20 Novembre 2018 2019-12-10T14:00:27+01:00 Eleonora di Toledo: la prima donna a Palazzo della Signoria TuscanyPeople Vieri Tommasi Candidi Share: Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I e madre dei Granduchi Francesco I e Ferdinando I, fu la prima donna ad entrare a Palazzo Vecchio. Fu inoltre la finanziatrice della costruzione di Palazzo Pitti e dei Giardini di Boboli, nonché degli Uffizi e del Corridoio Vasariano. Eleonora di Toledo, la prima donna a Palazzo della Signoria Se Maria Salviati ebbe un matrimonio totalmente infelice, un non-matrimonio, si potrebbe dire, e una vita votata al sacrificio per il marito, Giovanni delle Bande Nere, e per l’unico figlio, Cosimo (futuro Granduca di Toscana), Eleonora di Toledo, sua nuora, conobbe una vita matrimoniale felicissima, impregnata d’amore vero – fatto più unico che raro all’epoca -, beneficiò di una nutritissima prole – ben 11 figli – pure se di questa nutritissima prole, negli anni, rimase ben poco. Se Maria Salviati fu donna schiva, appartata, oscura, di basso profilo, si direbbe ora, Eleonora di Toledo fu gran dama altezzosa, conscia del proprio ruolo, educata a una rigida etichetta di corte e al distacco. Eppure, nonostante i modi di essere tanto diversi, così come si dimostrarono diverse le vicende delle rispettive esistenze, non furono poi così distanti l’una dall’altra e andarono anche molto d’accordo. L’infanzia di Eleonora di Toledo Eleonora di Toledo era nata nel 1522, in Spagna. Una decina d’anni dopo, il padre, Don Pedro Alvarez di Toledo, luogotenente dell’Imperatore Carlo V, era stato incaricato del ruolo di Viceré di Napoli, e l’intera famiglia si era trasferita in Italia. Qui Eleonora aveva trascorso l’adolescenza ricevendo un’istruzione adatta al suo rango e aveva imparato a muoversi tra cerimonie e feste sontuose. Cosimo I – dopo l’imperiale rifiuto alla sua richiesta di sposare Margherita d’Austria, figlia naturale del sovrano e vedova del suo predecessore, Alessandro dei Medici (detto il Moro) ucciso da Lorenzino dei Medici (detto Lorenzaccio) – vedeva nell’unione con la casata di don Pedro un mezzo per legarsi fortemente a Carlo V e ottenerne i preziosi favori. 👉 Leggi anche: L’ascesa al trono di Cosimo I, il primo Granduca di Toscana Il matrimonio con Cosimo I Don Pedro Alvarez di Toledo aveva deciso di concedere a Cosimo la figlia primogenita, ma il duca voleva a tutti i costi la seconda: giovanissimo, l’aveva vista a Napoli e ne era rimasto turbato. All’amor non si comanda, si sa, e alla fine Don Pedro capitolò. Eleonora di Toledo fece il suo ingresso a Firenze il 29 giugno del 1538. Era un matrimonio politico, un’unione d’interessi, ma anche, inusitato per i tempi, un vero affair amoroso. La ‘spagnola’ portava in dote grandi ricchezze, parentele influenti utilissime alla crescita del nascente stato toscano, ma anche un’altera, affascinante bellezza. In realtà l’essersi incaponito sulla giovane Eleonora, rispetto alla sorella più matura, era costato a Cosimo una dote inferiore, anche se sapeva che ciò lo avrebbe ripagato in termini di pax familiaris e serenità. Il trasferimento a Palazzo Vecchio Il 30 giugno del 1539 furono celebrate le nozze nella Chiesa di San Lorenzo, mentre i festeggiamenti e il sontuoso banchetto nuziale avvennero nel palazzo di via Larga (oggi via Cavour) dove i due trascorsero i primi tempi di vita coniugale. Ma lo storico palazzo mediceo non era più sufficiente alla coppia ormai agitata da chiare smanie espansionistiche, e così l’intera famiglia si spostò nel Palazzo della Signoria. Una cosa del genere a Firenze non si era mai vista. Nell’antica residenza del governo repubblicano, dai tempi di Dante, quelle sale avevano ospitato solo Gonfalonieri e Priori, mentre una donna non vi aveva mai messo piede. C’è chi scuoteva la testa indignato. Ma a Cosimo I ed Eleonora di Toledo non importava. Ribaltavano, restauravano, abbellivano, la duchessa s’insediò nell’appartamento del Gonfaloniere riempiendo a poco a poco di figli i terrazzi dell’ultimo piano e così, al contempo, veniva inviato alla città un messaggio forte e chiaro: i Medici non sono più primi inter pares, sono gli unici dominatori. 👉 Leggi anche: Firenze, la trasformazione da Repubblica a Signoria Una dama dagli occhi azzurri Occhi azzurri, capelli biondi, ingioiellata, la gran dama girava per la città dentro una lettiga di velluto, ‘come in un tabernacolo’, senza mostrarsi, senza mischiarsi con la plebe. Si accompagnava a un seguito esclusivamente spagnolo e si esprimeva nella sua madrelingua. Firenze le stava stretta, avrebbe ambìto a ben altri fasti, ma nel privato si dimostrava un’ottima madre, padrona di casa impeccabile, capace amministratrice. Cosimo le era fedele, la rispettava. Lei sapeva come prenderlo, come mitigarne i chiaro-scuri. Facevano frequentissimi viaggi insieme, cavalcate, cacce. Una vera storia d’amore Si scambiavano lettere di continuo. Nei contratti privati si vietarono reciprocamente di disporre dei beni a favore di terzi che non fossero l’altro o i figli. “Siamo entrati in possesso