17 Aprile 2019 2019-04-23T14:51:26+02:00 Franco Legni, romanziere pratese, e il suo pulp di successo “Io, Nichi Moretti” TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Abbiamo fatto due chiacchiere con Franco Legni, lo scrittore toscano che ha scalato le più recenti classifiche letterarie con la saga pulp “Io, Nichi Moretti”. Franco Legni, romanziere pratese, e il suo pulp di successo “Io, Nichi Moretti” L’avvocato pratese Franco Legni, ha sfondato nella narrativa (Giunti) con la saga di Nichi Moretti, uno “sciamannato” che proprio non ce la fa, come dice lui. Noi siamo andati a farci due chiacchiere. Da dove viene Franco Legni? “Vengo da una famiglia normalissima, a Prato molto tipica. In realtà nessuno è pratese tranne me. Mia madre viene dal Casentino, mio padre è nato per caso a Messina, e poi i nonni si sono trasferiti a Prato per lavoro. I miei erano tessitori, sono l’unico laureato in famiglia. Prima ho frequentato la scuola di ragioneria – avrei dovuto fare il ragioniere in una ditta tessile -, poi, l’università, Giurisprudenza, perché chi sa sa e chi non sa fa legge. Adesso sono avvocato, ma avrei voluto fare lo scrittore.” Il primo segno della sua vita è arrivato alle elementari. “Quando fai i temi a scuola te ne accorgi, alle elementari, alle medie, alle superiori. E dopo per scommessa, per dire. Dieci anni fa avevo quasi finito di scrivere il primo libro che uscirà l’anno prossimo con Giunti, lo feci leggere a un amico che pensò potesse avere delle possibilità. Lo detti quindi in lettura a un’amica che faceva l’editor per le Edizioni della Meridiana e lo presero. Fecero quello che potevano fare, si tratta di una piccola casa indipendente ma di qualità: pubblicavano Celestini, Wim Wenders. Io per loro ero una scommessa, andavo un po’ fuori target, tant’è che producevano molti bei libri fotografici. E poi? “Poi fui comprato da Curiosando Editore che vendeva me e i giornali porno. Tutte le settimane mi arrivavano i dati di vendita e sfidavo idealmente Rocco Siffredi. Quando vinci con lui non hai più nemmeno paura di Salinger. Distribuivano il mio libro in edicola, a macchia di leopardo, e questo mi ha dato tanta visibilità. In effetti per essere editoria indipendente ha venduto moltissimo: 4000 copie in tutta Italia. È successo anche che la mia segretaria chiamasse Sant’Elpidio a Mare, che non so neppure dov’è, e dicesse: senta per l’Avv. Franco Legni, e dall’altra parte fosse subito interrotta: ma chi? l’Avv. Franco Legni che ha scritto Due di Briscola? qui l’abbiamo letto tutti. A quel punto inizi a crederci. Poi è uscito Io, Nichi Moretti, in edizione sempre indipendente.” La Curiosando Editore è fallita però. “Sì, non per causa mia” – dice Franco Legni col sorriso – “Per un problema di un mancato pagamento. Sono sempre stati molto carini, hanno dato l’ok alla Giunti per l’acquisizione dei diritti e sono venuti anche alle successive presentazioni.” Com’è avvenuto il collegamento con la Giunti “Jacopo Gori” – adesso Direttore Libri Trade della Giunti – “libraio a Prato con la Soprattuttolibri, la prima libreria grande della città, adesso diventata un punto Giunti, scommise sul mio libro, lo tenne molto in vetrina, lo consigliò, ed ebbe dei buoni feedback. Poi la Giunti comprò, appunto, la sua libreria e lo prese a lavorare con sé. Col tempo ha scalato le gerarchie fino ai posti di comando, tanto che nel 2018 è stato fatto pratese dell’anno. E una delle prime cose che fece fu chiamarmi perché aveva dato i miei libri in lettura ad Antonio Franchini, uno dei più noti guru della letteratura italiana” . Ricordiamo che Antonio Franchini, ha prodotto Gomorra con Roberto Saviano, ha dato il titolo a La solitudine dei numeri primi, e che premi Strega come Antonio Pennacchi, di Canale Mussolini, sono stati scoperti da lui. E a questo punto cos’è successo? “Il primo di settembre del 2017, mentre disfacevo le valige delle vacanze, mi