15 curiosità su Leonardo da Vinci: alla scoperta della vita del genio toscano

Leonardo, genio universale unico al mondo, ha rappresentato al contempo anche una figura enigmatica, circondata da un’aura misteriosa, densa di fascino, che ha sempre alimentato intorno a sé grande curiosità.

Queste 15 curiosità su Leonardo da Vinci potranno servire a penetrare meglio nel suo personaggio incredibilmente vario e poliedrico.

Statua di Leonardo da Vinci a Milano con cielo azzurro

1. Leonardo era italiano?

Se il padre, come abbiamo visto, era ser Piero da Vinci, la madre si chiamava Caterina, nome che all’epoca era comune tra le schiave orientali convertite al cattolicesimo. Inoltre, da alcune impronte rilevate sul San Girolamo, sembra che Leonardo avesse caratteristiche tipiche degli arabi.

Tuttavia, nell’anno 1452, Ser Antonio, padre di Ser Piero, annota nel suo diario: “Mi nacque un nipote, il figlio di Ser Piero, mio ​​figlio, il 15 aprile, un sabato, alle tre del mattino”. Dove starà la verità?

Il borgo di Vinci in Toscana, il paese natale di Leonardo

2. Leonardo da Vinci era bello?

Tutti lo conoscono come genio ma della sua bellezza ne sanno in pochi. In realtà pare fosse un uomo alto, atletico e molto bello. La lunghezza del suo scheletro misura 173 cm., per i canoni dell’epoca, piuttosto alto. Teneva i capelli ricadenti sulle spalle, mentre la sua barba raggiungeva il petto.

Portava un abbigliamento insolito, in genere una tunica corta e flessibile, dai colori vivaci, in un tempo in cui gli uomini maturi indossavano vesti lunghe e severe, immagine poi ricreata nella statua che si trova fuori dalla Galleria degli Uffizi.

Ritratto in bianco e nero di Leonardo da Vinci

3. Che carattere aveva Leonardo?

Una delle curiosità su Leonardo da Vinci che vogliamo raccontarvi, riguarda il suo carattere. I primi biografi lo descrivono come un uomo di grande fascino, carismatico, gentile e generoso, benvoluto dai contemporanei. Secondo Giorgio Vasari era di amabile disposizione d’animo, un conversatore brillante che affascinò Ludovico il Moro con la sua arguzia.
Nei suoi scritti mette in guardia contro i pericoli rappresentati dalla tracotanza e dalla superbia immotivata, dall’appagamento dato dal proprio senso di autostima, descrivendo poi i benefici che si ottengono attraverso la consapevolezza, l’umiltà e l’impegno costante e indefesso.

Pare, inoltre, che amasse raccontare le barzellette, anche sconce, che fosse un gran burlone e che si appassionasse nel fare scherzi e dispetti. Modellava animali strani con un tipo di cera collosa che riempiva d’aria per poi farli ricadere in testa agli ospiti. Oppure impauriva gli amici che gli facevano visita, facendo saltare fuori da una scatoletta un piccolo ramarro con tanto d’ali applicate e altre strane decorazioni.

Una volta gli fu chiesto come mai i suoi figli fossero brutti, a differenza delle sue opere d’arte. Leonardo rispose che le sue opere erano state create alla luce del giorno, i figli al buio.

Scena dell'incontro con Leonardo, tratta dal film "Non ci resta che piangere" con R. Benigni e M. Troisi

4. Leonardo da Vinci era omosessuale?

Riguardo al processo per l’accusa di sodomia a Jacopo Santarelli, Walter Isaacson, autore di una biografia su di lui, ha spiegato in un’intervista al National Geographic:

Era gay, illegittimo, mancino, un po’ eretico, ma la cosa buona di Firenze era che negli anni Settanta era una città molto tollerante. Leonardo andava in giro indossando abiti corti, viola e rosa, un po’ sorprendenti per i fiorentini, ma era molto popolare. Aveva un numero enorme di amici sia a Firenze che a Milano. Registra molte cene con amici intimi, che erano un gruppo eterogeneo: matematici, architetti, drammaturghi, ingegneri e poeti. Quella diversità ha contribuito a plasmarlo“.

