Nella campagna di Pratovecchio Stia, in provincia di Arezzo, sorge un monumento molto suggestivo: il Castello di Romena e, al suo interno è possibile visitare il Museo Archeologico delle Armi.

 

Le origini del Castello di Romena

Il nome del Castello di Romena deriva da “Ormena“, il nome etrusco dell’insediamento che in antichità sorgeva dove oggi sorge il Castello, come sembrano dimostrare vasi e utensili ritrovati nei dintorni. Sembra che questo antico insediamento venne distrutto alla fine del III secolo in seguito al passaggio di Annibale verso Roma.

Il fortino vero e proprio fu costruito intorno all’Anno Mille. Nel 1088 era di proprietà del conte Guido Alberto dei Marchesi di Spoleto e ben presto diventò la roccaforte dei Conti Guidi di Romena.
L’enorme complesso, che all’epoca era circondato da una triplice cinta muraria, fu testimone delle lotte intestine tra il ramo guelfo e il ramo ghibellino della casata.
Aggirandosi tra le rovine si riescono a immaginare ancora le grida della guerra e si avverte nitidamente l’atmosfera medievale della fortezza.Il Castello di Romena, Arezzo, sorto nell'anno MIlle, ospita il Museo delle Armi.

Mastro Adamo, il falsario di moneta dantesco del Castello di Romena

Con Dante Alighieri il mitico castello conquistò una gloria eterna. Nel XXX Canto dell’Inferno, dove si parla dei falsari della moneta, Dante mette Maestro Adamo, punito per aver falsificato i fiorini di Firenze per i Conti Guidi del castello di Romena nel Casentino.

Il fatto è realmente accaduto intorno al 1281 per opera di Maestro Adamo di Brescia. Maestro Adamo produsse fiorini in oro adulterato con metallo fine per ordine dei tre avidi fratelli.

Le rime dantesche pronunciate da Mastro Adamo

Ivi è Romena, là dov’io falsai
la lega suggellata del Batista;
per ch’io il corpo sù arso lasciai.

Ma s’io vedessi qui l’anima trista
di Guido o d’Alessandro o di lor frate,
per Fonte Branda non darei la vista.”

(Inferno XXX, vv. 46-90)

Il Castello di Romena in Casentino, fondato dagli Etruschi, che ispirò Dante e D'Annunzio ospita oggi il Museo Archeologico delle Armi.

Il soggiorno di Dante al Castello di Romena

Anche lo stesso Dante Alighieri soggiornò al Castello di Romena nei primi anni dell’esilio, probabilmente nel 1302, e sembra che la struttura della torre principale gli abbia suggerito la forma dell’Inferno con il cono rovesciato suddiviso in dieci bolge.

Si racconta addirittura che un giorno arrivarono le truppe per ricondurlo a Firenze e l’astuto poeta scappò dall’entrata del viale dei cipressi. Imbattendosi nei soldati, che gli chiedevano se avesse visto Dante, rispose scappando: “Quando io ero qui, lui era qui“.

Dopo alcuni anni il feudo entrò a far parte del patrimonio di Firenze e l’allora imponente castello, che contava ben quattordici torri e tre cortine murarie, costò circa 9.000 fiorini d’oro.

Il Castello di Romena in Casentino, fondato dagli Etruschi, che ispirò Dante e D'Annunzio ospita oggi il Museo Archeologico delle Armi.

Il Castello dal 1700 ad oggi

La storia tace fino al 1.700, quando i ruderi del Castello di Romena furono acquistati in asta pubblica dai Conti Goretti de Flamini, attuali proprietari.

Oggi è possibile ammirare: la Torre della Postierla, il ponte levatoio, il Palazzo del Podestà, la Torre del Mastio, il Cassero con la cisterna, un passaggio sotterraneo inagibile, la Torre delle Prigioni e il cammino di ronda in legno, in parte ricostruito grazie a lavori di restauro succedutisi nel tempo.

Il Castello di Romena in Casentino, fondato dagli Etruschi, che ispirò Dante e D'Annunzio ospita oggi il Museo Archeologico delle Armi.

Il Museo Archeologico delle Armi

Nel Museo Archeologico e delle Armi, collocato in alcune sale interne, sono esposti ritrovamenti etruschi e oggetti che testimoniano l’intensa vita del borgo. Vi si trovano urne, anfore e utensili curiosi, come ferri chirurgici odontoiatrici di epoca etrusca.

Nella sezione dedicata alle armi si ammirano frecce, coltelli risalenti al Neolitico e armi più recenti, tra cui alcune armature.

Nel palazzo è possibile rendersi conto della maestosità della fortezza grazie a una ricostruzione in scala. Il Castello di Romena ammaliò anche il Vate Gabriele D’Annunzio, che agli inizi del ‘900 si lasciò ispirare per la composizione dell’Alcyone, il terzo libro delle Laudi.Il Castello di Romena, in Casentino, ispirò anche Gabriele d'Annunzio per la stesura dell'Alcyione

Visitare il Castello di Romena

Il Castello si trova su un poggio di 621 metri a due chilometri da Pratovecchio e domina sulla valle del Casentino. Alla sua destra scorre placido l’Arno e il panorama che si gode dall’alto è mozzafiato.

Si raggiunge in automobile con l’autostrada A1. Basta uscire ad Arezzo, proseguire fino a Pratovecchio sulla SS70, strada che collega Romena a Firenze.
La segnaletica stradale è molto chiara e arrivarvi è semplice. Dal capoluogo è possibile prendere l’autobus o il treno per Pratovecchio.

 

Il custode che abita in una casa colonica nei pressi dell’ingresso è a disposizione per le visite, perché il castello, essendo di proprietà privata, non è sempre aperto al pubblico.

Questo luogo fantastico non finisce mai di stupire ancora oggi. I numerosi aneddoti gli donano un’aura di mistero e i ruderi, così fascinosi e immobili, rendono bene l’idea della sua originale imponenza.

Arrivarvi pian piano dal viale dei Cipressi è un tuffo nel passato, un’esperienza che va molto al di là del turismo, un vero viaggio nel tempo.

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