14 Luglio 2020 2021-11-08T16:03:24+01:00 Lunigiana, verde terra di confine, crocevia di storia e cultura, tra castelli, pievi e chiese TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Cosa vedere in Lunigiana, una guida completa a borghi, castelli e piatti tipici per vacanze in Toscana tra natura, enogastronomia e i paesi dell’antica diocesi di Luni. Cosa vedere in Lunigiana, verde terra di confine tra Toscana e Liguria La Lunigiana è una regione oggi compresa fra Toscana e Liguria, verdemente estesa tra valli che si aprono tra le catene montuose dell’Appennino Tosco-Emiliano e delle Alpi Apuane, da sempre territorio di valico e confine, ricco di bellezza, storia, cultura, e antichi insediamenti. Il territorio più settentrionale della Toscana L’area deriva il nome dall’antica città romana di Luni, situata alla foce del fiume Magra, non lontano da dove oggi sorge Sarzana: l’influenza della città, che divenne il porto più importante sul mar Ligure, fu tale da identificare col proprio nome l’intero territorio circostante. Lunigiana ieri e oggi Attualmente la zona corrisponde al bacino idrografico del fiume Magra. La Lunigiana storica, invece, corrisponde ai possedimenti che facevano capo, dal punto di vista amministrativo o ecclesiastico, all’antica sede vescovile di Luni che controllava le attuali province di La Spezia e di Massa-Carrara, l’alta Garfagnana, fino circa a Camporgiano, e la Versilia fino a Ponte Strada, presso Pietrasanta, nell’odierna provincia di Lucca, oltre a un minuscolo territorio ubicato nel comune di Albareto, attualmente in provincia di Parma. Lunigiana Interna e Esterna Oggi come oggi, si distingue tra Lunigiana Interna, identificata col territorio dell’alta e media valle del fiume Magra, fino ad Albareto e a Minucciano, e Lunigiana Esterna, comprendente la bassa valle del Magra, con tutto il circondario di Sarzana, e il tratto finale della val di Vara, in provincia di La Spezia.I confini della Lunigiana, ben delineati nel loro tratto settentrionale, si fanno incerti e meno netti nella parte che volge a a Mezzogiorno. Scopri 7 luoghi dove andare a sciare in Toscana Storia della Lunigiana Età antica, la fondazione della città di Luni Il nome Lunigiana compare per la prima volta nel 1141 a indicare il territorio un tempo appartenente al municipio romano della città di Luni e della sua diocesi che comprendeva 35 pievanie in tutta la valle del Magra, coi suoi affluenti, una parte della valle del Serchio, e il litorale compreso a nord del fiume Versilia fino a Levanto. Oggi ci si riferisce a questo territorio come Lunigiana Storica. La città di Luni venne fondata dai romani nel 177 a.C., alla foce del fiume Magra, in seguito alla sconfitta dei Liguri Apuani. La città ebbe gran rilevanza in età imperiale, grazie allo sfruttamento delle cave di marmo “lunense” (successivamente noto come marmo di Carrara) e delle risorse della Lunigiana interna. Il porto di Luni, e una rete stradale che attraversava il territorio già da epoca repubblicana, garantivano la diffusione di questi prodotti in tutto l’impero. Il sistema produttivo e mercantile lunense entrò però in crisi a partire dal IV secolo, quando le cave furono chiuse e il porto, gradualmente insabbiato, fu abbandonato. Luni, come città, si spense, e nessun centro o entità politica si sviluppò al punto da conferire di nuovo un’unità amministrativa al territorio. Alto Medioevo, la conquista dei Longobardi Dopo la fine dell’Impero romano di Occidente, nel periodo delle invasioni barbariche, tra il VI e il VII secolo d.C., la Lunigiana divenne teatro degli scontri fra Bizantini e Longobardi, per questo furono costruiti svariati castelli, come linea fortificata o “limes”. Dopo la definitiva conquista del territorio da parte dei Longobardi, la Lunigiana iniziò