18 Giugno 2020 2023-03-20T09:41:27+01:00 Garfagnana: borghi, leggende e parchi naturali tra Apuane e Appennino TuscanyPeople Vieri Tommasi Candidi Share: Trekking nei parchi naturali, borghi medievali arroccati sulle montagne, sport estremi e prodotti tipici: tutto questo e molto altro è la Garfagnana, il territorio tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, meta ideale per vacanze in Toscana all’insegna di bellezza e relax.Il territorio più alto della ToscanaLa montagna più alta della ToscanaUno dei borghi più alti della ToscanaBorghi medievali arroccati sulle montagneStoria della GarfagnanaI Romani e le colonie di Luni e LuccaL’annessione della Garfagnana alla TusciaUn territorio diviso tra Lucca e FerraraLudovico Ariosto, Commissario ducale della GarfagnanaUna provincia del Ducato di Modena e ReggioLa Garfagnana diventa ToscanaI borghi della GarfagnanaCastelnuovo di GarfagnanaStoria di Castelnuovo di GarfagnanaCosa vedere a Castelnuovo di GarfagnanaNei dintorni di Castelnuovo di GarfagnanaL’importanza della musica per CastelnuovoBargaL’archetipo di un borgo medievaleCastelvecchio PascoliCoreglia AntelminelliStoria di Coreglia AntelminelliCosa vedere a Coreglia AntelminelliFerragosto a CoregliaFabbriche di VergemoliIl borgo dell’acquaStoria di Fabbriche di VergemoliL’Eremo di CalominiSan RomanoVagli di SottoVagliPark e il ponte sospeso più lungo d’EuropaLe piccole frazioni della Garfagnana Cosa vedere in GarfagnanaParco dell’OrecchiellaIl Ponte della Maddalena (o del Diavolo)La leggenda del Ponte del DiavoloLa Grotta del VentoL’Orrido di BotriIsola Santa👉 Leggi anche: Antico Borgo Isola Santa: una magia fuori dal tempoLa cucina della GarfagnanaPiatti tipici della GarfagnanaPiatti a base di carne e pesce Dove si trova la Garfagnana? La Garfagnana è un’area della provincia di Lucca compresa tra le Alpi Apuane e la catena principale dell’Appennino Tosco Emiliano. Confina a nord con la Lunigiana, a ovest con la Versilia e la provincia di Massa, a est con l’Emilia Romagna, e a sud con la Media Valle del Serchio, fiume da cui è interamente attraversata. Il territorio più alto della Toscana Una zona della Toscana incantevole, ricca di storia, di boschi di castagni, di laghi, fiumi, canyon, piccoli borghi antichi e scenari carichi di suggestioni. La montagna più alta della Toscana Qui la natura domina incontrastata, con foreste ancora incontaminate e vette che superano i 2000 metri grazie alla montagna più alta della Toscana, il monte Prado, che nei pressi di Sillano tocca i 2054 metri di altezza. Uno dei borghi più alti della Toscana Giuncugnano, a 885 metri, è invece il borgo più elevato. E poi la riserva naturale del Parco dell’Orecchiella, formazioni uniche come la Grotta del Vento o l’Orrido di Botri, o le stesse acque del torrente Lima, divenuto ormai il paradiso degli sportivi. Borghi medievali arroccati sulle montagne Cinte dalle montagne, anche tante affascinanti località tra cui, le principali, Castelnuovo di Garfagnana, con la celebre rocca dell’XI secolo, e Barga – terra d’adozione del poeta Giovanni Pascoli – che, grazie ai suoi vicoli, è annoverata tra i Borghi più belli d’Italia.Sempre tra i Borghi più belli d’Italia, Coreglia Antelminelli, il paese delle figurine di gesso, e poi Fabbriche di Vergemoli, con l’Eremo di Calomini, e ancora Gallicano, Piazza al Serchio, San Romano e l’incredibile Fortezza delle Verrucole. Tanti, e tutti interessanti, anche i piccoli borghi della Garfagnana arrampicati sui fianchi delle montagne da cui si possono godere splendidi panorami, come il centro di San Pellegrino in Alpe, in cui la vista spazia dal Cimone al Libro Aperto al monte Giovo e dove si trova anche il Museo Etnografico della Montagna Don Luigi Pellegrini, che raccoglie oltre 4.000 oggetti testimoni dei costumi e delle attività della vita contadina. Scendendo più a valle, verso Lucca, ecco Borgo a Mozzano, col suo celebre Ponte della Maddalena (più noto come Ponte del Diavolo per la forma asimmetrica delle sue arcate) e Bagni di Lucca, rinomato centro termale sin dai tempi degli antichi romani, e frequentato, in epoca romantica, anche da grandi poeti come Shelley e Byron. 