò che volevo nel ristorante e da lì sono partito. Secondo me nel tempo ti sei ammorbidito, con tratti più tondeggianti, andando verso un realismo che non avevi mai espresso: penso a Lucca e alla Torre Guinigi Sicuramente i primi quadri erano ignorantissimi, poi dovendo fare una mostra alla fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca, ho voluto fare una sorta di omaggio alla città: mi piace prendere spunto dalla realtà. Ale cos’è Mondorondo ? Mondorondo è un mondo fantastico dove vivono i personaggi dei miei fumetti: Re blu, Centomini…L’ispirazione è stata un omino di Montecatini che si chiamava così, era piccolo ma molto intelligente, aveva fatto i suoi soldi e aveva un gran successo con le donne. Così è nato Centomini, un piccolo uomo con molto potere, il consigliere di Re Blu, padre della principessa Piff che nel tempo è diventata Dixie. Lui ha un sacco di caratteristiche simpatiche, non ha espressioni nel viso, non sopporta la cravatta ma per legge la deve mettere, è il migliore amico della principessa, sa tutto di tutti. Mi piace un sacco, è piccolo ma ha la forza, la saggezza e l’intelligenza di cento uomini. E Odiolerotonde cos’è? E’ il mio sito e la mia prima firma : IHO che è : “I hate roundabout”, ovvero “Io odio le rotonde”. E’ nato da una battuta di un cliente di Egisto, mi piacque e cominciai a firmarmi IOLR (Io odio le rotonde), poi diventò IHO: “I hate O”, mettendo la “O” come rotonda invece di “R” come “roundabout”; era difficile però da spiegare e da comunicare e alla fine sono tornato al mio nome, Aleandro Roncarà, anche più facile da identificare. C’è qualcuno che lavora con te? C’è Marco Melani, un carissimo amico di Pistoia. L’ho conosciuto come cliente del mio ristorante, poi mio collezionista, poi mio amico e poi mio curatore! Viaggiamo in simbiosi e ci confrontiamo giornalmente su tutto. Marco si propone in maniera vincente, è bravissimo, ha molto tempismo e non ti molla mai. Abbiamo avuto molti contatti grazie a lui: io li trovo e lui li sviluppa. In quali gallerie sei attualmente? Sono allo Spazio San Giorgio a Bologna, da Freco Arte a Firenze e ad Arte Barbato a Scafati (BN), in Costa Smeralda e in Costa Azzurra. Recentemente sono stato alla Terrazza Aperol e al Circle a Milano. L’anno scorso ho fatto una bellissima personale a Pisa, nel palazzo sopra alle Logge nello stesso periodo della mostra di Warhol, di conseguenza ho avuto qualche decina di migliaia di visitatori anch’io! Ho partecipato due volte all’ AAF, Affordable Art Fair in centro a Milano, una fiera per artisti emergenti. Bellissimo vedere com’è frizzante l’aria quando c’è gente da tutto il mondo che gira e centinaia di persone in fila a pagare il biglietto e mi hanno organizzato la prima mostra condominiale in Italia, in un palazzo a Milano. Infine, spesso faccio workshop per bambini dove disegno con loro. Ho esposto in molte fiere del settore, ho girato tanto e conosciuto molte persone. I contatti con galleristi e con pittori sono fondamentali; io non dimentico mai nessuno e coltivo molto i rapporti e agli altri questo fa piacere. Tra artisti ci scambiamo quadri ed è una gran soddisfazione il fatto che un pittore venga da te e ti proponga di fare uno scambio: è una cosa che ti unisce molto agli altri artisti. I tuoi quadri sono simili l’uno all’altro, ma sicuramente tutti diversi, vero? Si, lo stesso soggetto posso farlo anche tre volte, ma con colori differenti (spesso li scelgono Lupo e Brando) e poi una tecnica che uso spesso è quella del close up, l’ingrandimento di un’immagine su un solo dettaglio. Da un disegno ci ricavo anche quattro o cinque quadri dove mostro solo un particolare di un soggetto. Mi piace che le persone debbano cercare di identificare il soggetto in base ad un dettaglio. Concludendo Ale, vedo navi, stelle, cuori, alberi, pesci, mani: c’è un significato in tutto questo? Non ho spiegazioni logiche Michela: mando libere testa, cuore e matita. Salutando Aleandro ripenso al suo percorso, a quanto sia sano seguire la propria natura e le proprie attitudini; comunque vada non può che far bene a noi e a chi ci sta “d’intorno”, come si dice in Toscana…e poi ironia, allegria e molta positività. E via andare! Share: Informazioni sull'autoreMichela NiccoliBlogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/aleandro-roncara/" width="100%" count="on" num="3"]