18 Marzo 2015 2015-03-25T11:05:18+01:00 Fino a qui tutto bene: la vita dopo l’Università TuscanyPeople Diego Garufi Share: Fino a qui tutto bene, film di Roan Johnson sulla vita post-università, uscirà nelle sale il 19 marzo, ma verrà proiettato in anteprima al cinema Fulgor di Firenze mercoledì 18. Gli anni dell’università sono per molti studenti gli anni peggiori e gli anni migliori della loro vita. Ma cosa fare dopo l’università? Come muoversi tra lavoro e disoccupazione, amore e solitudine, fuga dal paese e volontà di rimanere e combattere. A queste domande risponde il regista Roan Johnson nel suo ultimo film Fino a qui tutto bene. Ma chi è questo Roan Johnson che viene a girare film in Italia? Un regista di Hollywood? Un affermato autore europeo con la voglia di utilizzare la città di Pisa e la sua famosa torre come sfondo per la sua ultima opera? No, Roan Johnson classe 1974, nasce a Londra, da madre italiana e padre inglese, cresce a Pisa ma vive a Roma, e come ama dire “entra in confusione”. Durante gli studi al Centro Sperimentale di Roma incontra Paolo Virzì che: “mi diceva che sarei diventato regista ogni volta che mi incontrava nei corridoi”, ci racconta lo stesso Roan. Ed è proprio il regista livornese qualche hanno dopo a dare al suo ex-studente pisano la sua prima chance come regista con l’episodio “Il terzo portiere” nel film “Il Gioco più bello del mondo”. “Ero terrorizzato – racconta Roan – avevo quasi deciso di abbandonare tutto ma ritornai dietro la macchina da presa con il mio secondo film “I primi della lista”. Già allora le cose cominciarono a funzionare meglio ma è proprio con questo film che finalmente me la sono goduta a pieno.” Fino qui tutto bene: cinque ragazzi in cerca di futuro L’ultimo weekend di cinque ragazzi che hanno studiato e vissuto nella stessa casa, dove si sono consumati sughi scaduti e paste col nulla, lunghi “scazzi” e brevi amplessi, nottate sui libri e feste all’alba, invidie, gioie, spumanti, amori e dolori. Ma adesso quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto, sta per finire e dovranno assumersi le loro responsabilità. Prenderanno direzioni diverse, andando incontro a scelte che cambiano tutto. Chi rimanendo nella propria città, chi partendo per lavorare all’estero. Il racconto degli ultimi tre giorni di cinque amici che hanno condiviso il momento forse più bello della loro vita, di sicuro quello che non scorderanno mai. Questa è la trama del nuovo film di Roan Johnson, un film con un fortissimo legame al presente di tutti i giovani italiani. Cosa fare finiti gli studi? I suoi cinque protagonisti si trovano così confrontati con questo futuro nebuloso, un mistero che non lascia intravedere nulla, un salto nel buio con cui molti si sono confrontati. Ma Vincenzo, Paolo, Ilaria, Andrea e Francesca sono animati da una incrollabile volontà di vivere, di provare e di (forse) riuscire, ma anche di sbagliare e andare avanti. “La forza di volontà e la consapevolezza dell’incertezza del loro futuro è la caratteristica principale dei miei personaggi – ci spiega Roan – Ma questa consapevolezza anima molti degli studenti che ho dovuto intervistare quando nel 2013 l’Università di Pisa mi chiese di fare un documentario. Mi sono sorpreso ascoltando ragazzi che, anziché lamentarsi per la crisi, avevano un atteggiamento di sfida. Di rilanciare, piuttosto che arrendersi. Per questo, quando ci è venuta l’idea per raccontare la fine di quel periodo protetto e acerbo, anziché seguire il classico percorso che ci avrebbe portato a sentirci dire che avremmo dovuto aspettare, che i soldi erano finiti, che avremmo dovuto scendere a compromessi produttivi, abbiamo deciso di fare da soli, di non arrenderci, di puntare in alto.” L’amicizia illumina il futuro (anche ai pisani) Roan riesce così a mettere insieme in breve tempo una piccola, ma agguerrita troupe e i finanziamenti utili al pagamento delle spese vive, dopo aver abbattuto ogni costo (superfluo e non), contando sulla generosità e l’appoggio di amici e collaboratori. Una serie di incastri, tipici del mondo del cinema, fra le disponibilità degli attori, della location e di se stesso, con un figlio in arrivo, lo costringevano a dover girare quella stessa estate, senza avere il tempo di cercare maggiori finanziamenti. Ma forse sono proprio queste urgenze che hanno fatto di Fino a qui tutto bene quello che è. Si respira una freschezza e una naturalezza spesso assenti in molto del nostro cinema. Per raggiungere questi risultati non ci si è affidati all’improvvisazione, anzi proprio all’opposto, gli attori hanno provato e riprovato le scene fino a raggiungere quel grado di spontaneità che serviva. Oltre alle prove, per creare un legame forte tra di loro (soprattutto per abbattere i costi di produzione ma è più bello se diciamo che si è fatto per l’arte), gli attori hanno anche dovuto convivere sotto lo stesso tetto, ovvero la casa dove si ambienta il film. E grande merito di Roan è stato quello di aver saputo riappacificare una guerra intestina che sconvolge la Toscana da centinaia di anni: il triplo scontro sull’asse Livorno-Pisa-Firenze. Già perché tra gli attori una era di Firenze, Melissa Anna Bartolini, uno di Livorno, Guglielmo Favilla, e uno di Pisa, Paolo Cioni (attore che da molti anni collabora con Roan): “Questo clima ha fatto diventare tutta la troupe i personaggi del film– spiega il regista – gli attori indossavano i loro veri vestiti, le stanze erano le loro, e quando abbiamo dovuto lasciare quella casa, avevamo tutti davvero un groppo in gola.” Se questo articolo vi ha reso anche solo un minimo curiosi vi consigliamo di non perdere Fino a qui tutto bene di Roan Johnson che arriverà nelle sale di tutta Italia il prossimo 19 marzo e sarà presentato in anteprima al cinema Fulgor di Firenze il 18 marzo alla presenza del cast e del regista. Share: Informazioni sull'autoreDiego GarufiCulture Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/fino-a-qui-tutto-bene-film/" width="100%" count="on" num="3"]