👉 Leggi anche: I Borghi più belli d’Italia in Toscana: 23 luoghi da scoprire Storia della Garfagnana La Garfagnana fu abitata nell’antichità da popolazioni liguri insediate anche nei territori limitrofi di Lunigiana, Versilia e Appennino tosco-ligure, quindi dagli Etruschi. I Romani e le colonie di Luni e Lucca I Romani occuparono stabilmente la Garfagnana e la Lunigiana nella prima metà del I secolo a.C.. Nel 180 a.C i Romani deportarono totalmente le tribù liguri locali e fondarono le colonie di Luni e Lucca. Tuttavia, gruppi di indomiti apuani, sfuggiti alla cattura, permasero in zona a lungo e solo Giulio Cesare, oltre cento anni dopo, nel 56 a.C., riuscì a sottometterli del tutto, ed è allora che fu costruita una scorciatoia viaria tra Lucca e l’odierna Massa (l’attuale Via Sarzanese) che corre ai piedi della Garfagnana, lato mare. L’annessione della Garfagnana alla Tuscia Alla caduta dell’Impero Romano, la Garfagnana divenne dominio longobardo. I barbari partivano dalla fortezza Aghinolfi, a Montignoso, e da lì si estendevano verso il centro e il sud dell’Italia.Dopo la caduta dei Longobardi, sotto l’incalzare dei Franchi di Carlo Magno, la Garfagnana, già parte del Ducato longobardo di Lucca, fu annessa alla marca di Tuscia. Un territorio diviso tra Lucca e Ferrara Alla fine del XIV secolo, la Repubblica di Lucca tentò di annettersi la Garfagnana per rafforzarsi contro Pisa e Firenze. Le numerose incursioni di Castruccio Castracani permisero a Lucca di occupare la valle, ma il potere dei signori garfagnini non fu mai completamente soffocato.Nel XV secolo, a più riprese, alcuni comuni di Garfagnana fecero atto di dedizione agli Estensi, altri rimasero fedeli alla Repubblica di Lucca, con la conseguenza che la Garfagnana si trovò, fino alla metà del XIX secolo, divisa fra Lucca e Ferrara. Ludovico Ariosto, Commissario ducale della Garfagnana Nel XVI secolo la Garfagnana ebbe come Commissario ducale, per conto di Alfonso I d’Este, il poeta Ludovico Ariosto che, nella sua sede di Castelnuovo, amministrò la provincia dal 1522 al 1525. L’amministrazione dell’Ariosto in Garfagnana fu caratterizzata soprattutto dall’attività di contrasto del fenomeno del banditismo, particolarmente di quello annidato nell’alta Garfagnana. Il commissario-poeta fu spesso alle prese anche col temibile Moro del Sillico, un bandito locale, oggi reso popolare da una festa organizzata dagli abitanti di Sillico nel quale sono rievocati gli incontri tra il poeta e il fuorilegge. Una provincia del Ducato di Modena e Reggio Dopo la devoluzione del Ducato di Ferrara allo Stato Pontificio, nel 1598, il potere estense si trasferì a Modena che divenne, da quel momento, capitale anche della Garfagnana. Per alcuni secoli, la Garfagnana fu in conseguenza una provincia del Ducato di Modena e Reggio. La Garfagnana diventa Toscana Dal 1859 la Garfagnana fu incorporata nella provincia di Modena, per poi passare sotto Massa-Carrara. Fu un periodo di grande flusso migratorio degli abitanti della valle verso l’estero, in particolare Stati Uniti e Australia. Dal 1923 la Garfagnana è parte della provincia di Lucca. I borghi della Garfagnana I borghi della Garfagnana sono luoghi sospesi nel tempo, arroccati sulle montagne, luoghi in cui trovare un’atmosfera autentica, scevra di orpelli e fragrante di semplice tipicità. Castelnuovo di Garfagnana Castelnuovo di Garfagnana il centro principale dell’area, posizionato alla confluenza del fiume Serchio con la Turrite Secca, un tipico torrente apuano caratterizzato da spiccati fenomeni di carsismo. Storia di Castelnuovo di Garfagnana Le prime notizie di questo borgo toscano risalgono all’anno 740. Nel 1300, sotto il dominio lucchese, il paese acquista notevole rilevanza, ed è di quest’epoca la costruzione del bel ponte voluto da Castruccio Castracani per collegare il Castello al borgo di Cellabarotti, oggi Santa Lucia. Nel 1430, stanchi delle continue lotte, i castelnovesi