3 / 9 – La Maremma: dall’inferno della palude al paradiso della bonifica

👉La bonifica della Maremma👈

📍 La formazione della palude nell’Alto Medioevo

Nell’Alto Medioevo l’innalzamento dei tomboli, i cordoni d’acqua costieri, iniziò a causare il ristagno delle acque dei fiumi, provocando l’impaludamento della parte bassa del territorio e il suo conseguente spopolamento. Così il “pingue granaio d’Etruria”, com’era nota la florida Maremma fin dall’epoca etrusco-romana, subì una profonda crisi.

La Maremma si trasformò in una palude malsana e inabitabile, ammorbata dalla malaria che si trasmette con la puntura della zanzara anofele. Inoltre la terra poco fertile, il fenomeno del brigantaggio, e le terribili invasioni di cavallette che si successero dall’inizio alla fine del ‘700  distruggendo anche quei pochi, miseri, raccolti, contribuirono a costruire l’immagine d’un’area mortale e desolata da cui, chi poteva, fuggiva a gambe levate.

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📍La grande bonifica del Granduca Leopoldo II

Finché, il 27 aprile 1828, il Granduca di Toscana Leopoldo II emanò l’editto in cui si ordinava la bonifica della Maremma a spese dello Stato. Cinquemila operai lavorarono duramente a quella che passò alla storia col nome di “grande bonifica della Maremma”.

Diretti dal cavaliere Alessandro Manetti, ma soprattutto guidati dall’esperienza di Giuseppe Mazzanti – detto “il fattore di Bolgheri” –, abilissimo a osservare il movimento delle acque durante le piogge, si riuscì a incanalare la corrente dell’Ombrone in un modo che rese fertili vasti campi fino ad allora paludosi.

Da allora, nonostante il brigantaggio creasse ancora problemi agli abitanti, la Maremma conobbe una nuova fase di prosperità che, cent’anni dopo l’editto di Leopoldo II, culminò nel decreto mussoliniano che ne ordinava la bonifica “integrale”.

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📍La bonifica nel Ventennio fascista

L’opera fu principalmente idraulica, ma non solo. Con la partecipazione dell’Opera nazionale Combattenti vennero introdotte nuove razze bovine e nuove colture di qualità. Furono inoltre potenziate le infrastrutture, inoltre si favorì l’immigrazione di contadini veneti che lavorassero la terra.

È qui che la Maremma cambiò definitivamente volto e che lentamente, con la successiva colonizzazione post-bellica, si trasformò nella meravigliosa terra che oggi tutti ammiriamo.

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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