arrivò un messaggio da Gori. Sulle prime pensavo fosse uno scherzo, anche perché lo conoscevo ma non avevo il suo numero. Lì per lì lo etichettai come «Non so chi sia», e ancora oggi, quando mi chiama, mi appare questa scritta.” E quindi il salto nella grande editoria. “Un cambiamento totale. Si lavora con veri professionisti che non mi hanno mai né censurato né imposto nulla. Ho una editor, Annalisa Lottini che mi ha dato ottimi consigli. Quando però ho puntato i piedi, sinceramente per poche cose, si è mostrata molto duttile.” “Io, Nichi Moretti” è un pulp, giusto? “Sì, anche. Un romanzo tipo il primo Ammanniti, penso a Fango, ad esempio. Romanzo sulle persone, sui coatti, gente che non trova la propria dimensione.” Vicenda intricata. “Tre storie che s’incrociano. Tutto parte da un aspirante avvocato che è bocciato cinque volte all’esame, e che alla fine lo passa. Però deve ancora sostenere l’orale. Per questo si mette in casa un compagno di università, genio assoluto del diritto, ma anche bipolare, tanto che quando va in udienza tratta male i colleghi. Dopo una serie di avventure, viene per sbaglio coinvolto in una rapina alle poste ad opera di tre donne, e finalmente trova la sua dimensione, senza più stress, senza più esame da fare, maturando una sindrome di Stoccolma per « una con la quarta di reggiseno». In realtà le tre donne lo usano come ostaggio per le loro rapine ma lui sta da dio. Inoltre c’è la storia, che s’incrocia, della notte di un vocalist, Disco Inferno, la quale convergerà con le altre nell’ora fatale, per poi risparigliarsi”. Tuttavia le tre donne non commettono crimini per motivi futili come i soldi. “No, assolutamente, il contrario. Lo fanno perché il mondo se l‘è masticate e sputate via. La loro è una missione suicida. Lo fanno per protesta contro simboli come le Poste, l’IKEA. Una è stata licenziata e ha perso la testa. Una è malata. Tutt’e tre hanno problemi. Le Charlie’s Angels al contrario, l’idea infatti è stata mutuata da lì. Sono spietate ma non cattive. Quando, in fondo, si troveranno tutti in una casa, emergerà il risvolto umano. Tranne Moretti che rimane sempre uguale a se stesso. È questa la forza del personaggio.” Il nome Moretti funziona. Come l’hai trovato? “Volevo un cognome italiano, ovviamente. Poi è un omaggio al capo ultrà del Prato, Stefano Moretti, un personaggio della mia infanzia che sfidava tutto e tutti. A Prato è stato famosissimo per un certo periodo, lo volevano candidare a Sindaco. Era il fornaio di Coiano, avevo con lui un rapporto personale.” C’è anche una sceneggiatura pronta. “Sì, a opera della Vertigo. Per ora tutto fermo. Staremo a vedere.” La storia è l’inizio di una serie. “Saranno almeno tre libri. La trilogia di Nichi Moretti. Poi vedremo come risponde il mercato e se trovo l’ispirazione per il quarto. Il fatto che Nichi Moretti sia di Prato mi provoca orgoglio, ma mi fa anche divertire”. Un quartiere particolare di Prato? “Nel primo libro non si capisce, si sa solo che lui abita a Galciana. Nel secondo lui è di Coiano, come Curzio Malaparte ma anche come Gaetano Bresci – l’anarchico omicida del Re d’Italia Umberto I di Savoia – e come il sottoscritto.” C’è molto di autobiografico nel tuo libro? “Molto.” Dovessi descrivere Franco Legni e Nichi Moretti in poche parole? “Urbano. Perché un personaggio come Moretti, che è uno sciamannato, in certe situazioni commenta: quanta inurbanità. Poi mi piace molto la parola «casa». Tra le mura domestiche si ritrova la pace. Anche Moretti il meglio di sé lo dà tra le quattro mura. Poi «comunista». Infine, l’ultima parola è «notte», l’altro personaggio, il vocalist Disco Inferno, affronta una sua notte”. In bocca al lupo a Franco Legni per il resto della trilogia di Nichi Moretti e per il prosieguo della sua carriera di scrittore. Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/franco-legni-io-nichi-moretti/" width="100%" count="on" num="3"]