si liberano del giogo lucchese sottomettendosi agli Estensi, dominio sotto il quale la città raggiunge il massimo sviluppo, e che vede anche il passaggio, come governatore, del poeta Ludovico Ariosto che dona altresì il nome alla Rocca Ariostesca, principale attrazione di Castelnuovo. Cosa vedere a Castelnuovo di Garfagnana La struttura originaria del castello medievale ha subìto nel tempo vari ampliamenti, tra i quali il più significativo è probabilmente la costruzione, nel 1675, della terrazza che guarda sulla piazza principale. Di notevole interesse è il Duomo, intitolato ai Santi Pietro e Paolo ed edificato nel 1500 sulle rovine di una chiesa romanica dell’XI secolo. All’interno si possono ammirare una splendida terracotta robbiana, la Pala di San Giuseppe, e un Crocifisso Ligneo del XV secolo, noto come Cristo Nero. Nei dintorni di Castelnuovo di Garfagnana Nelle vicinanze del paese è da vedere anche la Fortezza di Mont’Alfonso, eretta alla fine del Cinquecento come ultimo presidio del Ducato di Ferrara. Senza dimenticare che Castelnuovo è un punto di partenza ideale per esplorare le bellezze naturalistiche del Parco dell’Orecchiella e di quello delle Alpi Apuane. L’importanza della musica per Castelnuovo Vari eventi musicali, durante l’anno, attirano artisti da tutto il mondo: la Corale del Duomo di Castelnuovo, attiva sin da metà Settecento sotto il nome di Schola Cantorum; e il Festival dell’International Academy of Music of New York, che ha in Castelnuovo una delle sue tre sedi europee: le altre sono a Burgos in Spagna e a San Pietroburgo, in Russia. 👉 Leggi anche: Un percorso a piedi per scoprire Castelnuovo di Garfagnana Barga Borgo della Garfagnana dalle antiche tradizioni, risalente all’età longobarda dell’alto medioevo, Barga è annoverata tra i Borghi più belli d’Italia. L’archetipo di un borgo medievale Il paese è dominato dal castello, posto su uno sperone roccioso e protetto da una cinta muraria accessibile da tre porte: Porta Reale, Porta Macchiaia e Porta di Borgo. Passeggiando nella ragnatela dei vicoli e delle piccole piazze, si scopre la piacevole irregolarità degli antichi edifici. Seguendo via del Pretorio ecco che si aprono, su ambo i lati, incredibili scorci prospettici finché, oltrepassata Piazza Ser Barghesano, non appare il Duomo di San Cristoforo. Il Conservatorio di Santa Elisabetta a Barga Da segnalare il Conservatorio di Santa Elisabetta, in origine antico monastero delle Clarisse, trasformato nel 1788 da Pietro Leopoldo Granduca di Toscana in Conservatorio per l’istruzione di educande. L’imponente edificio a pianta rettangolare si sviluppa su tre ordini e contiene all’interno un ampio chiostro, dotato di ricchissime cisterne. Intorno vi corre il fronte delle mura originali del castello di Barga, costruite nel XVI secolo. Castelvecchio Pascoli Per gli appassionati di letteratura, ad appena quattro chilometri da Barga si trova la frazione di Castelvecchio Pascoli, dove il poeta Giovanni Pascoli dimorò diversi anni (è possibile visitare la casa in cui abitò con le sorelle) e a cui dedicò la nota silloge dei Canti di Castelvecchio. 👉 Leggi anche: Barga: la grande bellezza della Garfagnana Coreglia Antelminelli I primi documenti sull’origine del paese risalgono al X secolo, e testimoniano come sin dalla sua nascita Coreglia Antelminelli fosse legata alle sorti di Lucca. Storia di Coreglia Antelminelli Considerata, in epoca medioevale, un punto strategico, e nonostante fosse munita di notevoli fortificazioni, Coreglia fu soggetta a un lungo assedio in occasione di una battaglia tra i Guelfi e l’esercito di Castruccio Castracani, che li costrinse alla resa. Nel 1362 Coreglia aggiunse al suo nome quello degli Antelminelli, essendo stata per lungo tempo sede residenziale di questa importante famiglia. Finito il periodo delle lotte intestine iniziò per i coregliani quello dell’attività artigianale e dell’emigrazione che diffuse l’arte della lavorazione del gesso in tutto il mondo per mezzo del mestiere del figurinaio. Non a caso la più importante