5 / 6 – Momenti di profonda ascensione etilica

Aria di Caiarossa: l’ultimo nato

Aria di Caiarossa nasce nel vigneto di Nocolino (comprato nel 2010), un territorio particolare con un suolo ricco di materiale vulcanico che conferisce al vino grande mineralità. È un prodotto tipico della costa toscana, stile bolgherese, un blend di cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, syrah, e anche un po’ di grenache, che invecchia in barrique (dal 2019) – anche se noi assaggiamo l’annata 2015 che faceva anche tonneaux – per 14-16 mesi in botti di legno nuovo (15%) e di secondo e terzo passaggio. Avvolgente al palato, profumato, speziato, con note balsamiche. Di ottimo livello.

La terrazza della sala degustazioni di Caiarossa

Per inciso, il team di Caiarossa

Roberta ci tiene a specificare che qui ognuno ha il proprio ruolo ma si lavora sempre in team. Non esiste l’enologo superstar, ma un gruppo unito, affiatato, che si confronta di continuo prendendo decisioni condivise. Parliamo di Marco Lipparini, l’enologo interno; di Francesco Villa, enologo ma soprattutto agronomo; del direttore tecnico Jerome Poisson, il file rouge tra Caiarossa e Chateau Giscours; e di altri due consulenti francesi che li aiutano a crescere. Non si privilegia, dunque, lo stile personale di un uomo che si eleva su tutti, ma lo stile di Caiarossa. Questa è una delle parti più importanti della loro filosofia.

Sua Maestà Caiarossa

Eccolo qui in tutto il suo splendore. È il loro flag-wine, il vino bandiera, il miglior biglietto da visita dell’azienda, dal 2015 tra i primi e pochissimi vini italiani venduti e distribuiti attraverso la Place de Bordeaux. Caiarossa è la loro visione del vino prodotto in questo territorio: ogni anno tutt’è e sette le varietà devono essere rappresentate, anche in minima percentuale. Parliamo quindi di un blend di merlot, cabernet franc, cabernet sauvignon, syrah, sangiovese, petit verdot e grenache. Per quanto riguarda l’invecchiamento, Caiarossa fa tonneaux e barrique, con un 30% di legno nuovo e, per il resto, botti di secondo passaggio. Assaggiamo l’annata 2010, elegantissima, fresca. Inoltre, avendo già qualche anno sulle spalle, si sentono di più i terziari, con note di caffè e cacao. In bocca è molto meno pieno di Aria di Cairossa, più verticale, molto lungo. Senz’altro qui si raggiunge l’eccellenza.

Chiudiamo in dolcezza all’ultima pagina

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
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