a orbitare nell’area di Lucca. Questa influenza proseguì anche sotto i Franchi, ma non ci furono grandi cambiamenti politici fino al X secolo. È in quest’epoca infatti che il territorio venne riorganizzato secondo il modello delle “curtes”, i cui proprietari erano i gruppi aristocratici, Vescovi e chiese. Basso Medioevo, un territorio conteso Nei secoli XII e XIII, caratterizzati da una forte instabilità politica, si profilò l’ascesa dei Malaspina, e il consolidamento del potere dei Vescovi di Luni. Il XIII secolo fu il periodo di massimo sviluppo dei Malaspina che entrarono sempre più in attrito coi vescovi conti di Luni. I loro scontri terminarono solo con la pace firmata nell’anno 1304 al castello di Castelnuovo di Magra, alla quale partecipò anche Dante Alighieri (in esilio proprio in Lunigiana) in veste di procuratore dei Malaspina. I Malaspina, tuttavia, non riuscirono mai a formare una signoria unitaria, tanto che via via si assistette a un’impressionante frammentazione del territorio che portò infine la Lunigiana ad essere dominata da Signorie e poteri esterni fin dal basso Medioevo. Dopo i brevi tentativi di unificare il territorio da parte di alcuni personaggi come Castruccio Castracani e Spinetta Malaspina, infatti, nella prima metà del secolo XIV, la Lunigiana fu spartita fra le maggiori città-Stato del tempo: Genova, Milano, Lucca, Firenze. Età moderna: le “tre Lunigiane” In età moderna la Lunigiana proseguì a essere un territorio di frontiera. Con la sconfitta di Napoleone e la Restaurazione, il Congresso di Vienna (1814-15) sancì che gli ex feudi imperiali passassero sotto il dominio estense di Francesco IV d’Asburgo, duca di Modena e Reggio (dal 1829 anche Duca di Massa e Principe di Carrara) mentre altri territori furono assegnati al Granducato di Toscana. Il Trattato di Firenze, del 1844, chiuse definitivamente il periodo napoleonico e delineò “tre Lunigiane”: una Lunigiana assegnata al Ducato di Parma e Piacenza, con Pontremoli e Bagnone; una Lunigiana assegnata al Ducato di Modena e Reggio con Fivizzano, Aulla, Licciana, Massa e Carrara; una Lunigiana assegnata al Regno di Sardegna, con Sarzana, La Spezia e la Val di Vara. L’Unità d’Italia e la divisione tra Toscana e Liguria Con l’Unità d’Italia (1861), senza alcun rispetto per la storia e le tradizioni della regione, la Lunigiana entrò a far parte della provincia di Massa-Carrara: il dittatore di Modena, Luigi Carlo Farini, spaccò in due il territorio della Lunigiana Storica, creando per l’appunto la provincia di Massa-Carrara, con la Val di Magra e parte della Garfagnana, mentre La Spezia e la Val di Vara furono assegnate alla provincia di Genova. Lunigiana, territorio simbolo della Resistenza Durante la seconda guerra mondiale, la Lunigiana rappresentò la retrovia della Linea Gotica che separava le aree ancora occupate dalle forze nazifasciste da quelle liberate dagli alleati, divenendo uno dei più importanti teatri d’azione delle brigate partigiane, tanto che, tra il 1943 e il 1945, nel territorio si verificarono alcuni degli episodi più tristi ed efferati dell’intera guerra, ricordate dappertutto da lapidi e cippi. Borghi della Lunigiana I lunigianesi, secondo il censimento del 2001, sono circa 130.000, il 57% dei quali risiede negli 8 comuni in provincia di La Spezia. I comuni toscani in provincia di Massa-Carrara sono: Aulla, Bagnone, Casola in Lunigiana, Comano, Filattiera, Fivizzano, Fosdinovo, Licciana Nardi, Mulazzo, Podenzana, Pontremoli, Tresana Villafranca in Lunigiana, Zeri. Pontremoli, il comune toscano più a nord Il primo borgo che incontriamo nella nostra guida intitolata: “Cosa vedere in Lunigiana” è Pontremoli. Questo comune è il più settentrionale della Toscana, di cui è considerato la porta di accesso, un piccolo scrigno di memorie