attrazione di Coreglia è proprio il Museo della Figurina di gesso e dell’emigrazione, a testimonianza degli stili di quest’arte e della peculiare tendenza all’emigrazione dei suoi abitanti. Cosa vedere a Coreglia Antelminelli In questo borgo annoverato, insieme a Barga, tra i Borghi più belli d’Italia, sono interessanti da visitare la Chiesa di San Martino (IX secolo) e la Rocca, un imponente edificio militare che risale probabilmente all’epoca romanica. Da vedere anche la Chiesa Castellana di San Michele, costruita a ridosso dell’antica fortezza del XII secolo, col suo imponente campanile – già Torre di Castruccio Castracani -, eretto nell’XI secolo. Ferragosto a Coreglia Il 15 di agosto, a Coreglia Antelminelli si festeggia la Giornata medievale con tanto di Corteo storico della Compagnia degli Alabardieri della Vicaria di Coreglia. 👉 Leggi anche: Coreglia Antelminelli, tra l’Appennino e le Apuane il borgo delle figurine di gesso Fabbriche di Vergemoli Esteso su un’area di 27,3 kmq incastonata tra le pareti rocciose della Pania della Croce (1858 m.), della Pania Secca (1709 m.) e del Monte Croce (1314 m.), il territorio di Fabbriche di Vergemoli è nato dalla fusione di due precedenti comuni, Fabbriche di Vallico e Vergemoli, ed è stato, fino al 2013, un comune autonomo, uno dei più piccoli della Toscana. Il borgo dell’acqua Nello spirito profondo di Fabbriche di Vergemoli ci sono i fiumi che alimentano numerosi allevamenti ittici, il bacino idroelettrico di Trombacco e la Polla Gangheri, mentre in epoche passate rappresentavano più che altro l’energia pulita che muoveva le macine di molti mulini e i magli delle ferriere costruite lungo il corso della Turrite di Petrosciana. Storia di Fabbriche di Vergemoli Fabbriche di Vergemoli ha una storia antichissima, ma Vergemoli e Fabbriche di Vallico iniziarono a svilupparsi come centri urbani a partire dal 1300, a seguito dell’importante lavorazione del ferro proveniente dalle miniere del Trimpello. Oggi la produzione di antichi strumenti di caccia e armi ha lasciato spazio a pochi pezzi di alta qualità, unici per la loro raffinatezza. L’Eremo di Calomini Nel comune c’è anche l’Eremo di Calomini, nato come santuario quando a una pastorella, all’incirca nell’anno Mille, apparve nel luogo la Madonna, la Vergine della Roccia, che ancora oggi viene venerata e la cui immagine è impressa in una statua di legno, semplice, ma evocativa. La chiesa dell’eremo è stata costruita rasente alla facciata del monte: la sagrestia e quasi tutto il convento restano all’interno di uno scavo ricavato dentro la montagna per mezzo di un solo scalpello. La sommità dello scavo termina in un’amplissima volta biancastra. 👉 Leggi anche: Fabbriche di Vergemoli: sentieri magici sulle antiche vie del ferro San Romano San Romano è importante soprattutto per il Castello delle Verrucole, ben conservato, imponente, dotato di un notevole torrione poligonale e di forti mura. La Fortezza, di recente restaurata, è inoltre il cuore di un vivace Archeopark, a cui si può accedere a piedi percorrendo una mulattiera che sale dal centro del paese, e dove una volta arrivati si viene accolti da dei figuranti in abiti medievali. Vagli di Sotto Tutta la vita di questo piccolo borgo della Garfagnana è legata al prospiciente Lago di Vagli, formato artificialmente nel 1947 con l’innalzamento della diga sul torrente Edron. Fabbriche di Careggine, il paese sommerso Il simbolo del luogo, benché sia visibile con cadenza più che decennale, è il paese sommerso di Fabbriche di Careggine, che venne inghiottito dalle acque del lago artificiale (uno dei più grandi d’Europa) nel 1953. Insieme a Fabbriche di Careggine in quell’occasione furono sommersi anche i borghi del Pantane e di Piari, i cui abitanti furono costretti a emigrare. VagliPark e il ponte sospeso più lungo d’Europa Ci si può inoltre divertire al VagliPark, un grande parco avventura e, al suo interno, al Bioparco del Lago di Vagli che include anche un ponte sospeso a funi (attraversato da una passerella ciclo-pedonale) che coi suoi 132 metri è tra i più grandi d’Europa. 