A Firenze tra la metà del Duecento e l’inizio del Trecento quella che sarebbe passata alla storia come l’eresia catara, raggiunse la sua massima diffusione. In un emozionante tour della città, ripercorriamo i luoghi simbolo di questo fenomeno religioso che nasconde l’antica lotta politica tra guelfi e ghibellini.

L’eresia catara e la forza immaginifica di Firenze

Non è certo scevra dal fascino di Firenze una componente misteriosa e fantastica che affonda le sue radici nel passato medievale della città, riflettendosi attraverso videogiochi dal successo planetario quali Assassin’s Creed o in best-seller del calibro di Inferno, fortunata opera Dan Brown.

Così, per quanto occorra rilevare il fondamento storico, in eufemismo, assai dubbio, di tali suggestioni, non possiamo neanche fare a meno di rallegrarci per l’inesauribile forza immaginifica che la città in riva all’Arno continua ad esercitare sulla creazione del fantastico contemporaneo.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.Foto: ©www.dailymotion.com

Ciò detto, è facile domandarci se sia possibile tracciare, attraverso le vie di Firenze, un itinerario capace di raccontare una storia poco conosciuta, in grado di parlare tanto con quel fascio richiesto da un sempre più crescente turismo “del mistero”, quanto con la concretezza della ricerca storica.

A chi desideri conoscere la risposta diamo appuntamento in piazza Santa Maria Novella, tra le più grandi e belle di Firenze, in seguito all’ampliamento del 1244, quando si rese necessario accogliere la folla di fiorentini che accorreva per assistere alla predicazione del frate domenicano Pietro da Verona, strenuo difensore dell’ortodossia cattolica contro gli eretici catari.

Santa Maria Novella dal satellite

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

L’eresia catara

L’eresia che nel Medioevo seppe raggiungere la maggiore diffusione, specialmente nell’Italia centro-settentrionale e in Occitania, ovvero nel sud della Francia: fu il catarismo. Così, per quanto pochi fiorentini se ne ricordino ancora, i catari trovarono nella Firenze del Duecento uno dei loro centri più importanti, sede di una vera e propria “altra chiesa”, retta da un vescovo eretico e forte di numerosi fedeli.

Dal punto di vista dottrinale i catari furono cristiani dualisti, considerando il nostro mondo quale campo di battaglia dell’irriducibile lotta tra il principio del bene, il Dio buono e il principio del male, il Diavolo: ritenuto un angelo ribelle dai catari dualisti moderati, ma interpretato come una divinità di potere pari al Dio buono, dalla corrente dei dualisti assoluti.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

Secondo tutti i catari, in ogni caso, fu il Diavolo a creare la realtà fisica del nostro mondo, riuscendo poi ad imprigionare con l’inganno alcune creature del Dio buono all’interno dei corpi materiali. Fu così che nacquero gli esseri umani, costretti, secondo la fede dei dualisti assoluti, a reincarnarsi infinite volte nell’inferno di questo mondo, dimentichi della loro origine spirituale.

Il Dio buono non volle però abbandonare le sue creature e inviò Gesù Cristo, del quale quasi tutti i catari negavano ogni natura umana e materiale. Cristo portò sulla terra lo Spirito Santo che fu donato ai discepoli durante la Pentecoste e trasmesso nei secoli all’interno della Chiesa Catara, grazie al sacramento dell’imposizione delle mani o consolamentum.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

Il consolamentum

Una volta ricevuto il consolamentum, uomini e donne potevano diventare perfetti, ovvero sacerdoti della Chiesa Catara ma per mantenerlo occorreva adottare uno stile di vita rigorosissimo, comprensivo dell’astensione dai rapporti sessuali e dai cibi di derivazione animale, al fine di garantirsi la salvezza e tornare presso il Dio buono; pertanto quasi tutti i credenti catari ricevevano l’imposizione delle mani soltanto sul letto di morte.

Nonostante la forza delle sue dottrine e il carisma dei perfetti, verso la fine del Trecento, la storia secolare del catarismo si spense. Così, come si è verificato spesso nella storia, la memoria dei perfetti si è preservata soltanto attraverso quanto scrissero i loro avversari; quindi, a Firenze, principalmente attraverso le pergamene dei processi inquisitoriali legati all’eresia catara, celebrati tra il 1244 e il 1245, tentando di colpire soprattutto l’aristocrazia ghibellina che tra adesione al catarismo ed interesse politico, proteggeva gli eretici.

Piazza Santa Maria Novella

Il primo inquisitore di Firenze fu Ruggero Calcagni, domenicano di Santa Maria Novella, coadiuvato nella predicazione da frate Pietro da Verona, futuro San Pietro Martire. Pertanto proprio nei pressi di Santa Maria Novella venivano innalzati i roghi per i colpevoli di eresia catara che l’inquisizione riusciva a catturare e si teneva la predicazione antiereticale.

Considerati gli appoggi dei quali godevano gli eretici è facile comprendere come l’attività inquisitoriale fosse legata all’interesse politico e favorisse i guelfi. Così quando il 24 agosto del 1245, innanzi alla cattedrale, l’inquisitore raccolse i fedeli cattolici per condannare pubblicamente i potenti fratelli Pace e Barone Baroni, ghibellini e favorevoli ai catari, gli imputati, appoggiati dal podestà filo ghibellino Pace Pesamigola, intervennero in armi per sciogliere l’assembramento.

