“Le nebbie sono scomparse: esco, mi rallegra il buon odore casalingo di spigo e di lavanda dei paesetti toscani” (Dino Campana)

Coltivazione di lavanda in Toscana: antiche tradizioni dal fascino eterno

Provate a indovinare l’argomento di oggi. È incredibilmente profumata e ha un’inconfondibile colorazione blu/violacea. La sua fioritura estiva è un vero spettacolo da ammirare. Non lasciatevi ingannare dalle dimensioni: è piccola quanto preziosa e coriacea. Scommettiamo che avrete già capito: sì, stiamo proprio parlando della lavanda.

Molti staranno immaginando i campi fioriti della Provenza, noti per la coltivazione di questa pianta perenne. Quest’anno non sarà necessario recarvi in Francia, perché vogliamo parlarvi della coltivazione di lavanda in Toscana. Grazie al favorevole microclima toscano, la lavanda cresce – anche spontaneamente – in determinate aree della nostra regione, dove attecchisce in terreni particolarmente sassosi e calcarei. Facendo un’escursione in campagna dalla metà del mese di giugno fino a luglio inoltrato, non sarà difficile individuare la fioritura della lavanda in Toscana.

Come nella fiaba del Pifferaio magico, basterà lasciarvi condurre dalla sua elegante, dolce e delicata fragranza che sprigiona e persiste nell’aria. La scia profumata vi guiderà alla meta. Il colpo d’occhio è indubbiamente scenografico. Le lussureggianti distese violacee, simmetricamente disposte in filari, seguono e delineano le ondeggianti e dolci colline del paesaggio naturale nostrano. È uno spettacolo mistico, che invita alla meditazione.

Farfalla si posa su un fiore di lavanda in un campo in fiore in Toscana

Perché si coltiva la lavanda?

La coltivazione della lavanda in Toscana è una pratica antica, che soprattutto negli ultimi decenni, è andata sempre più diffondendosi. Sono numerosi oggi, coloro che la coltivano più a scopo decorativo, vedi le molte strutture ricettive presenti sul territorio, che per un reale utilizzo di diversa destinazione. La nostra attenzione, sarà focalizzata sulla coltivazione della lavanda a uso cosmetico, erboristico, farmaceutico e perfino alimentare. Avremo modo di conoscere alcuni agricoltori, che hanno fatto della coltivazione di lavanda in Toscana, una vera e propria fonte di reddito, facendosi conoscere e apprezzare anche a livello internazionale.

Sebbene la lavanda sia una pianta forte e durevole, che resiste sia alle temperature torride che a quelle invernali, coltivarla per poi processarla e lavorarla per metterla sul mercato, è un lavoro che richiede dedizione. Necessita molte ore di lavoro e una base di competenza specifica sul campo. La lavanda è una pianta conosciuta ed utilizzata fin dall’epoca greco-romana. I suoi fiori erano raccolti e utilizzati per profumare l’acqua delle terme. La popolazione del tempo, la usava per l’igiene personale o per immergersi in rilassanti bagni aromatici. Si suppone infatti che il nome lavanda derivi dal latino, e significhi “lavare“, proprio in virtù della comune pratica di lavarsi.

Ma le peculiarità della lavanda, non si limitano alla semplice seppur gradevole fragranza. Siamo abituati fin da piccoli, ad associare la lavanda a quel prezioso sacchettino odoroso, che abbiamo imparato a riconoscere, aprendo i cassetti della biancheria delle nostre nonne. Possiamo identificare nella lavanda una sorta di memoria storica, che evoca in ciascuno di noi nostalgici ricordi. Il suo reale valore risiede però nelle proprietà benefiche, e nei molteplici utilizzi che si tramandano da secoli fino ai nostri giorni.

Fiore di lavanda dell'azienda I Coccoli in Toscana

Le proprietà della lavanda

Non tutti sanno infatti, che la lavanda possiede proprietà antisettiche, analgesiche, antiemetiche, battericide, antinevralgiche e vasodilatatorie. È impiegata anche per alleviare i dolori muscolari. In aromaterapia, contribuisce a combattere la depressione, aiuta a riequilibrare il sistema nervoso, ed è un efficace calmante. Ma non è tutto! Si riconosce il suo valore come decongestionante per il raffreddore, lenitivo per problemi digestivi ed è un valido alleato per diminuire la pressione arteriosa.