👉 Leggi anche: Un paese sommerso nel Lago di Vagli Le piccole frazioni della Garfagnana Ricordiamo, inoltre, le frazioni di Camporgiano (al centro del quale c’è un’antica rocca costruita sopra a un dirupo che scende a picco sul fiume Serchio); Castiglione Garfagnana (con una cinta muraria ben conservata all’interno di cui si trova l’antica rocca); Fosciandora (dall’aspetto medioevale, col castello, la chiesa e una torre); Gallicano, Giuncugnano (il comune più elevato di tutta la Garfagnana: quasi 900 metri slm). Minucciano (il cui territorio è nel Parco delle Alpi Apuane e ospita la vetta più alta, il Monte Pisanino); Molazzana, Piazza al Serchio (coi suoi “doglioni”, antiche rocce vulcaniche che emergono dal letto del fiume); Pieve Fosciana, Sillano (circondato da castagneti noti per la produzione della “farina di neccio”); e Villa Collemandina. Cosa vedere in Garfagnana Parco dell’Orecchiella Compreso tra i comuni di Piazza al Serchio, San Romano, Sillano e Villa Collemadina, il Parco dell’Orecchiella è una belissima riserva di 5 ettari popolata da foreste di faggi, castagni, pini e abeti. Lungo i numerosi sentieri, adatti a diversi livelli di difficoltà, è possibile incontrare cervi, mufloni e cinghiali, mentre, nel cielo, scorgere falchi e aquile reali. 👉 Leggi anche: Parco dell’Orecchiella in Garfagnana: un tuffo nella natura Il Ponte della Maddalena (o del Diavolo) Il medioevale Ponte della Maddalena, conosciuto come “Ponte del Diavolo“, unisce le due sponde del fiume Serchio in prossimità di Borgo a Mozzano. Eretto nel XIV secolo per iniziativa della contessa Matilde di Canossa, il ponte è caratterizzato da un’interessantissima asimmetria strutturale: un grande arco e altre arcate di grandezza variabile si snodano per tutta la sua lunghezza. Qualcosa di particolare, di inusitato, ed ecco che nasce la leggenda. La leggenda del Ponte del Diavolo Pare, infatti, che ai tempi della costruzione del Ponte del Diavolo, il capo delle maestranze incaricate di eseguire i lavori accettò l’aiuto di Satana per riuscire a portare a termine il suo compito in tempo. Il demonio gli apparve in forma umana e gli propose uno scambio: lui e i suoi operai sarebbero riusciti a completare la costruzione in una sola notte, ma il diavolo si sarebbe preso l’anima della prima persona che avrebbe valicato il ponte. Il patto fu suggellato, il ponte eretto, ma il capomastro, preso dal rimorso, si recò in chiesa e il parroco allora gli prospetto la soluzione: l’uomo avrebbe fatto attraversare il ponte a un cane bianco (o a un maiale, secondo altre versioni della leggenda). Così fu. Il demonio allora si gettò sul cane, gli strappò l’anima e volò via, ma poi, resosi conto dell’inganno, per la rabbia si inabissò nelle acque del fiume e scomparve per sempre. Si dice però che nelle sere d’autunno egli compaia ancora sul ponte in forma di cane bianco, vagando rabbiosamente in cerca del capomastro, contro il quale avrebbe promesso eterna vendetta. La Grotta del Vento Tra le più spettacolari grotte carsiche delle Alpi Apuane, la Grotta del Vento è un sistema di caverne che si sviluppa dentro la Pania Secca. Tre gli itinerari, di diversa durata: il primo, per lo più pianeggiante è ricco di concrezioni calcaree; il secondo inizia con un profondo baratro ed è in parte percorso da un fiume sotterraneo; il terzo è caratterizzato da grandi sale e un ampio pozzo. Per arrivare alla Grotta del Vento bisogna percorrere una strada di montagna che parte da Gallicano. 👉 Leggi anche: Grotta del Vento: nel ventre delle Alpi Apuane L’Orrido di Botri Spettacolare gola calcarea alle pendici dei Monti Tre Potenze e Rondinaio, l’Orrido di Botri è conosciuto per le impervie pareti scavate dalle acque dei torrenti Mariani e Ribellino che si congiungono dando vita al Rio Pelago. Nel periodo estivo, quando la portata delle acque è minore – la riserva è aperta da giugno a settembre – è possibile risalire il tratto da Ponte a Gaio fino alla Piscina. Le ripide pareti sono da sempre un sito di nidificazione ideale per l’aquila reale. 