4 / 5 – Il grande Andrea della Robbia alle prese con lo spionaggio industriale

Arriva Andrea della Robbia, il nipote di Luca

Nipote di Luca della Robbia, figlio di suo fratello Marco, anche Andrea è specializzato nella tecnica della ceramica policroma invetriata, inventata dallo zio. Andrea diventa il capo-bottega dell’officina e ha il grande merito di spingere a grandissima diffusione l’arte della terracotta invetriata, quasi raggiungendo, con le sue innovazioni, un livello proto-industriale.

La tecnica della terracotta invetriata è così segreta da generare spionaggio industriale

Con Andrea la terracotta invetriata diventa leggenda, anche per via dei materiali e della tecnica di lavorazione così segreti e protetti da generare famosi aneddoti. C’è infatti un’altra famiglia che si dedica a questa particolare forma d’arte, i Buglioni (Benedetto e Santi), autori di pregiatissime opere, che tuttavia ancora oggi sono più che altro ricordati in qualità di antagonisti dei della Robbia.

Si narra addirittura che una notte una donna scappi dalla casa di Andrea, portando via la Madonna nella quale è scritta la ricetta della terracotta invetriata; la statua viene consegnata alla bottega rivale dei Buglioni: questi tuttavia distruggono la statuetta, impedendo così alla formula di arrivare sino a noi. Se non è questo un vero e proprio caso di spionaggio industriale

Ospedale degli Innocenti in Piazza SS Annunaziata a Firenze, terrecotte di Andrea della Robbia

Andrea, nelle sue bellissime opere, s’ispira più alla pittura

A differenza dello zio, tuttavia, Andrea non è però propriamente uno scultore; si ispira infatti più alla pittura contemporanea, come quella della bottega del Verrocchio e dei suoi allievi, che alla scultura. Le sue Madonne hanno poco da invidiare alle diafane bellezze di Filippo Lippi, o alle maestose fanciulle botticelliane. Rispetto al predecessore il suo stile è più idealizzato, forse meno sperimentale. Lo si comprende molto bene nella chiesa del Santuario de La Verna, o nella Pieve di Santa Fiora, sull’Amiata, così come, a Montepulciano, nella chiesa di San Bernando e Duomo.

Le sue opere, spesso in bicromia bianco/blu, sono sparse nelle chiese e nei palazzi di tutta la Toscana e dell’Umbria. Fra quelle più riuscite, la lunetta coi Santi Francesco e Domenico nella loggia di San Paolo, a Firenze. Sue sono anche le belle lunette con i bambini che coronano armoniosamente le arcate dello Spedale degli Innocenti. Al Museo del Bargello di Firenze si conservano altre numerose creazioni, tra cui un Ritratto di fanciulla.

Perché i della Robbia subiscono un declino? Scoprilo all’ultima pagina

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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