13 Gennaio 2016 2020-02-12T12:25:18+01:00 Il Carnevale della Mea e il fuoco del Bel Pomo TuscanyPeople Alessio Mariani Share: Il Carnevale della Mea a Bibbiena, in provincia di Arezzo, è uno degli eventi carnevaleschi più belli della Toscana. Legato ad una antichissima tradizione, il Carnevale della Mea porta nel paese canti, balli, cortei storici e una diffusa e palpabile aria di festa. Carnevale della Mea a Bibbiena: la festa che sospende lo scorrere del tempo Ogni mattina del lunedì, prima di tornare agli studi o al lavoro, è particolarmente semplice comprendere la distinzione, assai studiata da storici ed antropologi, tra la temporalità usuale, veloce ed irreversibile e quella dei giorni di festa, dove omogeneità e irripetibilità sono sospese. Quello che abbiamo appena scritto sembra una “supercazzola“, come diceva qualcuno, ma in realtà è la pura verità. In ogni cultura del mondo le feste sono infatti momenti magici, durante i quali il tempo sembra scorrere in maniera completamente differente e, possiamo assicurarvi che al Carnevale della Mea (scopri dove si trova Bibbiena), questo particolare evento è particolarmente vero: sarete letteralmente catapultati in una dimensione parallela. Storia del Carnevale: quali sono le sue origini? Molti aspetti del Carnevale discendono dai tratti dei Saturnalia romani, giorni durante i quali, per breve tempo, al serio regno di Giove, succedeva quello scherzoso di Saturno. Questo nuovo dio non si mostrava propizio a chi lo pregava per denaro e possessi materiali, ma favoriva chi voleva divertirsi nel ballo, mangiare, bere e giocare. Per quanto riguardava i giochi, il dio concedeva anche la fortuna; dono importante perché i giochi di questo periodo, oltre a prevedere l’uguaglianza tra padroni e schiavi, potevano costringere il perdente a ballare nudo o a gettarsi nell’acqua fredda, suscitando le risate di tutti. Per i Saturnalia, infatti, ritornava la mitica Età dell’Oro, nella quale ci si procurava il pane senza bisogno di coltivare il grano, gli uomini erano buoni e sempre impegnati a bere vino dalle fontane, mangiare e fare festa senza pensieri. Il Carnevale della Mea A Bibbiena, durante il Carnevale della Mea, avete la possibilità di immergervi nuovamente in questa dimensione altra di Età dell’Oro, dove niente è lasciato al caso e tutto è organizzato in modo da far vivere un’esperienza unica i suoi partecipanti. Poche feste in Toscana possono vantare l’antichità di quella che si tiene in questo delizioso borgo del Casentino, dove tra boschi ed architetture medievali, è possibile essere partecipi di una tradizione mantenutasi davvero viva e coinvolgente. Era infatti il 1359 quando il signore di Bibbiena per dimostrare di non temere l’esercito assediante dei fiorentini, fece gettare fuori dalle mura un giovane vitello e molte granaglie; mentre dentro, si festeggiava il Carnevale con canti, balli ed il falò del Bel Pomo: un albero di ginepro. Oggi non c’è più l’assedio, ma brucia ancora il Bel Pomo e nei giorni del Carnevale della Mea, Bibbiena si anima. 👉 Leggi anche: Viaggio culinario tra i prodotti tipici del Casentino Il Carnevale di Bibbiena Le strade vengono percorse dal corteo storico medievale, dagli sbandieratori, dai falconieri, si organizzano visite guidate nei numerosi luoghi di interesse storico-artistico. Per tutta la giornata e nella notte, gli spettacoli dei suonatori e degli artisti di strada intrattengono i visitatori tra le pietre di ciascun angolo, secondo un programma ogni anno diverso; mentre le botteghe dell’artigianato locale e le taverne, dove si può bere ottimo vino toscano e gustare i prodotti tipici della montagna casentinese, non chiudono praticamente mai. Tra i tanti eventi, a nostro avviso, è assolutamente da non perdere l’esibizione del coro del paese, tra i pochi in Italia ad avere recuperato le tradizioni del canto corale rinascimentale, al fine di esibirsi principalmente proprio per il Carnevale della Mea, ogni anno con grande bravura. La Vicenda della Mea Naturalmente va in scena anche la vicenda della Mea, bellissima lavandaia del rione popolare del Fondaccio e promessa sposa di Cecco il tessitore. Un giorno Mea, portando il bucato, incontrò il giovane Marco Tarlati, del rione nobiliare della Piazza Grande e futuro signore di Bibbiena. I due si guardarono e si innamorarono. Subito, la rabbia di Cecco infiammò l’antica rivalità tra fondaccini e nobili piazzolini; il cui scontro divenne violento ed insanguinò le strade del paese. Il padre del giovane Marco, signore di Bibbiena, fu costretto ad intervenire per ristabilire la pace civile e innanzi a tutti i bibbienesi, rese la Mea a Cecco. Secondo una versione della tradizione del Carnevale, il Bel Pomo fu bruciato, la prima volta, proprio in questa occasione per festeggiare il ritorno della pace in città. Non sappiamo se oggi la Mea avrebbe accettato di rinunciare al futuro signore di Bibbiena per essere resa al suo tessitore o se Cecco l’avrebbe ripresa. 👉 Leggi anche: 5 leggende del Casentino tra storia, mito e tradizione Certo, il corteo dell’ultima domenica di Carnevale vede ancora due inizi separati, uno per ciascun rione, a riflesso dell’antica rivalità; mentre il Martedì Grasso, ultimo giorno di festa, la persona più vecchia del paese accende solennemente il fuoco del Bel Pomo, simbolo di pace e buon augurio, le cui luci ed ombre suggestive dipingono la sera di Bibbiena, dopo che la Mea, interpretata da una delle ragazze più belle del paese, almeno nella rievocazione, è stata nuovamente resa al promesso sposo. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Carnevale di Viareggio: la tradizione toscana che irride i potenti 👉 Carnevale di San Gimignano: carri e coriandoli all’ombra delle torri 👉 Casentino: 5 luoghi assolutamente da scoprire La tua passione è la Toscana? Anche la nostra! 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