Dove si vedono ancora i giornali cartacei adesso? Nei bar, nei circoli ricreativi o culturali, nelle biblioteche, talvolta sul treno, sulle navi, sugli aerei. Talaltra in qualche portineria. Poco più. Per la maggioranza li sfogliano persone anziane o di età matura. Di rado qualche giovane intellettuale che si vuole dare un tono tra il radical chic e il demodé o qualche universitario che ambisce a diventare un giovane intellettuale tra il radical chic e il demodé. Poco più, per il resto sono tutti quotidiani online e 5,3 miliardi di persone li leggono dal proprio smartphone.

Quotidiani online VS giornali cartacei

Aprire un quotidiano, ben impaginato, rimane un piacere, lo ammetto, ma sta di fatto che lo apriamo sempre meno perché il nostro primario desiderio d’informazione è ampiamente soddisfatto dal web, da uno smartphone da un IPad o dal più comune PC, dove si trovano le stesse notizie dei giornali cartacei riportate in tempo reale da una marea di siti oltre che dagli omonimi quotidiani online. Detto così sembra ci sia qualcosa che non torna, giusto? E infatti c’è.

A sostenere il sorpasso definitivo dei quotidiani online rispetto ai giornali cartacei sono alcuni dei massimi esperti del settore

Diciamoci la verità, se dovessimo spiegare a un extraterrestre le differenze, i pregi e i difetti delle notizie su carta e di quelle online – escludendo l’inevitabile fascino romantico scaturente dalla carta – credo che troveremmo una certa difficoltà a giustificare la sopravvivenza dei giornali tradizionali. Il web (e di conseguenza i quotidiani online) è troppo più comodo, più rapido, in molti casi più economico. E soprattutto è troppo più immediato.

Il vero giornale vecchia maniera

Si sì, lo so, il rito dell’acquisto dal giornalaio, il sublime articolo dell’esperto fondista che apprezziamo ogni giorno con invariabile entusiasmo, il contatto fisico con la pagina, la presenza concreta – verrebbe da dire: lo spessore – dei suoi tanti fogli, la sensazione che il giornale appartenga a un’imprescindibile cultura classica e che quel mostro del web si stia a poco a poco mangiando tutto il nostro passato, lo so, lo so, non sono nato ieri. Lo so.

Ma si tratta pur sempre di obiezioni che perdono forza col passare del tempo. Estrai dalla tasca un cellulare, in un secondo ti colleghi a Internet, e hai tutto quello che vuoi. Se poi desideri notizie più approfondite, come da un vero giornale vecchia maniera, paghi un abbonamento e ce l’hai. Be’.

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Generazioni a confronto

Le avete notate le nuove generazioni? Alzi la mano chi crede che tra 10 anni qualcuno di questi bambini/ragazzi comprerà un giornale cartaceo. Ve lo immaginate? Avreste continuato a telegrafare dopo l’avvento del telefono? Per un po’, magari. Per divertimento, in qualche caso. Per nostalgia, in qualche altro. Per spirito di contraddizione, forse. Ma poi? Vi faccio un’altra domanda: qualcuno di voi sarebbe disposto a scommettere 1 centesimo sul radioso futuro dei giornali cartacei? Solo se una tempesta magnetica azzerasse Internet, sarebbe possibile pensarlo. Ma se una tempesta magnetica azzerasse Internet, il dubbio sul futuro radioso verrebbe riguardo all’umanità stessa, non riguardo ai giornali cartacei.

Queste però sono solo delle considerazioni fatte in base al buon senso, alla crescita esponenziale dalla tecnologia e all’osservazione quotidiana. Ma cosa ne pensano gli addetti ai lavori a proposito dei quotidiani online VS giornali cartacei?

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Cosa dicono gli addetti ai lavori

A Borgo La Bagnaia, nel senese, si sono confrontati i direttori di tre quotidiani Usa, nientemeno che il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal, con i responsabili del settore news di Google, Facebook e Twitter, predominanti nella raccolta pubblicitaria. La strada della collaborazione è ormai considerata l’unica possibile. Non per niente il CEO del New York Times, Mark Thompson, considera i social network un canale importante per veicolare i contenuti del quotidiano.

Google e Facebook“, ha detto, “sono utili per farci scoprire dalla gente, ma per sopravvivere dobbiamo essere la prima destinazione per gli utenti“.

I must che hanno consentito al quotidiano di tornare a crescere sono: fidelizzazione e abbonamenti a pagamento, anche al digitale, che quest’anno raggiungeranno quota 4 milioni. “Pochi, o forse nessun quotidiano, anche qui in Italia, sopravvivrà nell’arco di 10 anni se non si cambierà strategia in modo radicale“, ha ammonito.

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Sia la carta stampata che il digitale ci portano utili“, ha chiarito Thompson. “Entrambi hanno un margine positivo nel nostro bilancio: attualmente il digitale rappresenta circa il 38% del totale dei ricavi, il giornale cartaceo il 62%. Il peso del digitale cresce del 5-6% ogni anno, e tra 3 o 4 anni supererà quello della carta“.

