4 / 5 – Chi ha costruito il Duomo di Siena: capolavoro senza tempo

La libreria e l’Altare Piccolomini

Proseguendo verso l’ingresso, incontriamo la Libreria Piccolomini. Voluta nel 1492 dal cardinale Francesco Piccolomini Todeschini (al secolo papa Pio III), questo spazio fu costruito per contenere il ricco patrimonio librario delle zio del cardinale Piccolomini, papa Pio II, anche se non ospitò mai i libri per il quale era stato creato. I mirabili affreschi contenuti nella cappella, realizzati agli inizi del Cinquecento, si devono al genio creativo di Bernardino di Betto, più noto come Pinturicchio. Queste notevoli pitture murarie illustrano con grande freschezza narrativa avvenimenti della vita di Pio II.

Seguendo la navata sinistra troviamo l’Altare Piccolomini. L’autore dell’altare, voluto ancora dal cardinale Francesco Piccolomini Todeschini, e architettato tra il 1481 e il 1485, fu il noto scultore lombardo Andrea Bregno, che tuttavia lasciò l’opera priva delle sculture originariamente preventivate. Così, per colmare la lacuna, furono coinvolti Pietro Torrigiani, ma soprattutto Michelangelo, autore del San Pietro e del San Pio, posti sulla sinistra, e del San Paolo e del San Gregorio Magno, collocati a destra.

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Pavimento e altare del Duomo di Siena

Dulcis in fundo: il mitico pavimento del Duomo di Siena

Il più bello…, grande e magnifico… che mai fusse stato fatto”. Così Giorgio Vasari definì il pavimento del Duomo di Siena, frutto di un programma realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento.

I cartoni preparatori per le 56 tarsie furono forniti da importanti artisti, tutti senesi, a eccezione del Pinturicchio, autore, nel 1505, della tarsia con il Monte della Sapienza.

La tecnica utilizzata per trasferire l’idea dei vari artisti sul pavimento è quella del graffito e del commesso marmoreo. Si iniziò in modo semplice, per poi raggiungere gradatamente una perfezione sorprendente: con la tecnica del graffito le prime tarsie furono tratteggiate sopra lastre di marmo bianco, con solchi eseguiti con lo scalpello e il trapano, riempiti di stucco nero. Poi, grazie alla tecnica del commesso marmoreo, si aggiunsero marmi colorati accostati assieme come in una tarsia lignea.

Scopri all’ultima pagina le tarsie del pavimento del Duomo di Siena

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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