artistiche e monumentali. Attraversare i suoi ponti medioevali e percorrere le sue vie lastricate è un modo per viaggiare indietro nel tempo fino a un’epoca mitica, quella in cui alcuni storici riconoscono nell’attuale borgo la leggendaria Apua, l’antica capitale dei Liguri-Apuani. Il Museo delle Statue-Stele Nel Castello del Piagnaro è ospitato il Museo delle Statue Stele che raccoglie la bellissima serie di sculture antropomorfe, incredibile testimonianza della preistoria lunigianese che va dall’Età del rame fino alla romanizzazione: il significato di questi affascinanti reperti è ancora dibattuto anche se, secondo la tesi più diffusa, rappresenterebbero divinità maschili e femminili protettrici dei vari aspetti della vita umana. Cosa vedere a Pontremoli Tra le principali attrazioni del centro di Pontremoli c’è il Duomo (XVII secolo), con la pianta a croce latina sormontata da una vasta cupola.Passeggiando poi per il borgo non si può non notare il Campanone, la torre centrale della cortina di Cazzaguerra, innalzata nel XIV secolo, e oggi vero e proprio simbolo della città. La cortina, che un tempo divideva l’antica grande piazza centrale (di cui sono ancora intuibili i resti), fu fatta costruire da Castruccio Castracani degli Antelminelli in modo da tenere separate le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini, così da confinarli in parti diverse della città. Nel 1578 la torre fu trasformata in campanile. Da segnalare anche il settecentesco Teatro dell’Accademia della Rosa, fatto costruire da venticinque nobili famiglie pontremolesi, tipico esempio di teatro rococò, il più antico della provincia apuana. Meritano una visita anche la Chiesa e Convento di San Francesco (oggi parrocchia dei Santi Giovanni e Colombano). Filattiera, antica fortificazione della Lugiana Il nome viene da “Fulacterion”, termine con cui i bizantini definivano le fortificazioni costruite sui punti strategici. Il borgo conserva, ancora oggi intatto, il primo insediamento del XIII secolo, con la chiesa castrense di San Giorgio, la Torre di avvistamento. Nei secoli successivi venne costruito il Castello malaspiniano, la chiesa e l’Ospedale di San Giacomo.A fondovalle si delineano gli antichi terrazzi fluviali, tutt’ora coltivati a foraggio e mais. In collina, invece, ecco le coltivazioni di grano, orzo, vigne e ulivi, oltre a una serie di splendide ville e ruderi. La Pieve di Sorano e le statue-stele Tra le diverse chiese della zona spicca senza dubbio la bella Pieve di Sorano, di cui si ha una prima documentazione nel 1148. La pieve giace nel fondovalle, in un punto in cui già in epoca preistorica si trovava un importante insediamento. Non a caso nelle vicinanze sono state rinvenute delle statue-stele che testimoniano la presenza di comunità stanziali già a partire dall’Età del Bronzo. Recenti scavi archeologici hanno poi rinvenuto i resti anche di un villaggio romano, cui succedette una mansio al servizio dell’importante via di comunicazione che conduce al passo della Cisa. La lapide di Leodgar Alla sinistra del borgo toscano di Filattiera si alza la collina di San Giorgio, con la torre e l’antica chiesetta romanica. La torre è ciò che è rimasto di una struttura difensiva più ampia, un castello protetto da mura a protezione della Via Francigena che entra in Toscana proprio dalla Lunigiana. La chiesa è famosa per conservare al suo interno la testimonianza scritta più antica della storia della Lunigiana, la lapide di Leodgar, ritrovata nella pieve di Sorano e poi spostata. Forse missionario, forse gastaldo longobardo, Leodgar morì nel 752, dopo aver lottato per la cristianizzazione della Lunigiana, così come è scritto in latino sulla lapide stessa.La chiesa risale, nelle sue parti più antiche, al XIII secolo, mentre la facciata è databile