La statua di Leonardo da Vinci fuori della Galleria degli Uffizi a Firenze

5. Vegetariano e animalista ante litteram

Leonardo non amava solo ritrarre animali. Andrea Corsali, navigatore toscano, scrive in una lettera a Giuliano de’ Medici:

Alcuni gentili chiamati Guzzarati non si cibano di cosa alcuna che tenga sangue, né fra essi loro consentono che si noccia ad alcuna cosa animata, come il nostro Leonardo da Vinci”.

Leonardo era inoltre animalista. Giorgio Vasari racconta, come esempio del suo grande amore nei confronti degli animali, quando a Firenze, passando davanti alle gabbie degli uccelli messi in vendita, li comprò per poi liberarli.

La più grande statua equestre del mondo si trova a Milano ed è opera di Leonardo da Vinci

6. Leonardo da Vinci era un negromante?

All’epoca sezionare cadaveri di animali non era difficile, mentre per quelli umani era molto più complesso. Nell’Europa rinascimentale la parola “scienza” non aveva senso e, nonostante vigesse la tolleranza religiosa, la brama di conoscenza di Leonardo poteva passare per negromanzia, tanto che riuscì a ottenere il primo cadavere da dissezionare soltanto dopo aver acquisito fama e rispetto.

Il papa lo obbligò comunque a rinunciare ai suoi esperimenti notturni di dubbia moralità. A quei tempi non esistevano celle frigorifere, i corpi non si conservavano a lungo; doveva quindi lavorare velocemente, in condizioni, scomode, spiacevoli, servirsi di materiale recentissimo e di strumenti che progettava lui stesso, sempre costantemente esposto al pericolo di infezione.

Grazie alla stima di cui godeva a corte gli permettevano di eseguire le autopsie solo per sviluppare le sue abilità di artista. Ma nessun accenno alla scienza, per carità.

Illustrazione di un feto umano realizzata da Leonardo da Vinci

Curiosità su Leonardo da Vinci: le scoperte sul cuore e sugli alberi

Per introdurre la nostra settimana curiosità su Leonardo da Vinci, prendiamo in prestito le parole di uno scrittore e filosofo francese.

7. La scoperta della reale funzione del cuore

Scrive Paul Valéry sulla vita di Leonardo da Vinci: “Questa è la storia miracolosa, che non solo è vera, ma può essere dimostrata”.

Al quel tempo si credeva che il cuore servisse solo a scaldare il sangue. Fu Leonardo a svelarne la funzione di pompa, tanto che alcune strutture anatomiche cardiache portano il suo nome: la “trabecola arcuata di Leonardo” o il “fascio moderatore di Leonardo da Vinci”.

8. Il padre della dendroclimatologia

Leonardo fu il primo a capire che contando gli anelli del tronco di un albero si poteva ricostruirne l’età, e che si potevano inoltre ottenere informazioni su siccità e carestie del passato. Si può dire che sia stato il padre della dendroclimatologia, scienza nata diversi secoli dopo.

La dendroclimatologia è infatti quella branca della paleoclimatologia che studia il clima del passato attraverso gli anelli interni dagli alberi.

Uomo Vitruviano: studi di Leonardo da Vinci del 1492 sul corpo umano

9. L’invenzione del paracadute e della macchina per la pasta

Tra le sue innumerevoli invenzioni, nel Codice Atlantico troviamo il disegno di un uomo appeso a una sorta di paracadute a forma di piramide. Nella chiosa del disegno Leonardo specifica che con tale strumento sarebbe stato possibile lanciarsi da qualsiasi altezza, atterrando in sicurezza.

Nello stesso Codice Atlantico troviamo anche un marchingegno per fare la pasta in casa che viene da lui stesso definito come una grande macchina per fare uno “spago mangiabile”.

Riproduzione moderna del disegno del paracadute di Leonardo da Vinci tratta dal Codice Atlantico

10. Leonardo non era portato per le lettere

In una pagina del Codice Atlantico si autodefinisce “Omo sanza lettere”, un appunto amaro che allude alla sua ignoranza del latino, lingua che veniva parlata nelle corti, nelle università, e in cui si dibatteva scientificamente. Per lui, che aspirava a fare dell’arte una scienza e della scienza un’arte, la considerazione del mondo accademico era fondamentale.

Per questo iniziò a collezionare libri utili, tra cui anche la Storia Naturale di Plinio e, il Morgante, bestseller del tempo; tutti i suoi sforzi però risultarono deludenti: nonostante esercizi di analisi logica, declinazioni ed espressioni d’ogni genere, il disegno rimaneva la sua grande vocazione, le lettere non facevano per lui.