del palagio maggiore” scriveva Cosimo I nel raccontare il trasferimento da Palazzo Medici a Palazzo Vecchio: non dice “io”, dice “noi”. Il viaggiatore inglese William Thomas racconta che il duca “la ama così tanto che non va in nessun luogo senza di lei “, mentre per la Duchessa di Camerino, Caterina Cybo “El Sr. Duca e Duchessa innamoratissimi insieme, mai stà l’uno senza l’altro”. Insomma, un patto matrimoniale di ferro, su cui viene imbastito un progetto economico, oltre che politico e sentimentale. Il fiuto per gli affari Quando Cosimo I era assente Eleonora di Toledo ne faceva le veci. Convinta cattolica – tanto da portare a Firenze i Gesuiti -, la duchessa dimostrò un grande talento nel gestire la loro sostanziosa fortuna privata, soprattutto dopo che la guerra di Siena aveva messo a dura prova le casse ducali. Acquistava case e fattorie, concedeva prestiti, commerciava grano, metteva a coltura terreni paludosi, e addirittura arrivava a comprare cartelle del debito pubblico fiorentino come una piccola banca nazionale moderna. Lo stesso Cosimo prendeva in prestito da lei importanti quantità di denaro. Era lei che faceva lievitare il patrimonio di famiglia che negli anni s’era alquanto logorato. Gli interessi economici di Eleonora andavano dall’apicoltura alle miniere, dalla coltivazione alla sericoltura. Ma soprattutto Eleonora di Toledo faceva coltivare e vendere grano e biade in larga scala. La duchessa speculava, e speculava bene, se è vero che riusciva a guadagnarci anche fino al 35% in più. Da Palazzo Vecchio al podere di Boboli E così, dopo una decina di anni a Palazzo della Signoria, forti di una nuova ricchezza dovuta anche al talento di Eleonora, fu tempo di espandersi ancora: le stanze medioevali non lasciavano entrare abbastanza luce né aria salubre. C’era bisogno di altro, c’era bisogno di spostarsi fuori mura, nel podere di Boboli, in campagna. Ci pensò di nuovo l’instancabile Granduchessa tirando fuori i 9.000 fiorini necessari all’acquisto. I coniugi volevano fare le cose in grande. Cosimo chiamò il Tribolo, l’Ammannati, il Buontalenti, l’edificio a poco a poco si contornò di giardini, di limonaie. Anche il progetto di un orto nel giardino in modo da poter disporre sempre di frutta e verdure fresche pare fosse da attribuirsi alla gran dama spagnola, in realtà una versione più ampia e ordinata degli “orticini” che lei aveva sempre avuto in animo di tenere nei ballatoi di Palazzo Vecchio. Da via Larga, al Palazzo di Piazza, ai saloni di Palazzo Pitti, in questi traslochi è simboleggiata l’ascesa medicea al potere. 👉Leggi anche: Palazzo Pitti, il più prestigioso edificio di Firenze dai Medici ai Savoia La perdita dei figli e la morte Eleonora dimostrò anche una forte sintonia con la visione politica del marito, tanto da condividere con lui la necessità di valorizzare, attraverso l’arte, il nuovo volto e lo straordinario peso raggiunto dalla famiglia Medici a Firenze. La Duchessa vide l’inizio dell’edificazione degli Uffizi, ma non visse abbastanza per gustarsi il Corridoio Vasariano. Un ritratto del Bronzino (adesso a Berlino), di quel periodo, ce la mostra sofferente. Eleonora di Toledo pativa da anni di tubercolosi polmonare, ma erano soprattutto i figli a farla tribolare. Ne aveva già seppelliti 5, poi sarebbe stato il turno della maggiore, Maria, morta di malaria a 17 anni, quindi Lucrezia, probabilmente assassinata dal marito, il Duca di Ferrara. Isabella invece, la radiosa stella di casa Medici, terzogenita di Eleonora, sopravvisse alle sorelle, alla madre di cui prese il ruolo istituzionale, fino a quando Paolo Giordano Orsini, non la uccise nella villa di Cerreto Guidi. 👉Leggi anche: Isabella, la radiosa stella di casa Medici vittima di un tragico destino Nel 1562 la duchessa seguì il marito in Maremma per ispezionare alcune fortificazioni. Insieme a loro c’erano Giovanni, Garcia e Ferdinando. Durante il soggiorno al castello di Rosignano, tutti e tre contrassero la malaria, e nel giro di un mese Giovanni e Garcia morirono. Massacrata dall’ennesimo dolore, anche Eleonora si spense 6 giorni dopo Garcia. Soltanto Ferdinando – lo stesso che un giorno sarebbe succeduto al fratello Granduca Francesco I, forse addirittura assassinandolo – riuscì a guarire. Anche se una versione un po’ romanzata narra che Garcia, geloso di Giovanni, lo avrebbe pugnalato nel corso d’una partita di caccia, e che per questo sarebbe poi stato ucciso dal Granduca, furioso per la perdita del figlio prediletto. Comunque sia andata, la vita di Eleonora di Toledo, raffinata signora di Firenze, fu molto intensa, piena di gioia, dolore e amore, come per ogni buona vita che si rispetti. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Maria Salviati: la madre di Cosimo I, il primo Grandica di Toscana 👉 La triste storia di Maria Soderini e di Lorenzino dei Medici, l’assassino di Alessandro il Moro 👉 Giardino di Boboli: 6 curiosità da conoscere assolutamente Non perdere l’opportunità di scoprire con noi tutta la bellezza della Toscana! 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