5 / 6 – Ristoranti toscani di cucina sperimentale: dalla solidità della tradizione all’originalità dell’innovazione

Arnolfo (2 stelle Michelin) dello chef Gaetano Trovato

Dal mitico Arnolfo, a Colle Val d’Elsa, il menu stagionale è sempre eccitante: cosa si inventerà stavolta Gaetano Trovato, che abbinamento sperimenterà? Il grande chef da anni fa leva su un team giovane, sebbene lui resti saldamente alla guida dell’allegra brigata, affiancato dal pasticciere Michele Fanucchi.

In una Toscana costituzionalmente vocata alla tradizione, questa perla della ristorazione spinge forte sull’acceleratore dell’innovazione, originando costantemente tensione creativa e rendendo molto vivace la cucina. Piatti come la Pappardella ripiena al brasato (di Chianina di Simone Fracassi, con il tocco di uno scampo leggermente marinato), o l’Anatra muta del Valdarno di Laura Peri, l’agnello del Casentino, o ancora, il piccione, non hanno nulla di classico, se non l’intrinseca magia d’un perfetto equilibrio. S’inizia sempre dalla tradizione, si studia il presente, si crea il futuro. Proprio come faceva quel genio di Arnolfo di Cambio che dona il nome al ristorante.

A disposizione, due menu degustazione: Evoluzione del territorio, omaggio alle carni e ai pesci locali; e Architetture Vegetali: percorso vegetariano di 7 portate, nato ben 12 anni fa, a dimostrazione che Arnolfo si è sempre trovato un passo avanti.

Da quest’anno Arnolfo ha un nuova location, una struttura moderna, ideata e costruita ex novo dai fratelli Gaetano e Giovanni Trovato. L’esaltazione del territorio, così come nella loro filosofia d’ospitalità, rappresenta un punto nodale nella realizzazione di questa dimora: giallo di Siena e travertino delle Crete Senesi, insieme alle ampie vetrate, fanno da cornice a una vista meravigliosa sul centro storico di Colle di Val d’Elsa.

Per approfondire: La cucina senza confini dello chef Gaetano Trovato e del nuovo ristorante Arnolfo

Gaetano Trovato, due stelle Michelin, chef e proprietario del ristorante Arnolfo a Colle Val d'Elsa nel Chianti Senese

Borgo Santo Pietro Saporium (1 stella Michelin) – Chef Ariel Hagen

A Palazzetto di Chiusdino (Si), il ristorante Borgo Santo Pietro Saporium è immerso in una tenuta di 13 ettari coltivata secondo i principi dell’agricoltura biologica, in cui sono allevati anche pecore, polli e galline ruspanti, maiali e api, per produrre formaggio artigianale, salumi e insaccati, miele grezzo e uova fresche. Nella tenuta si trovano anche due vigneti, frutteti e campi di noci, un caseificio artigianale e un ampio orto biodinamico che offre verdure di stagione, erbe e fiori eduli lungo tutti i periodi dell’anno.

La tenuta è il cuore pulsante della filosofia “dalla Terra al piatto” che anima il ristorante Borgo Santo Pietro Saporium, dove lo chef e il suo team collaborano costantemente coi contadini e i giardinieri specializzati per realizzare straordinari piatti creativi che rispettano ed esaltano al contempo il ritmo della natura e i sapori autentici di questa magnifica terra.

Sono l’Executive Chef Ariel Hagen e il suo team, insieme al maestro giardiniere, al raccoglitore, al casaro, al panettiere, allo specialista della fermentazione, al macellaio, al responsabile del ristorante e al sommelier, ad accompagnarvi in un viaggio delizioso che celebra prima di tutto le grandi emozioni suscitate dai sensi.

Gi ultimi 2 ristoranti/chef toscani di cucina sperimentale te li proponiamo a pagina 6: scoprili!

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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