Disegno di testa di donna di Leonardo da Vinci, 1473.

11. Errori e fallimenti del grande genio toscano

Se la sua incredibile versatilità rappresentava uno dei suoi tratti distintivi, dall’altro ne costituiva anche un limite, e poteva anche essere fonte di errori e fallimenti. A questo proposito sono emblematiche le drammatiche storie di due dei suoi grandi affreschi.

Il Cenacolo e La Battaglia di Anghiari

Il Cenacolo, nel convento di Santa Maria delle Grazie, a Milano, dipinto su un muro umido con una tecnica inadatta per cui, quando lui era ancora in vita, si era già ridotto a una macchia di colore; La battaglia di Anghiari, nel Salone dei Cinquecento, a Firenze, per la quale recuperò la tecnica a encausto dalla Naturalis historia di Plinio il Vecchio; troppo tardi, tuttavia, si accorse che i colori non facevano presa, trascorse l’intera notte insieme ai suoi servitori, cercando con delle fiaccole di farli asciugare, ma i risultati furono disastrosi.

L'affresco dell'Ultima Cena, a Milano, una delle più famose opere di Leonardo da Vinci

12. I volti dei suoi quadri

Un’altra curiosità su Leonardo da Vinci vuole che per dipingere alcuni caratteristici volti dei suoi quadri, il genio toscano arrivasse ad aggirarsi nei meandri malfamati delle città; si racconta che una volta incontrato il personaggio adatto, lo seguiva per intere giornate schizzando sul diario la sua fisionomia.

Pare che per l’affresco del Cenacolo abbia frequentato i sobborghi della periferia di Milano per oltre un anno cercando l’aspetto giusto che evocasse la scelleratezza di Giuda; si narra inoltre che una volta abbia organizzato un banchetto per le persone più ripugnanti della città, intrattenendole tutta la sera con barzellette e facezie al fine di farle ridere e ritrarre la loro accentuata deformità.

Il Ritratto di Ginevra de' Benci di Leonardo da Vinci

13. Chi portò la Gioconda in Francia?

La maggioranza ritiene che la Monna Lisa sia stata trafugata dai napoleonici e trasportata in Francia. In realtà fu Leonardo stesso a portarla con sé e a venderla al re Francesco I per 4 mila scudi d’oro (la somma di due anni di stipendio per Leonardo).

Il furto della Monna Lisa

La Gioconda fu poi oggetto di furto. Siamo nel 1911, un ex dipendente del Louvre, l’italiano Vincenzo Peruggia, la sottrae dal museo e la riporta in Italia. Il Peruggia viene arrestato due anni dopo nel tentativo di vendere l’opera sul mercato nero a Firenze. La Monna Lisa viene riportata al Louvre dove ogni anno attira milioni di visitatori.

La famosissima Gioconda, o Monna Lisa, di Leonardo da Vinci, quadro su tela conservato al Louvre di Parigi

14. Come scriveva Leonardo da Vinci

Una delle ultime curiosità su Leonardo da Vinci che vi raccontiamo in questo articolo, riguarda il suo essere grafomane. Nonostante che in tutta la sua vita di “omo sanza lettere” non abbia composto che il Trattato di Pittura, ha comunque lasciato una gran quantità di scritti, tanto che da un’annotazione sappiamo che alla data del primo aprile 1499 si trovava “alla testa di duecentodiciotto libri”, tra fogli, quaderni e appunti.

Ne era però talmente geloso che non permetteva a nessuno di leggerli, anagrammando le parole chiave e contando sull’inintelligibilità della sua singolare scrittura mancina da destra verso sinistra.
Inoltre pare che non usasse la penna d’oca di quei tempi ma un prototipo di penna stilografica, inventata da lui stesso.

Codice leonardiano in mostra a Seoul nel 2017

15. L’avvicinamento al cristianesimo in fin di vita

Leonardo fu più filosofo e scienziato che religioso.

Giorgio Vasari ci racconta però che in prossimità della morte sembrò pentirsene abbracciando la fede cristiana e rammaricandosi di non aver dedicato più tempo e creatività al tema del sacro.

👉 Leggi anche: Donatello: l’incessante sperimentazione della genialità che crea il Rinascimento

Il Battesimo di Cristo, oggi agli Uffizi, dipinto da Verrocchio e Leonardo

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