4 / 6 – La trasformazione della Maremma in una gigantesca palude

La Repubblica di Siena

Con la fine del feudalesimo, e soprattutto con l’affermarsi delle signorie, nel XIII secolo la Maremma cade sotto l’influenza della Repubblica di Siena, la quale subito dopo conquista militarmente anche Grosseto, trasformando la zona in un gigantesco pascolo a pagamento, e istituendo la dogana dei paschi – da cui trae origine soltanto il nome della famosa banca senese – che grazie al clima mite e a precoci primavere, attira i transumanti del Centro Italia.

Purtroppo la perdita dell’indipendenza e l’assoggettamento allo sfruttamento senese devasta l’economia locale e comporta l’abbandono del territorio coltivato, con l’inevitabile incremento delle terre paludose. A partire dal XIV secolo, infatti, la presenza dell’uomo in questa regione diverrà sempre più precaria, dovendo anche fare i conti col terribile flagello della malaria e con la povertà, tratti salienti della Maremma per diversi secoli.

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Una gigantesca palude

Ecco che molte tessere del mosaico iniziano ad andare al loro posto ed iniziamo ad intuire cosa vuol dire Maremma e il perché i toscani molto spesso la rendono protagonista degli improperi. Da fiorente territorio di alcune tra le più importanti città etrusche e dell’Impero Romano, fino alla dominazione de facto degli Aldobrandeschi, la Maremma, dopo il “trattamento senese”, diventa una gigantesca, malsana palude, molto più adatta al proliferare della zanzara anofele, veicolo della malaria, che degli esseri umani.

Quando si è iniziato a bonificare il territorio? Scoprilo nella prossima pagina

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