L’inarrestabile crescita del digitale

Il peso del digitale cresce del 5-6% ogni anno, e tra 3 o 4 anni supererà quello della carta. Ipse dixit. Come una condanna a morte per i giornali cartacei, o se non proprio una condanna a esecuzione immediata, il lontano, lugubre, rintocco d’una campana sorda, monotona, che si avvicina sempre più. Tra l’altro, Thompson aveva già di recente sostenuto che il suo gruppo potrà fare a meno della carta tra meno di 10 anni. Meno di 10 anni.

Un concetto che nel corso dell’incontro italiano ha evitato di ribadire, ma che fa parte del suo credo. “Quello che conta“, ha aggiunto, “è che il digitale rappresenta già una significativa fonte di utile, che è più che raddoppiata in 5 anni“. Gli è andato dietro il direttore dello stesso quotidiano, Dean Baquet, “Ci sono più giornalisti di 10 anni fa, grazie al fatto che abbiamo chiesto ai lettori di pagare per un contenuto che non sarebbero riusciti a trovare da nessun’altra parte“.

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Gli abbonamenti ai quotidiani digitali

La strada degli abbonamenti ai quptidiani online è considerata l’unica percorribile anche dal Washington Post e dal Wall Street Journal. “Non si guadagna più sulla base della pubblicità. L’area di crescita è quella degli abbonamenti al digitale“, ha fatto sapere Martin Baron, direttore del quotidiano della capitale Usa, ricordando che l’azienda “è tornata all’utile due anni fa e che l’anno scorso gli utili sono stati tutti reinvestiti“. Gerard Baker, direttore del quotidiano economico ha aggiunto: “Prima non riuscivamo neppure a inserirla tutta, oggi la pubblicità va ai giganti digitali. Per noi sono importanti gli abbonamenti che possono crescere solo con il giornalismo di qualità“.

Abbonamenti e pubblicità

Quindi: abbonamenti al digitale, ossia fidelizzazione, e pubblicità digitale. Tutto il guadagno, o quasi, dei giornali, si sta pian piano (ma neanche tanto) spostando sul web. Forse converrebbe domandarsi perché. O forse converrebbe iniziare a pensare che le generiche impressioni che riceviamo quando camminiamo in mezzo alla gente non sono solo generiche impressioni ma qualcosa di più, e che da acquirenti ci stiamo trasformando in utenti.

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E in Italia? Be’, in Italia la crescita dei ricavi dei quotidiani online non è equiparabile a quella degli Usa, ma esiste pur sempre la consapevolezza che la strada da seguire è senz’altro quella. “Dobbiamo stare al passo coi tempi e investire molto“, ha ammonito il presidente e Ad di Rcs, Urbano Cairo, “ma la carta non va in pensione nell’editoria, resta una componente molto importante, specie per una realtà come Rcs nella quale, tra Italia e Spagna, rappresenta ancora oggi l’84% del fatturato“.

Se lo dice Urbano Cairo, ci crediamo, però forse io avrei inserito una parolina in più: ancora. Ma la carta non va ancora in pensione nell’editoria. Non ancora, no. Ma presto sì. Guardate i vostri bambini, i vostri ragazzi, e non solo, guardate anche la maggioranza dei vostri coetanei, guardate cosa hanno in mano dalla mattina alla sera.

E se non ci credete andate a leggere il Global Digital 2018, l’indagine condotta tutti gli anni da We Are Social in collaborazione con Hootsuite, la piattaforma di social media management più utilizzata a livello mondiale.

I numeri a livello mondiale

Dall’analisi dei dati provenienti da 239 Paesi, è emerso come il numero degli utenti connessi al Web in tutto il mondo abbia sorpassato la soglia dei 4 miliardi di persone: un dato storico che ci dice che oggi più della metà della popolazione mondiale è online.

E traetene gli auspici.

i 5 principali social media trend per il 2018: video, smartphone, messaging, social media advertising

E cosa scrivono i quotidiani del bel paese?

RaiNews.it – L’amministratore delegato del New York Times Mark Thompson: “La carta stampata ha dieci anni di vita”. (Pubblicato il 16 Febbraio 2018)

SkyTg24 – Ceo New York Times: la carta stampata ha almeno altri 10 anni di vita – (Pubblicato il 16 Feb. 2018)

La Stampa.it – Confronto tra editoria e piattaforme tecnologiche al centro del convegno “Crescere tra le righe” (Pubblicato il 19 Aprile 2018)

Milano Finanza – Il mondo dell’editoria si dà appuntamento a Bagnaia (Pubblicato il 10 Mag. 2018)

Quotidiano.net – L’ad del New York Times: “Così il digitale ci darà più profitti della carta” (Pubblicato il 25 Mag. 2018)

IlSole24Ore.it – È l’affidabilità la risorsa dei giornali (Pubblicato il 26 Mag. 2018)

IlCorriere.it – La via anti crisi dei giornali Usa: investimenti e tanta qualità (Pubblicato il27 Mag. 2018)

Panorama – Crescere tra le righe: editori a confronto (Pubblicato il 28 Mag. 2018)

Liceo Classico Michelangiolo – Il Liceo Michelangiolo partecipa al convegno di Bagnaia

dagospia.com – Cafonal dei poteri fortissimi a Bagnaia (Pubblicato il 28 Mag. 2018)

La Repubblica – Non pervenuta


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Vieri Tommasi Candidi
Scrittore & Ambassador of Tuscany
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