Castel del Piano è un borgo toscano sulle pendici del Monte Amiata, in provincia di Grosseto, sul confine della Val d’Orcia, famoso per il suo Palio delle Contrade.

Castel del Piano: ai piedi dell’Amiata, il borgo ameno di Papa Pio II

Papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini, l’ideatore dell’attuale Pienza, città utopica del Rinascimento, nei suoi Commentari descrive Castel del Piano così :

«Ad occidente l’Amiata digrada fino alla Maremma e guarda Casteldelpiano (che è un paese situato alle radici del monte) e che per la bellezza del luogo, per la comodità della posizione e per l’amenità del paese, senza dubbio è il primo tra quanti sorgono su quel versante. È irrigato da fonti limpidissime e, fino a mezzo giro di mura, circondato da un fiumicello di acqua perenne. Quel nome gli fu dato perché sito su un ubertoso piano che si estende per circa un miglio, verdeggiante di alberi e ridente di prati e campi lavorati.»

Castel del Piano è un borgo toscano ai piedi del Monte Amiata

Sul confine della Val d’Orcia

Il comune di Castel del Piano, in provincia di Grosseto, occupa un’ampia area pianeggiante della Val d’Orcia (pur non essendo inserito nel Parco Naturale e Culturale protetto dall’Unesco), mentre il suo centro si eleva a 637 metri slm, quasi una media dell’intera configurazione territoriale comunale che risulta peculiarmente compresa tra i 93 e i 1.738 metri sopra il livello del mare.

Castel del Piano, nell’890, era uno dei possedimenti dell’Abbazia di San Salvatore, che continuò a dominare il territorio per almeno quattro secoli. Nei documenti era definito “Casale Plana”. Nell’XI secolo gli Aldobrandeschi conquistarono all’Abbazia il vicino borgo di Montenero, e un secolo dopo, Castel del Piano. Nel 1274 passò ai Santa Fiora e, nel 1331, alla Repubblica di Siena. Con la caduta di Siena, nel 1559, il Comune passò sotto al Granducato di Toscana fino all’Unità d’Italia.

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Castel del Piano è un borgo toscano ai piedi del Monte Amiata

Palio delle Contrade di Castel del Piano

Il paese rievoca ogni anno la sua origine medievale attraverso il Palio delle Contrade di Castel del Piano, dedicato alla Madonna Santissima delle Grazie. La genesi di questa manifestazione risale alla “Fiera di Merci e Bestiame” del XV secolo.

La leggenda del Palio

La leggenda vuole che un’intercessione della Vergine abbia salvato quattro soldati di Castel del Piano, a cui fu suggerito di abbandonare il campo di battaglia prima dell’arrivo dei nemici. I quattro, fuggendo, portarono con sé in città l’icona sacra che gli aveva parlato.

Il Palio moderno di Castel del Piano

Il Palio moderno nacque, invece, nel 1765 e fu corso per la prima volta il 7 luglio 1771, per interrompersi, nel Novecento, a causa dei conflitti bellici. Nel secondo dopoguerra le corse dei cavalli ripresero, ma solo nel 1967 si è ripristinata la divisione in contrade (Borgo, Monumento, Poggio e Storte).
Oggi il Palio si disputa ogni 8 settembre e viene preceduto da un corteo storico che rievoca gli avvenimenti del periodo compreso tra XIV e XV secolo.

Cavallo con cavaliere prima del Palio

La Chiesa dell’Opera

Nel cuore del borgo, sulla piazza detta “della Madonna”, si affaccia la Chiesa dell’Opera (o Propositura dei Santi Niccolò e Lucia), il più grande edificio religioso dell’Amiata che, sebbene risalga al XIII sec., è stato completato solo nel 1870. La facciata, dalle marcate caratteristiche barocche, è in pietra locale. Nel frontone triangolare, sovrastante l’ingresso, sono scolpite le effigi di Dio e di due Angeli. Nelle quattro nicchie della facciata sono collocate le statue dei Santi Pietro, Paolo, Nicola di Bari e Vincenzo Ferreri, mentre il portale è dominato dallo stemma dei Medici.

L’interno, a croce latina e movimentato da dieci cappelle, è un autentico museo dei Nasini, stirpe di pittori attivi tra la metà del Seicento e la metà del Settecento, autori di opere conservate in ogni paese dell’Amiata. Spiccano, tra gli altri, la Natività di Maria e lo Sposalizio Mistico di Santa Caterina d’Alessandria, entrambi di Giuseppe Nicola. Notevoli, inoltre, un crocifisso ligneo e un’acquasantiera cinquecentesca.
D’angolo con la Chiesa dell’Opera si trova quella della Madonna delle Grazie, a sua volta ricca di tele, mentre alla sua destra si erge il Palazzo del Comune.

Castel del Piano è un borgo toscano ai piedi del Monte Amiata

La parte più antica di Castel di Piano

Salendo verso la parte più antica del borgo toscano, è un must per tutti passare sotto l’arco che sostiene la suggestiva Torre dell’Orologio e fermarsi nella pittoresca Piazzetta degli Ortaggi, con la sua bella loggia cinquecentesca. Meritevole una visita anche all’austera Pieve di San Leonardo.

All’estremità opposta del borgo, ecco la “Chiesa Piccina”, o del Santissimo Sacramento. Nel cuore di Piazza Garibaldi (conosciuta come Piazza Tonda o delle Storte) c’è un’interessante fontana, ma ciò che la rende speciale è che proprio qui, ogni 8 settembre, si contende il Palio.

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Nei dintorni del borgo

Nei dintorni del paese sono notevoli le piccole ma affascinanti chiesette benedettine di Santa Lucia e San Biagio che possono anche rappresentare la meta di piacevoli passeggiate verso l’Amiata -, quella di Santa Flora a Noceto, e le rovine del convento francescano di San Processo. Recenti restauri hanno ridato vita al bel Palazzo Nerucci, costruito a partire dal 1554, che ospita il Museo Civico di Castel del Piano.

Veduta del Monte Amiata a primavera

Le croci di Baldassarre Audibert

Un’interessantissima curiosità è rappresentata dalle croci di Baldassarre Audibert, misteriosa figura di penitente pellegrino che, intorno alla metà del XIX sec., ne eresse decine. L’uomo, di origine incerta, attribuiva la sua penitenza alla colpa di aver votato, durante la Rivoluzione francese – quale membro della Convenzione Repubblicana – la condanna a morte di Luigi XVI e di Maria Antonietta.

Per questo detestava Voltaire, maledicendo il modernismo nemico della Chiesa e dell’ordine costituito. Le sue croci, di recente restaurate, si trovano soprattutto all’incrocio di strade o all’ingresso di paesi. Nel Comune di Castel del Piano, e in quelli limitrofi, sono circa 16 le croci di Baldassarre Audibert.

Tra le più significative, la Croce di Federico, nei pressi della chiesina di Santa Lucia (in cui vi è scolpito un volto, o altro simbolo templare, come in certe Croci Catare in Francia, ipotesi improbabile ma supportata dall’appellativo dell’Audibert “l’omo bono”, che suona come il “bonhomme” degli eretici francesi); la Croce di Montoto, vicino al campeggio, sulla strada per Arcidosso; la Croce di Casidore, nei pressi di Pian del Ballo.

Litografia rappresentante Baldssare Audiberti

Dove mangiare a Castel del Piano?

La Taverna delle Logge (raffinata, anche per vegetariani); Ristorante Impero (piatti di tradizione locale); Ristorante Le Macinaie (Estremamente tradizionale, ma con estrose rivisitazioni).

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