La Certosa di Calci, nella Val Graziosa, in provincia di Pisa, è un vero gioiello architettonico incastonato in un paesaggio idilliaco che merita assolutamente di essere visitato se vi trovate in Toscana tra le dolci colline pisane.

 

La Certosa di Calci nella Val Graziosa alle porte di Pisa

Parto sotto un cielo sereno che regala un sole accecante: direzione Pisa, la cui fama si deve alla bellissima Piazza dei Miracoli. Pochi sanno che a soli 10 chilometri dalla città trova sede un autentico gioiello della vita monastica, la monumentale Certosa di Calci. In una zona pianeggiante alle pendici dei monti pisani chiamata “Val Graziosa“, silenziosa e isolata, incorniciata da secolari piante d’olivo, sorge questo luogo dell’anima in una valle che se si chiama Graziosa ci sarà certo un perché…

La strada è dolce e rilassante. La Certosa di Calci, fondata nel 1366 grazie al sostegno economico di illustri famiglie pisane, è circondata da un microclima in perfetta armonia con la natura. Il nome “certosa” sta per monastero certosino e prende origine dalle Prealpi della Charteuse in Francia, dove venne fondato il primo monastero dell’ordine certosino, il monastero della Grande Chartreuse.

La Certosa di Calci, o Certosa di Pisa, è un vero gioiello di architettura religiosa toscana alle porte di Pisa

La Certosa di Calci, il gioiello della Val Graziosa

Intorno regna il silenzio. Raggiungo la Certosa di Calci da uno dei due viali attraversando un suggestivo percorso pedonale e godendo la vista prospettica della doppia facciata del complesso. Quella più esterna, bassa, era destinata ad attività a cui potevano accedere anche gli abitanti della zona: la farmacia, la cappella di San Sebastiano o delle donne, il parlatorio. Separata dalla corte d’onore con un ampio spazio verde a prato, vi è il monastero vero e proprio nel cui centro colpisce l’attenzione la spettacolare facciata della chiesa, rivestita in marmo bianco, con uno scalone a doppia rampa e il coronamento del timpano con la statua dell’Assunta fra angeli.

Si narra che verso la fine del ‘700 il Granduca Pietro Leopoldo, visitando la Certosa, al pittore Giuseppe Maria Terreni che affrescava la Cappella del Rosario disse: “Ma questa è una sala da festa (o da ballo)” e rispose il Padre Priore Giuseppe Alfonso Maggi: “Qui si fa festa al Signore”.

La Certosa di Calci, o Certosa di Pisa, è un vero gioiello di architettura religiosa toscana alle porte di Pisa

Secondo questa tradizione si voleva restituire l’impressione suscitata nei contemporanei dalla bellezza degli affreschi di gusto profano che il Terreni stava compiendo nella cappella dedicata alla Madonna del Rosario. La storia, invece, ci dice che tra il 1792 e il 1795 (inizio 1793) mentre il Terreni dipingeva la Certosa di Calci sul trono toscano regnava il Granduca Ferdinando III; questo la dice lunga sulla bellezza dei dipinti.

Il progetto religioso a Calci trova espressione come convento di clausura dell’ordine certosino di San Bruno. Soppresso in epoca napoleonica prima, e sabauda poi, fu nuovamente abitato dai monaci fino al 1969 quando lo abbandonarono definitivamente.

La Certosa di Calci si trova in provincia di Pisa

Visitare la Certosa di Calci

Per poter visitare la Certosa, prenoto il tour guidato; sfortunatamente, però, molte aree non sono aperte al pubblico per via del loro stato di deterioramento. Sono visitabili gli ambienti dedicati alla vita eremitica, il chiostro grande lungo i cui bracci sono disposte le 15 celle dei monaci, una delle quali aperta alla visita, gli ambienti di natura religiosa, la chiesa e le cappelle e quelli dove si svolgeva la vita cenobitica, il refettorio e il capitolo.

Le pareti dei lunghi corridoi sono arricchite da raffinate decorazioni ad affresco. Mi fermo per respirare la vita del passato, da queste parti sembra esserci qualcosa che mette in pace l’anima.

