11 Febbraio 2019 2019-12-10T13:59:35+01:00 Eleonora dei Medici e quella prova scabrosa che la rese famosa in eterno TuscanyPeople Vieri Tommasi Candidi Share: Eleonora dei Medici, figlia di Francesco I e Giovanna d’Austria, divenne duchessa di Mantova il 29 aprile 1584, andando in sposa a Vincenzo Gonzaga. Prima del matrimonio però, vennero fatti accertamenti intorno alla virilità e alla capacità di procreazione dello sposo che, come si legge dai copiosi carteggi tra le famiglie: “ha la materia grandissima la quale oltre che per la grandezza diventa fiacca et impotente a erigersi per poter penetrar’ nella natura della donna“. Eleonora dei Medici e quella prova scabrosa che la rese famosa in eterno Figlia primogenita di Francesco I de’ Medici e della sua prima moglie, l’arciduchessa Giovanna d’Austria, nacque a Firenze il 28 febbraio 1567. Era la primogenita, a cui poi succedettero quattro sorelle e un fratello. L’infanzia di Eleonora dei Medici Per il battesimo di Eleonora dei Medici vennero incaricati Vasari, prediletto a corte, insieme a Benvenuto Cellini, di addobbare il battistero di San Giovanni, e copiosi furono i festeggiamenti in suo onore. Il cardinale Spinello de’ Benci celebrò il rito in vece di papa Pio V. Ancora neonata, Eleonora venne promessa in sposa a Francesco, duca d’Angiò, figlio di Enrico II di Francia e di Caterina de’ Medici. Nel 1570 i medici le diagnosticarono il vaiolo e si temette per la sua vita, ma alla fine si rivelò essere solo una normale febbre da cui Eleonora dei Medici guarì in breve tempo. Quando aveva appena 7 anni, nel 1574, il nonno Cosimo morì e suo padre divenne granduca. Nel 1578, a 11 anni, morì anche sua madre, e le subentrò il vero grande amore del padre, la veneziana Bianca Cappello che, come sappiamo, rivestì un ruolo notevole negli affari di Firenze, ma anche nel futuro della stessa Eleonora. La questione del matrimonio Saltato l’accordo matrimoniale con la Francia, l’anno successivo Belisario Vinta, segretario di Stato di Francesco I, venne inviato presso i Gonzaga di Mantova per offrire la mano di Eleonora a Vincenzo, primogenito del duca Guglielmo. Ma non se ne fece di nulla, probabilmente a causa dell’ostilità della duchessa Eleonora d’Asburgo, sorella della defunta Giovanna, verso la nuova granduchessa di Toscana. Nel 1581 venne proposto in matrimonio a Eleonora il principe ereditario di Lorena, ma stavolta fu il granduca a rifiutare per ragioni politiche Nel frattempo il giovane duca Vincenzo Gonzaga, che aveva sposato Margherita Farnese, ripudiò la moglie perché giudicata inabile alla procreazione, quindi ottenne l’annullamento dell’unione, e infine la poveretta venne spedita in convento contro la propria volontà. Nell’ottobre 1582, prima che venisse sciolto il matrimonio tra il Gonzaga e la Farnese, il duca di Mantova riconsiderò la proposta di tre anni prima, e la domanda di nozze fu inoltrata a Firenze con la mediazione degli Estensi. Bianca Cappello seguì le trattative per conto di Eleonora dei Medici, probabilmente desiderosa di riaffermare il suo potere o addirittura di vendicarsi: il granduca di Toscana avrebbe assegnato in dote alla figlia 300.000 scudi d’oro, ma prima si sarebbe dovuta soddisfare una scabrosa condizione per comprendere la quale bisogna fare un piccolo passo indietro. Della impotentia del Principe di Mantova Il fallimento dell’unione tra Vincenzo Gonzaga e Margherita Farnese, lungi dal finire lì, aveva alimentato voci anche sulla virilità del giovane, e quando la famiglia Medici riprese le trattative con Mantova pretese ampie assicurazioni riguardo la potenza sessuale del futuro genero, come testimoniato da una fitta rete di scambi epistolari. Francesco I scrive, nel 1583, di sospettare “della impotentia del Principe di Mantova” e di temere che “sarà ogni dì più impotente d’haver figli, perché ha la materia grandissima la quale oltre che per la grandezza diventa fiacca et impotente a erigersi per poter penetrar’ nella natura della donna”. Ecco che cominciava una vera e propria farsa di cui a lungo si chiacchierò sghignazzando in tutte le corti. Il 6 gennaio 1584 furono firmati i capitoli matrimoniali e, nel marzo dello stesso anno, a Venezia, in presenza di testimoni, Vincenzo si sottopose all’esame. Toccò a una giovane fiorentina di nome Giulia, probabilmente figlia illegittima degli Albizzi – forse allettata dalla prospettiva d’una cospicua somma di denaro e d’un seguente matrimonio – fare da cavia per l’impresa sessuale del duca. Una vergine per il Principe Accompagnata da