al XIV-XV secolo, ed è caratterizzata dallo stile romanico a una navata, costruita in bozze d’arenaria squadrate, con l’asbide rivolta a Oriente. Villafranca in Lunigiana Villafranca si estende lungo il percorso della Via Francigena e, sia nel cuore del paese che nelle sue numerose frazioni, si possono ammirare notevoli vestigia di un importante passato medievale. In posizione pittoresca e strategica, vicino al guado del fiume Magra, il centro storico di Villafranca propone le rovine del Castello di Malnido. Costruito dai Malaspina a partire dal 1100, la fortezza rappresentava un importante baluardo lungo la Via Francigena, a beneficio del ramo ghibellino dei Malaspina. Oggi ne rimangono resti suggestivi. La cinta muraria, insieme ad altre fortificazioni visibili dalla parte opposta del borgo, attigue alla chiesa di San Giovanni, rappresentano ulteriori, interessanti, vestigia medievali. Notevole anche il Museo Etnografico della Lunigiana: nelle sue sale si possono osservare strumenti artigianali, attrezzi agricoli e pastorali, oggetti d’uso comune, personale e domestico, oltre a quelli magico-protettivi e di devozione provenienti da tutto il territorio. Particolarmente significativa la sede del museo che trova spazio negli edifici dei mulini trecenteschi della comunità di Villafranca. Cosa vedere nei dintorni di Villafranca La più nota frazione di Villafranca è Filetto, borgo medievale dall’impianto urbanistico quadrilatero. La sua origine è probabilmente bizantina. Il nucleo originario è formato da un recinto con quattro torri angolari di pianta circolare, trasformato poi nel XV e nel XVI secolo con una nuova cinta muraria nella quale furono aperte due porte monumentali. Nella selva di Filetto, un bosco sacro dedicato a divinità pagane, sono state rinvenute molte statue stele. Il territorio di Villafranca è l’ideale per gli amanti della natura e del trekking. La frazione di Malgrate, uno dei borghi più antichi, sovrasta l’accesso alla valle del torrente Bagnone, lungo cui si possono visitare numerosi mulini ad acqua ancora in funzione. Aulla Aulla si sviluppa nella parte finale della Lunigiana toscana, al confine con la Liguria, in una zona pianeggiante di fondovalle, alla confluenza tra il fiume Magra e il torrente Aulella, sebbene il territorio comunale sia molto più vasto. La felice posizione strategica tra il passo della Cisa, a nord, il passo del Cerreto e del Lagastrello, a est, e la costa, a sud e ovest, la rese il fulcro di un reticolo di antiche vie medievali, tra cui la più importante, la Via Francigena, proseguiva da Aulla con tre varianti verso Luni. La Fortezza di Brunella Simbolo della città è l’imponente Fortezza della Brunella, costruzione militare cinquecentesca a struttura quadrangolare, eretta su un promontorio probabilmente da Giovanni delle Bande Nere nella prima metà del XVI secolo, e oggi sede del Museo di storia naturale della Lunigiana. Aulla medievale Resta invece poco dell’Aulla medievale, ad eccezione dell’abbazia di San Caprasio, fondata nell’884 d.C da Adalberto I, marchese di Toscana. Fortemente rimaneggiata nei secoli, della struttura primitiva l’abbazia conserva l’abside semicircolare e un frammento di pietra scolpito a motivi vegetali e del palazzo del Centurione, di cui rimangono anche resti della porta di accesso alla città. Cosa vedere nei dintorni di Aulla Il resto del territorio comunale di Aulla è molto interessante per aver mantenuto testimonianze storiche più solide: Caprigliola con le mura Medicee e la torre dei Vescovi Conti, Bibola, borgo in galleria con i resti del castello e Bigliolo e Olivola immersi nel verde con resti di fortificazioni. Licciana Nardi Scorci di rara bellezza, nel borgo e tra le valli di Licciana Nardi, immersa nel suggestivo scenario