2 / 4 – Frati: così buoni non li avete mi provati

I frati: le ciambelle “cor buho nel mezzo”

Il frate da queste parti è il prodotto di punta, quello che dà il nome all’azienda: “Il Frataio”. Mentre in altre zone d’Italia – ma anche di Toscana – li chiamerebbero semplicemente ciambelle, qui, signori, siamo a Livorno. E, come sappiamo, a Livorno non amano troppo attenersi alle banali regole linguistiche a cui si attiene la maggioranza della gente.

I frati de Il Frataio, antica friggitoria a Livorno

Qui, nella città dal vernacolo toscano più spettacolare per antonomasia, nella patria del “dé”, interiezione meravigliosa valida per tutte le stagioni, le ciambelle “cor buho nel mezzo”, somiglianti alla chierica di un religioso con lo zucchero al posto dei capelli, diventano frati, appunto. E allora che cosa gli vuoi dire? Niente, chapeau. Ancora una volta la glottologia ha tutto da imparare da un città che fa del colore folkloristico la sua potenza.

Poi è ovvio che non finisce qui. Tanti entrano da Il Frataio e chiedono al posto del frate una sorella: che mi dai una sorella? Sì perché da queste parti, come a Napoli, il frate è un fratello, e Livorno e Napoli hanno senz’altro molte affinità, a parte essere grandi porti. O forse proprio perché sono grandi porti internazionali, quasi senza confini, hanno molte affinità. E poi c’è chi esagera coi meme o con le battute: frati… un ci vole l’avvo’ati!

Per approfondire: Livorno, la città più bohémien della Toscana, è un’esplosione di vita

La squadra de Il Frataio, antica friggitoria nel cuore di Livorno dove mangiare i frati

Qual è la ricetta dei frati livornesi?

Vabbe’, ma come si fa un frate? Semplice, o meglio, semplice per chi lo sa fare come loro. Farina, acqua, lievito di birra, sale, un po’ di zucchero ed essenza di limone. E tanta paziente preparazione. Prima viene preparata la biga, un impasto di circa 20 kg che lievita 18 ore. Poi, una volta realizzate le formine, queste lievitano di nuovo per 40-50 minuti. Quindi la formina viene fritta per 3 minuti in olio di semi di girasole, a una temperatura di 180°. A quel punto il nuovo frate viene estratto e cosparso di zucchero classico semolato, solo un po’ più leggero. Et voilà, in bocca è la fine del mondo, tanto che devi uscire di corsa dalla friggitoria se non vuoi ricadere nella tentazione di prenderne un altro. Fino al giorno dopo, ça va sans dire.

E oltre al frate? Vai a pagina 3, e scopri altri modi per farti prendere per la gola da Il Frataio di Livorno

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
[fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/il-frataio-antica-friggitoria-livorno/" width="100%" count="on" num="3"]