15 Maggio 2019 2019-11-28T19:20:16+01:00 Quando Alexandre Dumas sbarcò all’Elba e nacque “Il Conte di Montecristo” TuscanyPeople Silvia Leone Share: Parliamo di Alexandre Dumas e inevitabilmente pensiamo subito a quella che è, probabilmente, la sua opera più celebre: “Il Conte di Montecristo”. Sapete come nacque l’idea di ambientare il romanzo proprio in quest’isola meravigliosa e selvaggia? Fu nel corso di un viaggio molto particolare. Destinazione? Isola d’Elba. Quando Alexandre Dumas sbarcò all’Elba Nel corso della sua vita, Alexandre Dumas padre, uno degli scrittori più celebri del XIX secolo, organizzò diversi viaggi in Italia. Uno dei più significativi fu senz’altro quello in Toscana, dove restò dal 1840 al 1842. In quel periodo, i molti francesi di passaggio nel nostro Bel Paese facevano tappa a Firenze e lì si riunivano nel salotto di Villa Demidoff, di proprietà del principe russo Anatoli Demidoff e della moglie Matilda Bonaparte, figlia del più giovane dei fratelli di Napoleone, il principe Jérôme. Costui era legato da una profonda stima e amicizia a Alexandre Dumas e in una di queste riunioni gli confessò che avrebbe voluto fosse proprio lui ad accompagnare suo figlio, l’ormai ventenne Luigi Napoleone (o “Plon-Plon”, come lo chiamavano in famiglia), nel viaggio di formazione che aveva ideato per completare la sua educazione. Un itinerario che non poteva non comprendere un “pellegrinaggio” nel luogo d’esilio del suo glorioso zio, l’Isola d’Elba. Un invito che Alexandre Dumas non poteva certo declinare. Il viaggio di Alexandre Dumas verso l’Elba All’alba dei suoi quarant’anni, Dumas partì insieme al rampollo di casa Bonaparte (il futuro Napoleone III) alla volta di Livorno. Arrivati al porto, però, non trovarono nessuna nave – né passeggeri, né mercantile – che facesse rotta verso l’isola. L’unica soluzione era noleggiare una barca o un piccolo battello, equipaggio compreso. Ne trovarono uno dal nome non proprio beneaugurante: “Le Duc de Reichstadt”, come il figlio che Napoleone ebbe con Maria Luisa d’Austria, poi morto in giovane età. Infatti, poco dopo la partenza, la barca si ritrovò nel bel mezzo di una tremenda tempesta e finì fuori rotta, trascinata dal vento e dalle onde verso le coste maremmane. Riuscirono ad arrivare in vista di Portoferraio soltanto alle prime luci del giorno successivo. Era il 28 giugno 1842. Un soggiorno illuminante Il letterato e il giovane principe restarono all’Elba non più di una decina di giorni. Abbastanza, però, per visitare le ville che avevano ospitato l’illustre parente del Bonaparte, per esplorare le miniere di ferro di Porto Longone e dedicarsi a qualche battuta di pesca al tonno. Sin dal loro arrivo, furono accolti con tutti gli onori dalle autorità e con grande calore dagli stessi isolani, ancora molto legati al ricordo del loro Imperatore. Se altrove Napoleone era visto come un conquistatore, per l’Isola d’Elba e i suoi abitanti rappresentò senza dubbio un’inaspettata fonte di prosperità. Nelle Causeries, dove viene riportato il resoconto della sua avventura elbana, Alexandre Dumas scrisse: «Visitammo l’isola in tutti i suoi particolari, in mezzo ad una festa continua. Napoleone è un Dio per gli elbani. Egli ha fatto per loro, durante i nove mesi in cui è stato sovrano dell’isola, più di quanto Dio abbia pensato di fare per far sorgere l’Elba dal fondo del mare. Prima di lui, gli elbani non conoscevano che Dio; dopo di lui conobbero Dio e Napoleone». Montecristo, un’isola da romanzo Un giorno, in onore del giovane principe, venne organizzata una caccia alla pernice nella riserva napoleonica di Pianosa, «piccola isola che deve il suo nome alla sua pochissima elevazione sul livello del mare», scrisse Dumas. È qui che lo scrittore scorge in lontananza un profilo brullo, quasi uno scoglio, dalla singolare forma di un “cono”: l’isola di Montecristo. Dumas non l’aveva mai sentita nominare. Seppe dalle guide che era deserta, abitata solo da greggi di pecore. Un alone di mistero che non poteva non stuzzicare la sua fervida immaginazione. L’indomani, navigarono nella sua direzione e il fascino che emanava, man mano che si avvicinavano, si faceva sempre più seducente. Purtroppo, proprio perché disabitata, l’isola era sottoposta a contumacia, a causa della quale chiunque vi fosse sbarcato avrebbe poi dovuto subire, una volta tornato in porto, un periodo di quarantena. Arrivato in prossimità di Montecristo, quindi, Alexandre Dumas non poté sbarcare, ma decise comunque di fare un giro completo dell’isola, per avere ben chiara la sua posizione geografica. Quando il principe gli chiese perché, Dumas annunciò solennemente che avrebbe ambientato proprio lì, su quell’isola bella e selvaggia, il suo prossimo romanzo. E così avvenne, in un certo senso: Il Conte di Montecristo fu completato due anni dopo il viaggio all’Isola d’Elba e pubblicato poi a puntate nel 1846. Siamo tutti appassionati di storie e leggende. Ne sai una anche tu? Perché non ce la racconti? Potremmo pubblicarla insieme ad altre. Scrivici. Narratore toscano in cerca di visibilità? Clicca qui Riproduzione Riservata ©Copyright TuscnayPeople Share: Informazioni sull'autoreSilvia LeoneBlogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/alexandre-dumas-conte-di-montecristo/" width="100%" count="on" num="3"]