Belisario Vinta, e accolta dal commissario e medico mantovano Marcello Donati, la fanciulla attese che Vincenzo Gonzaga si sentisse pronto all’atto alla presenza di testimoni. Il primo tentativo finì male per un improvviso malore dell’uomo, ma in seguito la “prova” si svolse come tutti auspicavano e la virilità del giovane venne certificata. La ragazza venne visitata a lungo e attentamente, furono controllate anche le lenzuola, infine fu interrogata per avere conferma che tutto si fosse svolto nel migliore dei modi. A quel punto l’onore del duca Gonzaga era salvo e si poteva celebrare il nuovo matrimonio. Sulla povera Giulia Albizzi, cavia e vittima d’una prova a cui difficilmente avrebbe potuto opporsi, la storia calò un velo pietoso, finché una splendida Virna Lisi non le ridonò memoria e lustro con un’interpretazione magistrale nel film del 1965 di Pasquale Festa Campanile, Una vergine per il Principe, in cui un giovane Gassman incarna proprio il Vincenzo Gonzaga di quel giorno lì. Il matrimonio con Vincenzo Gonzaga All’epoca Eleonora dei Medici aveva 17 anni e non era granché bella: naso dritto, lineamenti duri, volto poco armonioso tagliato da grandi labbra carnose tipiche della famiglia asburgica e delineato da una mascella potente. Ma aveva una corporatura robusta, forte, adatta al compito principale che le veniva richiesto: fare figli assicurando la discendenza al casato Gonzaga. Vincenzo, dal canto suo, al contrario di quanto falsamente si temeva, aveva un temperamento esuberante e passionale che sorprese in positivo il granduca Francesco e la stessa Eleonora, quando il giorno successivo al primo incontro lui la baciò in pubblico con entusiasmo. Il matrimonio venne celebrato a Firenze il 29 aprile 1584, quindi Eleonora dei Medici partì per Mantova. La giovane era gentile, delicata, molto seria, quasi malinconica nello sguardo e nelle movenze, una grazia naturale che migliorò i rapporti con la suocera, Eleonora d’Asburgo. Lei e Vincenzo generarono sei figli, due femmine e quattro maschi, mentre un settimo bambino morì in modo prematuro, e questo evento infausto addolorò Eleonora al punto da minare il rapporto col marito che al momento della disgrazia si trovava fuori dallo stato e non era riuscito a confortarla con le parole. Inoltre la donna soffriva dei tradimenti di lui che le ricordavano quelli del padre ai danni di sua madre. Una donna di governo e di cultura A corte Eleonora dei Medici si dimostrò molto abile, e quando le finanze del ducato, depauperate dallo sfrenato desiderio di lusso e feste del marito, iniziarono a soffrire, decise di prendere in mano la situazione e si fece anche reggente del governo dello Stato in assenza del duca. Eleonora, nel corso di tutta la sua esistenza, trovò nella cultura sollievo dal dolore. Intelligente, dai gusti raffinati, era cresciuta nel palazzo dei nonni paterni, Cosimo I ed Eleonora di Toledo, respirando arte. Fu quindi naturale per lei trasferire l’amore per il bello, il canto, la danza e la poesia, nella corte mantovana. Il suo contributo allo sviluppo del melodramma fu fondamentale, una passione che aveva ereditato nella città natale grazie ai componimenti di Claudio Monteverdi. Il rapporto con Torquato Tasso Notorio è il suo rapporto privilegiato con Torquato Tasso che così la descrive in Rime Eroiche, Canzone VIII: “Quando ritardo a’ miei pensieri il corso, /donna d’impero degna, i vostri pregi/ tesser volendo e ‘l nome vostro in rime, /veggio farmisi innanzi, al primo occorso,/ invitto duce e cavalieri egregi […] Ben si potrian lodar (non forse appieno)/ gli occhi e ‘l volto sereno;/ ma, in descriver di voi l’intera parte,/ vinti sarian gl’ingegni, e vinta l’arte“. Lei promise protezione a vita al poeta, e mantenne la parola se è vero che più volte lui si raccomandò per ricevere benevolenza e denaro e lei mai rifiutò. Tasso inoltre le dedicò una seconda stampa di Rime, lei avrebbe voluto regalargli in cambio “due turchine” ma alla fine assecondò la sua volontà facendogli avere un rubino e una perla legata in oro. Anche il poeta Giovan Battista Marino le dedicò un componimento ne La Galleria e un riferimento a lei e alla corte Gonzaga nell’Adone. Eleonora dei Medici, duchessa di Mantova, scomparve nel 1611 a causa di un colpo apoplettico che la lasciò inabile per diversi mesi. Sei un Eccellenza Toscana? Clicca qui Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreVieri Tommasi CandidiScrittore & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/eleonora-dei-medici/" width="100%" count="on" num="3"]