del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Molto interessanti gli antichi sistemi di fortificazione, come il Castello di Monti, edificato nel periodo tra il XII° e il XVII° secolo. Nato come baluardo difensivo, questo avamposto fu via via trasformato nel corso dei secoli XVI e XVII, fino a divenire un’elegante dimora signorile. Nel castello si fondono più stili, dal medioevale al rinascimentale, ad accenni di barocco. Notevole anche il Castello di Bastia, eretto verso la fine del Duecento per difendersi dagli attacchi provenienti dai passi appenninici. Appartenuto ai Malaspina di Villafranca, la sua massiccia struttura era rappresentata da un impianto originario a pianta quadrangolare, dotato di un potente mastio centrale, con quattro torri cilindriche angolari. Sulla facciata si fanno notare suggestive finestre a croce guelfa. Le pievi Tra le pievi, da visitare quella di Santa Maria Assunta, nella frazione di Venelia-Monti, costruita nell’XI secolo, nonostante abbia poco dell’aspetto originario, essendo stata ricostruita nel XVIII° secolo. Tuttavia si può ancora ammirare, su un lato dell’antico edificio, l’interessante abside romanica in pietra serena. Da segnalare anche la Pieve di San Nicolò Varano che contiene un’opera di notevole valore: una pala d’altare di Angelo Puccinelli, pittore lucchese del XIV secolo. Fivizzano, il comune dei 100 borghi Il comune di Fivizzano, nella Lunigiana orientale, prende una curiosa forma di mezzaluna che tocca la provincia di Lucca e l’Emilia. Denominato il comune dei 100 borghi, per le numerosissime frazioni che lo compongono, il territorio è antichissimo e zona di ritrovamento di statue-stele. In epoca altomedievale rappresentava il mercato del vicino borgo della Verrucola, sede del potere feudale, prima del dominio fiorentino dal XV secolo. La Firenze di Lunigiana “Perla sperduta tra i monti” di carducciana memoria, Fivizzano è conosciuta anche come “Firenze di Lunigiana” per essere stato uno dei primi paesi della zona a sottomettersi ai Medici, ma anche per l’eleganza delle sue architetture.Il paese conserva un importante centro storico, protetto e racchiuso dalle mura medicee, erette da Cosimo I nel 1540, dove si susseguono palazzi signorili che confluiscono nella Piazza Medicea. Cosa vedere nei dintorni di Fivizzano Nei dintorni, l’imbarazzo della scelta su cosa visitare: il borgo della Verrucola, la pieve di San Paolo di Vendaso la pieve di Pognana, il borgo di Gragnola con l’imponente castello, Vinca, Sassalbo e Viano, le grotte di Equi Terme…Durante l’estate poi, numerosi sono i punti in cui rinfrescarsi nelle acque dei torrenti. Particolarmente suggestivi sono i bozzi delle fate di Fiacciano, le pozze di Magliano, le marmitte dei giganti di Mommio. Il Castello della Verrucola Il Castello della Verrucola si erge maestoso in un’area storicamente nota grazia ai conflitti per il controllo delle vie commerciali appenniniche. Nel 1418, Verrucola fu teatro di un impressionante bagno di sangue: una cospirazione pianificata ai danni del marchese Bartolomeo Malaspina. Il nobile venne ucciso con una scure insieme alla moglie incinta, l’ormai ottantenne marchese Niccolò, i suoi figli e gli inservienti. Solo Spinetta Malaspina, la piccola di 20 mesi riuscì a sopravvivere al massacro grazie alla sua eroica balia. L’evento drammatico riecheggiò fino a Firenze, che giudicò d’uopo intervenire e di riportare la zona della Lunigiana orientale sotto il suo controllo. È possibile visitare il Castello della Verrucola, ridonato a nuova vita dallo scultore Pietro Cascella. Senza dubbio è un’esperienza unica, in cui si viene catapultati indietro nel tempo, in un’epoca fatta di romantiche leggende e storie di fantasmi. Uno di questi sembrarebbe essere quello del Capitano Francesco Accorsini, ufficiale in