2 / 4 – Grandi compositori toscani: il monaco che rivoluzionò la musica e il grande violoncellista del Settecento

Il nome delle note musicali

Partendo dalle prime sillabe dell’Inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono – “Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si” – Guido d’Arezzo attribuì i nomi alle note musicali. L’“Ut” sarà poi sostituito qualche secolo più tardi col Do da Giovanni Battista Doni. Quindi codificò il modo di scrivere le note definendo le loro posizioni su un grande rigo musicale e proponendo un sistema unificato per la loro scrittura. Per la parte terminale della nota usava il simbolo di un quadrato, che sarebbe poi diventato un rombo, e infine il nostro ovale.

Il tetragramma e la mano guidoniana

Guido d’Arezzo, inoltre, introdusse per la prima volta nella storia il grande rigo su cui indicare l’altezza delle note a seconda del loro posizionamento, il tetragramma che, a differenza del moderno pentagramma, aveva cinque righe, invece di quattro.

Sempre a Guido d’Arezzo si devono le invenzioni del sistema mnemonico della “mano guidoniana” per aiutare l’esatta intonazione dei gradi della scala, o esacordo, e del sistema della solmisazione, una prima forma di solfeggio. Tutte queste invenzioni lo resero nel Medioevo talmente famoso da essere invitato a Roma da Papa Giovanni XIX.

Spartito musicale per concerto d'orchestra

Luigi Boccherini, il virtuoso del violoncello

Altro grande compositore toscano è Luigi Boccherini che nacque a Lucca nel febbraio 1743,  a sua volta da una famiglia di musicisti. Fu il padre che insegnò al giovane Luigi la tecnica del suo strumento, il violoncello, e ben presto il ragazzo rivelò doti prodigiose, tanto che a soli 14 anni si esibì col genitore nell’orchestra del Teatro Imperiale di Vienna.

Tornato a Lucca, nel 1764 divenne primo violoncello nell’orchestra e, qualche anno dopo, fondò il primo quartetto stabile di cui si abbia notizia.

Nel 1767 con l’amico Manfredi si trasferì a Parigi dove pubblicò la sua prima raccolta di quartetti che li rese famosi, tanto che l’ambasciatore spagnolo a Parigi, loro ammiratore, gli propose di trasferirsi a Madrid, presso la corte di re Carlo III.

Nonostante l’ostilità del compositore italiano Gaetano Brunetti, già musicista di corte, Boccherini compose sei sinfonie, una trentina di quartetti e una trentina di quintetti in cui, ai quattro archi classici, aggiunse un secondo violoncello da lui stesso suonato a corte, vivendo gli anni più brillanti e produttivi della sua vita. Le sinfonie, in particolare, sono tra i suoi lavori più riusciti: solidamente costruite e ricche di una vena melodia tipica italiana, mai sentimentale, sono tra i primi validi esempi di questo genere che stava trovando, proprio in quegli anni, la sua consacrazione.

Ma i grandi compositori toscani non sono certo finiti qui: scoprine altri a pagina 3

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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