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La Certosa di Calci, o Certosa di Pisa, è un vero gioiello di architettura religiosa toscana alle porte di Pisa

Bella ed elegante, la sagrestia nasconde un prezioso tesoro: la Bibbia atlantica, straordinario codice miniato del XII secolo in quattro volumi rientrata nella sede originaria nel 2015 dopo un deposito decennale nel Museo Nazionale di San Matteo di Pisa. Al piano terra della Certosa Monumentale hanno sede gli ambienti che ospitano l’Archivio storico e la Biblioteca monastica, realizzati nel 1770 nell’ambito dei grandiosi lavori di ampliamento e decorazione del complesso monumentale.

La biblioteca e l’archivio storico

L’archivio comprende, oltre a diverse cassette settecentesche contenenti fogli sciolti, un fondo diplomatico costituito da 3307 pergamene databili tra il 999 e il 1796, fonte fondamentale per la storia del territorio pisano.

La Certosa di Calci, o Certosa di Pisa, è un vero gioiello di architettura religiosa toscana alle porte di Pisa

La biblioteca monastica, la cui consistenza conta 2320 esemplari, conserva diversi manoscritti moderni, 5 incunaboli, 65 cinquecentine, 165 edizioni del XVII secolo ed oltre 1200 edizioni databili al Settecento e ai primi decenni dell’Ottocento. La Certosa di Calci ospita il Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa allestito principalmente nei locali di servizio del monastero: il grandioso granaio, lungo circa 100 metri, il frantoio, le lavanderie, i cortili di servizio per le attività agricole.

Pietro Giarré e il Priore Maggi

Al pittore Pietro Giarré (attivo in Certosa dal 1770 al 1781) si devono molteplici curiosità talvolta nascoste, altre volte, meno visibili presenti negli apparati decorativi che affrescò sulle pareti della Certosa di Calci secondo le direttive dell’esigente Priore Maggi, che sceglieva ogni cosa. Del resto rientra nel gusto del tempo la relazione tra arte e artificio, realtà e illusionismo.

La Certosa di Calci, o Certosa di Pisa, è un vero gioiello di architettura religiosa toscana alle porte di Pisa

Nell’appartamento granducale riservato al granduca regnante e consorte, ai lati della porta di comunicazione tra sala e camera da letto, dietro le ante della porta, fu dipinto un divertente dialogo fra la Poesia e la Pittura raffigurate come statue viventi e dialoganti.

In alto sulla volta del corridoio grande che, al primo piano, dal vano scale conduce al chiostro Grande dei monaci, al di là di un terrazzino si affaccia un monaco “vivente” che a mo’ di guardiano con lo sguardo segue chi passa sotto di lui. In alto sulla volta del refettorio sullo sfondo del pulpito ligneo una pittura a trompe l’oeil rappresenta uno scaffale di “veri” libri e lì vicino, sulla volta, si leva in volo una “vera” farfalla. Nella cappella del Capitolo il priore Maggi fece velare (non distruggere o nascondere) i “veri musici” affrescati dal Giarré.

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La Certosa di Calci, o Certosa di Pisa, è un vero gioiello di architettura religiosa toscana alle porte di Pisa

 

Per la Certosa di Calci il 20 gennaio 2018 è stata una data storica: i lavori di restauro del Chiostro del capitolo si sono conclusi e ora, al posto dell’intonaco, ci sono due bellissimi affreschi della seconda metà del 1700. Opere d’arte riaffiorate grazie ai fondi del Fai-Fondo ambiente italiano.

Curiosità

Una curiosità: negli ultimi decenni del secolo scorso la Certosa di Calci viene richiesta più volte (con esito negativo) sia da privati che da amministrazioni pubbliche. Per un breve periodo viene usata come reparto di artiglieria, durante la prima guerra mondiale è trasformata in ospedale militare di riserva e durante la seconda guerra mondiale come ricovero per anziani e bambini. Alla fine della seconda guerra mondiale viene parzialmente restaurato il chiostro e riparata dai danni bellici. All’inizio degli Anni ’70 i certosini lasciano definitivamente la struttura.

Oggi una parte della Certosa è sotto il Polo Museale della Toscana e l’altra parte, dal 1986, ospita il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, uno tra i musei più antichi del mondo. La cura e valorizzazione è affidata anche all’associazione “Amici della Certosa di Pisa a Calci” che raccolgono fondi affinché la struttura splenda di luce nuova. Emozionata, mi dico che la Certosa di Calci è un viaggio importante e suggestivo, che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita.

 

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Con il contributo di Antonia d’Aniello – Sovrintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Pisa – Fabiola Franchi – Associazione “Amici della Certosa di Pisa a Calci”

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