3 / 6 – Piatti tradizionali per ristoranti d’eccellenza: dai pici alla scottiglia, una valle di bontà

Il Giglio – Montalcino

Tra i locali dove mangiare in Val d’Orcia, questo albergo con ristorante esiste dalla fine dell’Ottocento. Dopo un secolo, tuttavia, la famiglia Machetti lo modernizza adattandolo ai tempi e ai turisti sempre più numerosi, nonostante rimanga intatta, grazie all’arredamento e a un’antica cortesia, quell’aria d’un tempo che accoglie gli ospiti e li fa sentire a casa. Mario sta in sala, Anna, come sempre, in cucina, mentre il figlio, Michele, si occupa dei vini. Dai favolosi pinci (così a Montalcino vengono chiamati i pici) con le briciole alla scottiglia di cinghiale con polenta, il menu è di tradizione, con alcuni sconfinamenti nello stile contemporaneo.

La Grotta – Montepulciano

Il Ristorante La Grotta vi ospita in un autentico e suggestivo ambiente cinquecentesco, di fronte al Tempio di S. Biagio, una delle massime espressioni della Toscana rinascimentale.
La Grotta, da sempre alla ricerca dell’equilibrio tra cucina tradizionale toscana e nuove suggestioni gastronomiche,  intende creare un’osmosi tra identità del territorio ed estro creativo.

I piatti della Grotta ci narrano una storia che esplora ingredienti, tradizioni e stagioni. Ma non una semplice somma di ingredienti: un pensiero tutto toscano che si può sintetizzare nell’arte del mangiare bene. Gli chef puntano sulla qualità e sulla ricerca delle materie prime piuttosto che sulla complessità della preparazione. Con un’ampia selezione di etichette locali e internazionali, sarete guidati all’interno di un percorso che coinvolgerà tutti i vostri sensi.

Per approfondire: Cosa vedere in Val d’Orcia coi bambini: 10 grandi attrazioni per tutta la famiglia

Una pentola di cinghiale in umido, tipica ricetta toscana

Taverna del grappolo blu – Montalcino

L’insegna già evoca il vero “principe” della località che impegna molte pagine della lista dei vini di questo ristorante tipico. L’ambiente è informale, caldo, il servizio amichevole, mentre la cucina propone i capisaldi della tradizione, senza tante variazioni sul tema, se non quelle legate alla stagionalità: affettati e formaggi toscani, paste fatte a mano condite con i sughi tipici. Qualche esempio? Pici all’aglione o tagliatelle ai porcini; secondi sostanziosi come la guancia al Brunello o la trippa al ragù. In estate ci sono tre piccoli tavolini su una scalinata per il servizio esterno.

È finita qui? Macché, figurati, ancora ottimi ristoranti valdorciani a pagina 4

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