11 Settembre 2019 2020-11-21T15:13:42+01:00 Dé livornese: una parolina piccola piccola per un’infinità di significati TuscanyPeople Vieri Tommasi Candidi Share: Il Dé livornese (o Dé toscano) è una delle figure linguistiche più affascinanti e complesse del dialetto toscano. Utilizzato in tutta la costa labronica (da Livorno a Piombino), il dé caratterizza fortemente il parlato livornese, assumendo significati molto diversi a seconda del tono con cui viene pronunciato e dalla sua posizione nella frase. Dé livornese: una parola piccola piccola con un’infinità di significati Una delle caratteristiche che si stanno perdendo con la globalizzazione, che in parte comporta l’omologazione a un ideale di vita più cosmopolita, intrinsecamente più asettico del precedente, è la ricchezza delle tradizioni proprie di ogni paese, e soprattutto, nel caso dell’Italia, la forza dirompente dei dialetti e dei vernacoli. Noi di TuscanyPeople ci sentiamo un po’ depositari di una lingua toscana ancora viva e vegeta, spiritosa, incredibilmente evocativa, che non deve sparire dal parlato, pena un depauperamento, un impallidire della nostra capacità espressiva. Fra tutti i vernacoli toscani – ossia linguaggi caratteristici di centri o zone limitate che si distinguono dai dialetti rispetto ai quali sono più popolari e locali – quale meglio rappresenta la verace toscanità di quello livornese? La stessa storia di Livorno, lungo i secoli porto “quasi franco” per intere genie di ogni genere, quel suo orgoglioso rifuggire l’altezzoso snobismo tipico del capoluogo fiorentino, ha favorito il formarsi di una lingua vernacolare energica, potente, capace ancora di far sorridere e di suscitare immagini suggestive. E all’interno di questa lingua così singolare, cosa meglio del “dé” rappresenta Livorno e tutta la sua provincia costiera? Come nasce il dé livornese Il dé livornese è una figura linguistica di straordinario rilievo nel parlare labronico e costiero, ed è tutt’altra cosa dall’esclamazione con valore esortativo “deh!”. Di comune uso nella lingua italiana scritta e parlata del secolo scorso, nell’esclamazione “deh!” la “e” suona aperta come in “chièsa”, mentre nel dé livornese la “e” suona chiusa come in “perché”. Il dé toscano pare che possa derivare da “decco”, ossia “ed ecco”, evolutosi in un primo momento con l’apocope iniziale e poi col troncamento della sillaba finale. Ma c’è chi asserisce che possa anche derivare da una mutazione vocalica del “di’” imperativo di dire: “Di’, bellino!”, si sente per esempio esclamare ancora da qualche anziana signora, come a dire: “Gua’, mi ci manchereste propio te!” In realtà il dé toscano è un’interiezione priva di un significato vero e proprio, ma paradossalmente, al contempo, ne possiede un’infinità, interpungendo e concludendo locuzioni di vario tipo, o assumendo, da sola, particolari significati. 👉 Leggi anche: Ma in Toscana la “c” è sempre aspirata? Sì? No? E perché? Cosa significa dé Il dé livornese può essere usato come introduzione a un discorso: “Dé, ero lì che correvo, mi son sentito chiamà” (traduzione: “Allora, ero lì che correvo e mi sono sentito chiamare”); come rafforzamento nel discorso: “Sicché niel’ho detto ma lui, dé, faceva finta di ‘un capi’ ” (traduzione: “Quindi gliel’ho detto ma lui, guarda un po’, faceva finta di non capire”). Come conclusione di un discorso: “E io n’ho ridetto stronzolo e so’ andato via, dé!” (traduzione: “E io gli ho ridetto stronzo e sono andato via!); come rafforzamento di un’altra esclamazione: “Boia, dé!”; di un aggettivo: “Ganzo, dé!; o di un sostantivo: “Che macchina, dé!; come risposta affermativa: “Oh, li vòi diecimila euro? Dé!”; come rafforzamento di una congiunzione: “Dé però dé”. Oppure ancora, c’è il minaccioso: “Dé, pallino, e’ ti sfò di ‘azzotti nella ghigna!” (traduzione: “Guarda tu che ti distruggo la faccia a pugni”); c’è l’ammonitorio:“Dé bimbo, e’ ti levi da’ ‘oglioni?”; c’è il festoso: “Dé, nooo guarda ‘mpo’ ‘hi c’è…!” (traduzione: “Guarda chi c’è!”); il commiserativo o derisorio: “Dé, ma ti vedi in che stato sei?” Una colorita espressività Sono tutti esempi che mostrano come il dé livornese rinvigorisca e marchi l’espressività figurativa tipica della costa toscana; al contrario, quando il dé è utilizzato da solo, è necessario prestare attenzione al modo in cui l’interlocutore lo pronuncia nella conversazione. Se ad esempio un turista chiede a un passante un’informazione del tipo: “Vado bene per il Santuario di Montenero?”, la risposta: “Dé…”, se gli occhi sono semichiusi e il sorriso di scettico compatimento, significa che ci si trova lontanissimi dalla meta, mentre se rafforzata dall’assenso “Dé!” con l’aggiunta talvolta di “ha’ voglia” insieme a un lento sbatter di palpebre, significa che si è senz’altro sul percorso giusto. A meno di non essere un pisano, un lucchese, o un fiorentino, allora qualche dubbio sulla bontà dell’informazione ce l’avrei. 👉 Leggi anche: 5 Piatti tipici livornesi: dal cacciucco al ponce Modi di dire livornesi Se poi si è al ritorno delle ferie agostane, con spese extra all’orizzonte e magari una bella finanziaria ad aggravare il bilancio familiare, non è rado sentire esclamare: “Boia, e ci ‘onci, dé!” in cui si esprime tutto il travaglio della conciatura, il (mal)trattamento delle pelli, riferendosi a una non ben specificata seconda persona verbale, forse un ministro, forse il governo stesso. Ladro. Sempre. E poi la sapete, no, la differenza tra le galline livornesi e tutte le altre. Mentre le altre fanno: “Coccodè…”, quelle livornesi fanno: “Dé, cocco…!”. Insomma, nella conversazione “tutta ammodino” tra due livornesi il dé non manca mai, a meno che non ci sia di mezzo un pisano perché: “… E dicono che questa è la più strana tra tutte le città della Toscana per via di quella legge livornina che pressappoco sai cosa diceva. Qualunque culto razza o religione vieni a Livorno ti ci trovi bene anche se sei del posto più lontano basta però che tu non sia un pisano …”. Dé ma dé. 📍 PER APPROFONDIRE: 👉 Livorno, la città più bohémien della Toscana, è un’esplosione di vita 👉 Rivalità tra Pisa e Livorno: vecchie ruggini portuali mai sopite 👉 “Alò”, come nasce l’espressione più tipica del dialetto aretino 👉 Regione che vai dialetto che trovi: le regole di contenimento nei vernacoli toscani La Toscana e Livorno sono la tua passione? 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