Va da sé, che una pianta così straordinariamente utile e affascinante, non poteva esentarsi dall’essere oggetto di credenze popolari e leggende. La lavanda rappresenta l’essenza astrale del segno dell’Ariete, e le erano attribuiti poteri magici. Credenza popolare riteneva che il suo profumo attirasse le energie positive e allontanasse demoni e la malasorte. Si pensava inoltre, che fosse sufficiente strofinarla sul morso dei serpenti, per riceverne effetti miracolosi.

Cappello di paglia e mazzetto di lavanda presso l'Azienda Agricola I Coccoli in Toscana

Il significato della lavanda nel linguaggio dei fiori

Nel linguaggio dei fiori, la lavanda ha due significati: il primo è la diffidenza. Per quanto i suoi effetti benefici fossero riconosciuti, era una pianta da temere, in quanto il profumo attirava insetti pericolosi quali calabroni e api. Non ultimo, era superstizione pensare che i serpenti vi nidificassero al suo interno. Regalare una pianta di lavanda oggi, simboleggia anche e soprattutto, un segno di profondo amore e amicizia, a cui viene attribuito il messaggio: “il tuo ricordo è la mia unica felicità“.

Se da un lato la lavanda possiede una fragranza apprezzata dalle api, è, per lo stesso motivo, altrettanto sgradita alle zanzare. Notizia decisamente utile in estate, quando i fastidiosi insetti invadono le nostre case. La lavanda ha quindi un doppio effetto benefico: allontana le zanzare, e contribuisce a mantenere in vita le api, che ormai tutti sappiamo essere essenziali all’equilibrio ambientale dell’intero ecosistema.

Campo di lavanda in Toscana a Santa Luce in provincia di Pisa

Le leggende legate al profumato fiore viola

La lavanda era altresì impiegata per riti divinatori per propiziare fecondità e benessere. Conservare le sue spighe nel corredo della futura sposa, ad esempio, è una tradizione mantenuta tutt’oggi, come augurio di felicità e prosperità. Vi incuriosirà sapere, che è un’usanza tratta da un racconto mitologico legato alla Dea Venere. Si racconta che la divinità, utilizzasse la fragranza della lavanda per realizzare riti magici d’amore. Tali rituali erano in grado di ammaliare e stregare gli uomini, assicurando loro oltre l’innamoramento, felicità, purificazione e protezione.

Altra leggenda sulla lavanda, è ambientata a Valensole in Francia, tra le montagne della Lure. Protagonista è la bellissima fata Lavandula, dai capelli color oro e dai seducenti occhi azzurri. Un giorno Lavandula decide di cambiare luogo in cui vivere, e sfogliando un libro di paesaggi, si sofferma sulla Provenza. Al tempo la valle era arida e brulla. Lavandula rimase così colpita da quella visuale, che pianse. Le lacrime caddero sulle pagine del libro, formando delle macchie blu. Per rimediare al danno prese un lembo di cielo e lo stese sull’allora sconsolata vallata. Fu così che l’area germogliò e nacquero incredibili distese di fiori blu. Si dice che tutte le ragazze bionde nate in Provenza, custodiscano negli occhi, lo stesso blu dei fiori della lavanda provenzale.

Sedia di legno con cappello in un campo di lavanda in Toscana presso l'azienda I Coccoli

La coltivazione di lavanda in Toscana

In natura si contano circa 30 specie di lavanda, nome scientifico Lavandula angustifolia. Le più comuni e coltivate sono il lavandino, utilizzato principalmente per produrre saponi, detergenti e profumazioni d’ambiente, e la lavanda officinale. Conosciuta anche come “vera”, è destinata a prodotti farmaceutici, aromaterapici, cosmetici ed alimentari. La coltivazione della lavanda officinale è più longeva rispetto al lavandino. Si stima che la prima abbia una durevolezza di circa 12 anni, mentre la seconda, varia da 7 a 9 anni.

La coltivazione della lavanda in Toscana si presta particolarmente all’agricoltura biologica, in quanto è una pianta che non necessita di particolari interventi colturali. I campi piantati sono prevalentemente esposti a sud, in modo tale che le piante soffrano poco le brinate e il terreno si asciughi più rapidamente. I ristagni d’acqua sono di fatto deleteri per la lavanda.