Piazza Santa Maria Novella

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

Purtroppo non esistono documenti che rendano conto in modo preciso degli scontri armati che divamparono, sappiamo soltanto che verso sera i guelfi si riunirono nella piazza di Santa Maria Novella, dove l’inquisitore lesse la sentenza e gli armati si riorganizzarono per continuare la lotta. In ogni caso, i combattimenti dovettero proseguire per diversi giorni e sebbene le testimonianze non esplicitino la vittoria finale, pare che questa dovette arridere ai ghibellini, poiché l’Inquisizione cessò ogni attività e Ruggero Calcagni abbandonò Firenze.

La Cappella degli Spagnoli nel Convento di Santa Maria Novella

Dopo avere lottato contro l’eresia catara fiorentina, frate Pietro da Verona si spostò in Lombardia, dove fu nominato inquisitore ed incontrò il martirio per opera di un gruppo di aristocratici milanesi vicini all’eresia. Alla morte del domenicano, seguì il processo di canonizzazione più rapido della storia cattolica e soltanto nove mesi dopo, la figura di San Pietro Martire fu chiamata a proteggere la Chiesa contro i catari.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

In ragione della diffusione dell’eresia catara e delle memorie ereditate dal suo soggiorno, Firenze fu tra le città dove San Pietro Martire fu più celebrato; la principale testimonianza del suo culto si trova proprio nel ciclo affrescato da Andrea di Bonaiuto nella Cappella degli Spagnoli di Santa Maria Novella. Tra i sette episodi ancora visibili spicca per pathos la scena del martirio.

Le colonne della Croce al Trebbio e di Santa Felicita

Attorno alla metà del XIV secolo, la confraternita dei Laudesi di Santa Maria Novella celebrava il giorno di san Pietro Martire, recandosi in processione presso le colonne della Croce al Trebbio e di Santa Felicita, ritenute i luoghi dove nel 1245 i guelfi avrebbero sconfitto i loro nemici.

Sebbene ciò non infici il fascino di queste croci, legate per altro a tradizioni cultuali ancora più antiche, sorgendo nei pressi delle prime chiese cardinali di Firenze, disposte sugli assi del cardo e del decumano come assai probabilmente legate alle aree cimiteriali romane, dobbiamo rivelare i forti dubbi avanzati dalla moderna ricerca storica riguardo alle celebrazioni dei Laudesi: nel 1245 fu la fazione vicina al podestà ghibellino a prevalere.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

La loggia della Misericordia in Piazza del Duomo

L’ultimo luogo nel quale desideriamo accompagnarvi è famosissimo, gli affreschi legati ai catari si trovano infatti proprio sulla Loggia del Bigallo in Piazza del Duomo. Tuttavia pochi tra i moltissimi visitatori che vi passeggiano accanto, sanno riconoscere la raffigurazione di san Pietro Martire nell’atto di consegnare lo stendardo crociato ai capitani della Società della Fede, fondata attorno alla metà del Duecento con lo scopo di combattere in armi gli eretici e i loro protettori. Affianco a questo, ma meglio conservato si trova poi l’affresco che ritrae il miracolo del cavallo nero.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

Al tempo in cui san Pietro Martire predicava contro gli eretici, infatti, il demonio intervenne per disturbare il santo, prendendo le sembianze di un cavallo oscuro e furioso, desideroso di travolgere, al galoppo, la riunione dei fedeli. Occorse l’intercessione miracolosa perché il male venisse respinto, San Pietro Martire con grande calma fronteggiò il maligno e tracciando il segno della croce in direzione di questo, lo costrinse a volare sopra le teste dei fedeli, impedendogli di fare del male ad alcuno.

Il tramonto dell’eresia catara

Infine, nel corso del Trecento mentre Firenze, ormai saldamente guelfa, edificava le memorie del tempo in cui aveva combattuto per l’ortodossia, la chiesa catara decadde lentamente, stretta tra il successo di francescani e domenicani, la repressione inquisitoriale e la sconfitta dei suoi alleati politici, il ghibellinismo in Italia e la nobiltà occitanica oltre le Alpi.

Esemplificativa in tal senso, è certamente la condanna di Farinata degli Uberti e di sua moglie Adeletta; morti da anni nel 1283, i loro corpi furono dissepolti e consegnati alle fiamme con l’accusa di avere ricevuto l’imposizione delle mani.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

Poiché ciò permise di procedere alla confisca del patrimonio presso gli eredi e colpire la memoria di un fiero ghibellino, alcuni storici hanno ipotizzato che a quel tempo i catari viventi dovessero essere rimasti ormai pochi e l’accusa di eresia fosse divenuta un pretesto per perseguire fini politici (leggi anche: Guelfi e Ghibellini: amore e vendetta tra le torri fiorentine).

Eppure è vero che alla metà del Duecento, le famiglie ghibelline ancora perseguite, in più casi e senza riguardo per i morti, si erano avvicinate molto agli ambienti dell’eresia, specialmente tramite l’impegno delle loro donne che nella chiesa catara potevano raggiungere il rango sacerdotale di perfette; così gli storici hanno dibattuto lungamente sulla vera natura del catarismo nel secolo Quattordicesimo.

La risposta forse la conobbe Dante che circa ventenne, nei pressi di Santa Croce, potrebbe anche avere assistito al rogo del fiero Uberti, poi cantato nell’Inferno della Commedia.

L'eresia catara trovò a Firenze, tra il 1200 e il 1300, uno dei suoi epicentri. Un originale tour di Firenze ne ripercorre i luoghi simbolo.

Ci pare pertanto appropriato concludere il nostro tour in questa stessa Piazza Santa Croce, nei pressi della statua del divino poeta ma senza tralasciare di domandarvi prima, se siete stati quanto meno affascinati dall’antica storia dei catari.

Piazza Santa Croce dal satellite

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Alessio Mariani Blogger & Ambassador of TuscanyPeople
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