Fabbriche di Careggine è il borgo toscano sommerso sotto il Lago di Vagli, Garfagnana, che nel 2021 rivedrà la luce grazie allo svuotamento dell’invaso dell’Enel.

 

Fabbriche di Careggine: nel 2021 il borgo fantasma torna alla luce

Abracadabra, et voilà, un paese sommerso sotto un lago da 27 anni, tra poco, nel 2021, ritornerà alla luce, riprenderà vita, si scrollerà di dosso milioni di tonnellate d’acqua, si asciugherà e risplenderà di nuovo al sole. No, non è una leggenda, parliamo più semplicemente di Fabbriche di Careggine, sulle Alpi Apuane, in provincia di Lucca, sommerso dal ’94 dal lago di Vagli formato artificialmente nel 1947 con lo sbarramento del Torrente Edron.

Vagli di Sotto e il Lago di Vagli sotto cui sorge Fabbriche di Careggine, borgo toscano sommerso

Quando è stato svuotato il Lago di Vagli l’ultima volta?

In effetti, lo svuotamento non è la prima volta che accade dal ’47 a oggi. Se inizialmente si era previsto che avvenisse ogni 10 anni, in realtà si è verificato soltanto quattro volte: nel 1958, nel 1974, nel 1983 e nel 1994, mentre il prossimo, originariamente in programma per il 2016, è stato appunto rimandato al 2021 dal gestore dell’impianto.

Bene, adesso riavvolgiamo indietro il nastro della storia e cerchiamo di fare chiarezza.

Vagli di Sotto e il Lago di Vagli sotto cui sorge Fabbriche di Careggine, borgo toscano sommerso

La storia di Fabbriche di Careggine, il borgo toscano sommerso sotto il Lago di Vagli

Fabbriche di Careggine – fondato nel XIII secolo da una colonia di fabbri provenienti da Brescia che lavoravano il ferro del Monte Tambura – nel corso dei secoli ha conosciuto alterne fortune. Da uno dei maggiori fornitori di ferro dello stato Estense – più o meno verso la metà del Settecento -, vide a poco a poco il declino della fondamentale via Vandelli che collegava Modena a Massa attraversando il torrente Edron, cosicché i residenti furono costretti a tornare a dedicarsi agli antichi mestieri di contadini e pastori per far fronte a fame e carestie.

La ripresa economica del Novecento

All’inizio del Novecento, tuttavia, l’economia del paese si riprese grazie allo sfruttamento del marmo nei pressi di Vagli, tanto che tra il 1906 e il 1907 fu costruita una piccola centrale idroelettrica sull’Edron per servire i bacini marmiferi.

La costruzione di bacini idroelettrici in Italia nel dopoguerra

Ed eccoci alla parte di storia più interessante. Nel 1941, durante il regime fascista, la società Selt-Valdarno (oggi Enel) decise di formare un bacino idroelettrico sbarrando il corso del torrente Edron nel comune di Vagli di Sotto. Bisogna considerare che nell’Italia del secondo Dopoguerra il progresso e le esigenze di costruzione prevalevano su qualsiasi altra considerazione di ordine architettonico-storico-culturale-paesaggistico.

Se aggiungiamo che la domanda di energia elettrica aumentava esponenzialmente soprattutto nel Centro-Nord Italia, si comprende perché si cominciarono a sbarrare intere valli per creare bacini idrografici artificiali, senza esitare a sommergere i paesi presenti, come nel caso di Osiglia, Stramentizzo, Curon Venosta, Isola Santa e, last but not least, il nostro Fabbriche di Careggine. Così, purtroppo, si originarono anche sciagure come quella celeberrima del Vajont, ma questa è un’altra (brutta) storia che per fortuna non riguarda la Toscana.

La diga sul lago di Vagli che contiene il torrente Endron in Garfagnana

Perché Fabbriche di Careggine è stato sommerso?

Quel che accadde a Fabbriche di Careggine è presto detto: tra il ’47 e il ’53 si elevò sulla valle una diga di 92 mt di altezza capace di contenere 32.000.000 m3 d’acqua, mentre il povero borgo medievale toscano, composto da 31 case in cui abitavano 146 cittadini, fu gradualmente sommerso.

I residenti, volenti o nolenti, vennero trasferiti nelle nuove abitazioni di Vagli di Sotto, edificato in modo da riproporre fedelmente l’impianto urbanistico del villaggio medievale evacuato.

Vagli di Sotto e il Lago di Vagli sotto cui sorge Fabbriche di Careggine, borgo toscano sommerso

Quante volte è stato svuotato il Lago di Vagli?

Come già accennato, a causa dei lavori di manutenzione della diga il lago è stato svuotato in quattro occasioni (1958, 1974, 1983, 1994), e ogni volta l’antico borgo medievale è magicamente riemerso con le sue case in pietra, il cimitero, il ponte a tre arcate, la chiesa romanica di San Teodoro e il campanile in rovina.

Nel 2016 è stato completato il ponte tibetano in legno e acciaio Latorre-Girone. 27 anni fa l’ultimo svuotamento attrasse sul lago circa un milione di turisti, numeri mai visti da queste parti, ma adesso che l’operazione si ripeterà se ne potrebbero prevedere anche di più.

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Ponte tibetano sul Lago di Vagli

Fabbriche di Careggine vedrà nuovamente la luce nel 2021

Ad annunciare lo svuotamento del Lago di Vagli nel 2021 è stata Lorenza Giorgi – figlia dell’ex sindaco del Comune di Vagli di sotto negli anni Novanta, Ilio Domenico Giorgi – in un post su Facebook: “Vi informo che da fonti certe so che il prossimo anno, nel 2021, verrà svuotato il lago di Vagli. Vi terrò informati quando saprò le date precise”, recita il post.

Il comunicato ufficiale di Enel

La notizia, è stata confermata poco dopo tramite una nota dalla stessa Enel che gestisce l’invaso: “È in corso di formalizzazione un ‘Memorandum di intesa’ con Comune di Vagli di Sotto e Romei srl per supportare il “Progetto Essere 2020 – Vaglispiega l’Enel. “Il memorandum – continua la nota – intende promuovere e sostenere un turismo responsabile, attraverso la sensibilizzazione e la crescita culturale della collettività in materia di energia pulita e rinnovabile: tra le proposte considerate nell’ambito dell’iniziativa vi sono l’apertura di siti adibiti a musei digitali indoor, la realizzazione di istituzioni museali sul territorio e sulla storia locale, la riqualificazione dell’ambiente naturale, compresa la pulizia dell’invaso di Vagli mediante una serie di attività che, attraverso il possibile svuotamento del bacino, prevedono la realizzazione di attività manutentive sulle opere idrauliche, interventi ambientali con lavori di ingegneria naturalistica e progetti di valorizzazione turistica“.

Dunque, presto, dal fondo dell’invaso artificiale riemergeranno di nuovo, Fabbriche di Careggine e la chiesa di San Teodoro con il suo campanile a pianta quadrata. E la magia rivivrà.

 

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