Per favorire la crescita, è necessario estirpare le piante infestanti e lavorare manualmente il terreno per agevolare i germogli più giovani. Le radici e il fusto, presentano un aspetto legnoso che crescendo ramifica e nel tempo tende a contorcersi. La lavanda si sviluppa a cespugli. Le foglie, lanceolate e strette, sono di un caratteristico verde-grigio. Le infiorescenze sotto forma di spighe, si trovano alla fine del lungo stelo e assumono la particolare colorazione che varia dal blu, fino al lilla e viola.

Oltre alla piantumazione, il metodo più efficace di moltiplicazione della lavanda toscana, è la talea. Questa tecnica prevede di recidere una piccola porzione della pianta dopo la fioritura (un rametto ad esempio), e metterlo a radicare, fin quando non si forma una nuova piantina.

La Pieve di Romena si trova in Casentino vicino a Castel San Niccolò

Le differenza tra lavanda e lavandino

Il lavandino è un ibrido coltivato per talea, particolarmente fruttuoso. Si coltiva principalmente tra i 200 ed i 700 metri di altitudine. Ogni pianta è identica all’altra e i fiori hanno una colorazione bluastra. Raggiunge dimensioni maggiori rispetto alla lavanda officinale (circa 100 cm di altezza), producendo tre infiorescenze per ogni stelo. Il lavandino è spesso impiegato a scopo ornamentale nei giardini. A differenza della lavanda officinale, ha una profumazione più intensa ma maggiormente tendente al canforato. Coltivare un ettaro di lavandino, può produrre circa 100 kg di olio essenziale.

La lavanda vera, presenta un’infiorescenza che varia dal bianco/bluastro al blu/violaceo intenso, con una profumazione fine e dolciastra, e ogni pianta è geneticamente differente dall’altra. La lavanda officinale si coltiva in alture tra i 600 e i 1.200 metri, e ha una resa minore rispetto al lavandino. Si stima infatti che un ettaro di lavanda “vera”, restituisca all’incirca 15 kg di olio essenziale.

A seconda del tipo di utilizzo, il raccolto della lavanda toscana avviene in periodi differenti. Tenendo conto della variabilità meteorologica, può oscillare da giugno fino ad agosto. Se la destinazione è a uso erboristico, riguarderà l’inizio fioritura, mentre per l’industria profumiera e cosmetica, il momento migliore è quello di massima fioritura. Il raccolto può essere sia manuale che meccanizzato. L’essiccazione avviene in luogo ombreggiato e ventilato. Abitualmente viene radunata in mazzi e appesa con i fiori rivolti verso il basso. In un secondo momento si separano i fiori dagli steli. La lavanda si conserva per circa un anno, in contenitori di vetro a chiusura ermetica, per non disperderne l’aroma.

Campo di lavanda in Toscana a Santa Luce in provincia di Pisa

3 eccellenti aziende per la coltivazione di lavanda in Toscana

Abbiamo selezionato 3 aziende toscane che si sono distinte per la coltivazione e la lavorazione della lavanda in Toscana. Si tratta di realtà che realizzano prodotti artigianali di qualità eccellente, e che saranno liete di accogliervi per farvi visitare le loro tenute, mostrandovi il frutto del loro encomiabile impegno.

Lavanda di Massarosa

Tra le Alpi Apuane e la Versilia in località Massarosa (Lucca), troviamo immersa nel verde, l’azienda agricola a conduzione familiare Lavanda di Massarosa. Timothy Venturi insieme alla famiglia, ha intrapreso questa attività nel 2010, e ad oggi, coltiva oltre 4000 piante di lavanda con successo e passione. Il segno distintivo dell’azienda è l’artigianalità, infatti ogni passaggio, dalla piantagione alla raccolta, è rigorosamente eseguito a mano. All’interno della tenuta 100% biologica, si coltiva sia il lavandino che la lavanda officinale, e si realizzano prodotti artigianali di qualità.

