Il cicloturismo in Toscana è in crescita di un +20% rispetto al 2023. Ma quali sono i più bei percorsi da fare in bicicletta?

Confagricoltura: “Presenze in crescita del 20% rispetto al 2023, Val D’Orcia e Chianti le zone più battute”

“Circa il 20% di cicloturisti in più rispetto all’anno scorso hanno raggiunto la Toscana nei primi sei mesi dell’anno: è la conferma che la bicicletta è un ottimo strumento per valorizzare la nostra terra e apprezzarne il paesaggio, promuovendo al tempo stesso la sostenibilità”. Sono le parole di Fabiola Materozzi, coordinatrice di Agriturist Toscana, sezione di Confagricoltura Toscana, che si occupa del fenomeno agrituristico.

Le aree di maggiore interesse sono il Chianti e la Val d’Orcia, ma anche le zone costiere e la Maremma sono sempre più in crescita come mete dei cicloturisti. – prosegue Fabiola Materozzi – L’accordo con la Federazione Ciclistica Italiana è importante per cercare di offrire servizi su misura ai turisti che scelgono la bicicletta come mezzo di spostamento fra i paesi toscani”.

Il mese scorso è stato stipulato un accordo dal nome Bike Hospitality fra Confagricoltura e la Federazione Ciclistica Italiana per spingere le strutture agrituristiche ad attrezzarsi a questo particolare tipo di turismo adesso in forte crescita.

Strada bianca in Toscana con ciclista

Ma quando nasce il cicloturismo?

Il conio del termine “cicloturismo” si deve al Paul de Vivie, conosciuto come Vélocio, nel 1889. Ma chi era Vélocio? Provenzale di nascita, acquistò la sua prima bici nel 1853, e nel 1881 si iscrisse al Club des cyclistes stéphanois di Saint-Etienne, che “(dava) la possibilità agli aderenti di fare, in compagnia di altri amatori, delle gradevoli escursioni, corse e viaggi”.

Scopri l’origine del cicloturismo nella storia e i grandi ciclisti toscani: vai a pagina 2

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