comando della fortezza nel XVII secolo, accusato dal tribunale dell’Inquisizione di Modena di praticare magia nera e stregoneria. Fosdinovo, bellissimo borgo della Lunigiana Fosdinovo si trova nella Bassa Val di Magra, a nord della piana di Luni e di Bocca di Magra. Castello Malaspina L’imponente castello Malaspina di Fosdinovo, forse il meglio conservato della Lunigiana, accoglie i visitatori al loro arrivo nel borgo. Visitabile accompagnati da una guida, il castello racchiude molte leggende e storie, su tutte il soggiorno di Dante nel castello. Inoltre pare che il fantasma di una fanciulla, castigata dai genitori per essersi innamorata di uno stalliere, compaia nelle sue stanze. Infine, si racconta che una lussuriosa marchesa giustiziasse i suoi amanti facendoli precipitare in una botola dopo l’atto sessuale. Fosdinovo, non solo Castello A Fosdinovo troviamo anche la chiesa parrocchiale di San Remigio con il sepolcro di Galeotto Malaspina e l’oratorio della Compagnia dei Bianchi. Nei dintorni di Fosdinovo è possibile ammirare la villa malaspiniana di Caniparola, purtroppo non visitabile. Ponzanello, coi ruderi del castello eretto dai vescovi di Luni. Marciaso, e il suo interessante borgo. Giucano e Pulica, con il ritrovamento archeologico di un guerriero ligure-apuano. La cucina tipica della Lunigiana Oltre a cosa vedere in Lunigiana, vi sveliamo anche cosa mangiare. Questo affascinante territorio settentrionale della Toscana possiede un ricco patrimonio gastronomico che vanta piatti rispecchianti una cucina povera ma gustosissima. Le Focacette Con impasto a base di farina bianca o gialla di mais, esistono più varianti di Focacette, a seconda della zona. Si dice che la loro origine affondi nella notte dei tempi. Famose quelle di Amola, Monti e Vaccareccia, alle quali sono dedicate celeberrime sagre durante l’estate. Torta d’Erbi Fatta con varie erbe di campo, ogni zona ha la sua ricetta. La più famosa Torta d’Erbi è quella del pontremolese, cotta nei testi in ghisa e con quasi 100 tipi di erbe come ingredienti. Testaroli Antico cibo lunigianese impastato con acqua e farina, i Testaroli sono cotti nei testi di ghisa, sotto la brace e sopra la cenere. Vengono poi tagliati a losanga e conditi col pesto lunigianese, o con olio e formaggio. Panigacci di Podenzana A base di acqua e farina, cotti direttamente sulla fiamma, in terrine, i Panigacci di Podenzana sono buonissimi con formaggi e salumi, ben caldi. Lasagne bastarde L’impasto delle Lasagne bastarde è al 50% farina di castagne e al 50% di farina bianca. Uno dei tanti piatti derivati dalle castagne, il “grano” della Lunigiana, che ha sfamato il suo popolo durante i periodi difficili. Barbotta Non molto conosciuta, la Barbotta è un piatto povero cotto nei testi, con la teglia spalmata di burro, fatto con la cipolla dolce di Treschietto, farina di mais, e formaggio. Pattona La Pattona è fatta con la castagna della Lunigiana. Scriveva nel XV secolo il De Faye: “è per due terzi el pan de Lulixana“. Secondo la tradizione il nome deriva dallo schiacciamento prodotto con le mani per renderla più sottile. Viene cotta in un forno a legna, avvolta nelle foglie di castagno, e gustata con pancetta o ricotta.La Spongata Squisito dolce tipico della Lunigiana, anche la Spongata vanta molteplici varianti nella zona che va dalla Liguria all’Appennino parmense. La più famosa della zona è quella di Pontremoli, servita negli storici caffè del centro. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Lunigiana: i territori svelati dell’antica diocesi di Luni 👉 Massa e la Rocca Malaspina per dominare terra, cielo e mare 👉 Toscana a piedi: 7 indimenticabili percorsi di trekking La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/cosa-vedere-in-lunigiana/" width="100%" count="on" num="3"]