👉 Leggi anche: Trekking all’Orrido di Botri: il fascino segreto della Garfagnana Isola Santa Frazione del comune di Careggine, è un piccolo paese a 550 m s.l.m., probabilmente fondato nell’alto Medioevo come ospizio, sulla strada che collegava la Garfagnana alla Versilia.Questo borgo, un tempo abbandonato, negli ultimi anni è stato in parte ristrutturato e, pur mantenendo un aspetto molto rustico, con le casette di pietra e i tetti in ardesia, è stato trasformato in albergo diffuso. Pittoresco e ben conservato, il paesino offre soggiorni pieni di fascino, per la bellezza dei panorami e il silenzioso fruscio delle foreste.Il borgo si affaccia su un lago artificiale, riempito dalle acque del torrente Turrite Secca bloccate da una diga nel 1948-49 (ad uso della vicina centrale idroelettrica), che in parte sommerse l’antico abitato. Ogni dieci anni lo svuotamento del bacino fa riafforare gli edifici semidistrutti del villaggio, in particolare un mulino e un ponticello di pietra. 👉 Leggi anche: Antico Borgo Isola Santa: una magia fuori dal tempo La cucina della Garfagnana La cucina della Garfagnana ha i sapori tipici delle località di montagna: funghi, castagne, polenta, ma anche ricette a base di mais e farro, cereale tipico della zona, tanto da aver conquistato la denominazione IGP. Piatti tipici della Garfagnana La Minestra di farro: il Farro IGP della Garfagnana è l’ingrediente principale di una serie di ricette della tradizione contadina La Polenta di Formenton Otto File: altro piatto povero è la polenta di Formenton Otto File, antica varietà di mais coltivata in Garfagnana e nella Media Valle del Serchio. La Pitonca: parente ricca della polenta di Formenton è la Pitonca, complessa preparazione, in cui sono utilizzati un numero notevole di ingredienti prima di unirvi la farina di mais. È servita al piatto ma è fritta, tagliata a quadrati, che raggiunge la sua massima espressione. Il Neccio: oltre che per la polenta e il pane, la farina (questa volta di castagne) è l’ingrediente essenziale del neccio, una sorta di crêpe morbida, arrotolata e farcita solitamente con ricotta fresca. Altro dolce tipico garfagnino è il cosiddetto castagnaccio, o Torta di Neccio, in cui alla farina di castagne si aggiungono frutta secca e rosmarino. Le Crisciolette: preparate come il neccio su cotte o testi di ferro – in questo caso unti con del lardo -, l’impasto è ottenuto con un mix di farine di grano e mais. Ne viene fuori un disco croccante da farcire a proprio piacimento; la versione più classica prevede della pancetta che col calore va praticamente a tatuarsi sulla cialda. Frittelle e cagio: le frittelle sono servite nei cartocci e accompagnate da pezzi di formaggio. Piatti a base di carne e pesce Il Biroldo: è un salume di parti povere del maiale. Oltre a esser buono da solo sul pane, è un ingrediente usato per insaporire piatti più elaborati come, appunto, la Pitonca. Mentre la Mondiola, salame morbido a grana grossa, è decisamente più pregiata. Il Manzo di pozza: tra una bresaola e un carpaccio, è tagliato in pezzi e messo in vasche di pietra dette pozze. Eccezionale come antipasto, servito magari insieme a salumi e formaggi. La Trota: i torrenti cristallini della Garfagnana sono l’habitat ideale per le trote, da sempre consumate fresche o marinate. Oltre a possedere caratteristiche nutrizionali straordinarie va ricordato che la Comunità Europea ha definito la zona degli allevamenti di trote della Valle del Serchio, bacino indenne da malattie infettive. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Dolci tipici della Garfagnana: golosi del mondo…uniamoci! 👉 La Garfagnana oltre i parchi: fortezze, borghi e ponti del diavolo 👉 Mousse di Melone con Croccante di Prosciutto Bazzone della Garfagnana 👉 Parchi della Garfagnana: tutta la bellezza della montagna toscana La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreVieri Tommasi CandidiScrittore & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/cosa-vedere-in-garfagnana/" width="100%" count="on" num="3"]