Nel mio viaggio in Asia ho scoperto delle curiosità musicali molto particolari, che intrecciano la tessitura dei tappeti alla scrittura delle partiture musicali

I tappeti rappresentano una delle forme più arcaiche dell’arte. In Asia tutto un villaggio lavora su uno stesso tappeto; nelle lunghe veglie invernali, si riuniscono in una grande casa, dove, divisi in gruppi, stanno in piedi o seduti secondo un ordine stabilito dalla tradizione. Allora ogni gruppo comincia il suo lavoro. Alcuni ripuliscono la lana dalle pietruzze e dalle schegge di legno. Altri l’ammorbidiscono con dei bastoni. Un terzo gruppo la pettina. Un quarto la fila. Un quinto la tinge. Un sesto, o forse il ventiseiesimo, tesse il tappeto vero e proprio. Dal principio alla fine, il lavoro è accompagnato da musiche e canti. Le filatrici, con il fuso in mano, danzano una ballo speciale, mentre lavorano e nella loro diversità, i gesti di tutti formano come un unico movimento, su di un solo e medesimo ritmo. Inoltre ogni località ha il suo motivo musicale, i propri canti, le proprie danze, da tempo immemorabile legati alla fabbricazione dei tappeti. Il disegno e il colore dei tappeti hanno una corrispondenza con la musica, essi sono la sua espressione in linee e colori; i tappeti sono delle registrazioni di questa musica, le partiture che permettono la riproduzione dei motivi musicali. Nel mio viaggio In Asia ho scoperto delle curiosità musicali molto particolari, che intrecciano la tessitura dei tappeti alla scrittura delle partiture.

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