La Lavanda di Massarosa, oltre al miele che sarà disponibile dal mese di agosto, produce, avvalendosi anche di laboratori artigianali di zona, profumatori per ambienti, sapone artigianale, idrolato di lavanda, olio essenziale di lavanda. Immancabili i sacchettini profuma armadi, ed i mazzi di lavanda essiccati, nonché biscotti aromatizzati alla lavanda. Ogni confezione è orgogliosamente realizzata a mano. I campi di lavanda sono visitabili nei giorni feriali, negli orari 9/12 – 16/20. Orario continuato nei giorni festivi.

Campo di lavanda dell'azienda Massarosa in Toscana

I coccoli

Il lavoro all’interno di un’azienda agricola non conosce giorni di ferie. I più scettici nutriranno dubbi nel credere che una donna, riesca da sola a realizzare il sogno di gestire un’attività di questo tipo. A smentire i pronostici ci ha pensato Pamela Chiuppesi, che in località Serre di Rapolano (Siena) nelle incantevoli crete senesi, ha dato vita nel 2017 con la madre, all’azienda agricola I Coccoli. Pamela coltiva oltre alla lavanda, che è la sua più grande passione, svariate erbe officinali, fiori e olivi, nel rispetto dell’ecosistema circostante. Impiegando materiali a basso impatto ambientale, lavora i suoi prodotti anche per realizzare allestimenti di eventi, una tra le principali attività a cui si dedica.

L’azienda grazie all’ausilio di un laboratorio artigianale esterno di zona, realizza numerosi prodotti. Tra i tanti menzioniamo profumatori d’ambiente, candele, cosmetici come acqua di lavanda, shampoo, saponi. Non mancano all’appello idrolato di lavanda, olio essenziale, infusi, tisane, e perfino bomboniere alimentari. All’azienda I Coccoli si organizzano visite della tenuta, previo contatto telefonico.

Prodotti a base di lavanda biologica dell'azienda I Coccoli in Toscana

Lavanda di Maremma

Bergamaschi di origine ma toscani di adozione, sono i coniugi Davide e Stefania Vallini. Perito agrario lui, e perito commerciale lei, nel 2005 si trasferiscono nell’inviolata Maremma, col sogno di vivere in campagna. Complice la qualifica professionale di Davide, con il tempo, è nata per entrambi la passione per la coltivazione e la lavorazione della lavanda, tanto da diventare una vera e propria attività fiorente. E’ così che nasce l’azienda agricola Lavanda di Maremma a Gavorrano (Grosseto). L’attività che mette al primo posto la salvaguardia del territorio, si avvale di coltivazioni con metodo biologico, ed ha ottenuto la certificazione Bioagricert.

All’interno di Lavanda di Maremma, si coltiva, raccoglie e realizza tutto in autonomia. E’ presente infatti un laboratorio, che distilla ed estrae l’olio essenziale di lavanda. Molteplici sono i prodotti certificati realizzati artigianalmente in azienda; da cosmetici di ogni tipo ai profumatori per la casa, così come il miele e la lavanda ad uso spezia alimentare. Oltre alla visita guidata della tenuta, si tengono perfino corsi sulla coltivazione della lavanda.

Ragazza con cappello in un campo di lavanda in Toscana nell'azienda Maremma

Dove ammirare i campi di lavanda in fiore in Toscana

L‘inizio dell’estate è il momento migliore per ammirare la fioritura dei suggestivi campi di lavanda in Toscana. Avrete l’imbarazzo della scelta nel decidere dove ammirare questo colorato spettacolo della natura. Da Santa Luce (provincia di Pisa), al Chianti, a Massarosa (Lucca), fino in Maremma. Consigliamo di visitare i campi di lavanda in Toscana, nel rispetto sia degli agricoltori che delle piante stesse.

Sono queste le attività, che rendono noi toscani fieri di vivere in una regione che mette al primo posto la biodiversità, mantenendo vive le tradizioni e la genuinità della produzione a km0. Molti lo definiscono tuscan lifestyle. Ma cosa si intende con questa espressione? Difficile spiegarlo a parole. La Toscana si vive, si gusta, si respira.

È solo toccando con mano la cultura toscana fatta di arte, buon vivere e mangiare, che abbraccerete concretamente il nostro modo di intendere e amare la Toscana. Potreste iniziare il percorso di “indottrinamento toscano”, partendo proprio dalle tre aziende consigliate, scoprendo il campanilistico e simpatico sarcasmo che ci contraddistingue.

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