Lungo il corso del fiume Ombrone alla scoperta di alcuni dei territori più belli della Toscana: dal Chianti alle Crete senesi fino alla Maremma grossetana, un percorso alternativo per conoscere l’incanto toscano.

Lungo il fiume Ombrone: l’incanto toscano bagnato dal corso d’acqua

Il fiume Ombrone, il più grande della Toscana meridionale, secondo dell’intera regione per lunghezza, nasce sul versante sud-orientale dei Monti del Chianti, presso San Gusmè, nel comune di Castelnuovo Berardenga.

Porta del borgo fortificato di San Gusmè nel Chianti Classico

Il bacino idrogeografico dell’Ombrone

Il bacino idrografico dell’Ombrone ha un’estensione di 3.494 km2 e ricade per i 3/5 nella provincia di Siena e per il resto in quella di Grosseto.

Dopo un corso tortuoso in cui riceve affluenti come l’Arbia, il Merse, l’Orcia e le Trasubbie, il fiume approda in pianura presso Istia d’Ombrone, quindi, dopo aver lambito la periferia est della città di Grosseto, attraversa per circa 12 km il Parco Naturale della Maremma, e infine sfocia in un ampio delta nel Mar Tirreno, a Bocca d’Ombrone.

L’Ombrone ha piene molto violente ed è il primo fiume regionale per le torbide trasportate, che fin dalla metà del 18° secolo furono utilizzate nella bonifica per colmata. Il 4 novembre 1966, la fatidica data dell’alluvione di Firenze, anche l’Ombrone dette in escandescenze. Dopo giorni di violente precipitazioni, il fiume invase gran parte delle campagne circostanti e la zona centro-meridionale della città di Grosseto.

L'Ombrone è il 2° fiume più lungo della Toscana e percorre alcune delle zone più belle della regione: nasce nel Chianti e termina in Maremma

Le tappe del corso del fiume Ombrone

Seguire il corso dell’Ombrone può essere un ottimo modo per visitare alcune delle più belle aree della Toscana.

Castelnuovo Berardenga e le colline del Chianti

Partendo proprio dall’area della sua sorgente, troviamo il dolce territorio di Castelnuovo Berardenga, appena fuori Siena, sui colli che separano il primo tratto della valle dell’Ombrone da quella del suo affluente Arbia, il quale si trova incastonato tra le fertili colline del Chianti e il suggestivo paesaggio delle Crete senesi.

Terra di ville signorili (villa di Aiola, villa Avanzati, Villa di Geggiano), di pievi romaniche (Chiesa di San Pietro a Cerreto, la Certosa di Pontignano o il Monastero di San Salvatore a Montebona),  e di castelli, soffermarsi da queste parti è d’obbligo.

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Rapolano Terme

Il corso dell’Ombrone prosegue nel territorio di Rapolano Terme, noto per le sue acque termali, cariche di proprietà benefiche. Gli stabilimenti sono attestati già dai tempi dei romani, in particolare l’Antica Querciolaia e le Terme di San Giovanni, luoghi di pace immersi in bellissimi panorami e fonti miracolose che dettero sollievo anche alle ferite di Giuseppe Garibaldi. Tra bagni caldi, idromassaggi e fanghi, si può scegliere un soggiorno che alterna il relax alla visita d’un territorio icona della Toscana.

Un’altra preziosa risorsa di questa zona è il travertino – pietra, porosa, ma forte, che viene estratta fin dal Cinquecento -, depositato presso cascate, sorgenti o bacini in cui il calcare predomina,  è stato usato per la costruzione di molti monumenti come la chiesa di San Biagio a Montepulciano, la facciata del Duomo di Pienza e quella della chiesa di Provenzano a Siena.

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Asciano

Sempre seguendo l’Ombrone entriamo nel comune di Asciano, antichissimo borgo al centro delle Crete Senesi. Il mito lo vorrebbe addirittura fondato da Ascanio, figlio di Remo e fratello di Senio, fondatore di Siena.

Il paese ha un impianto tipicamente medievale, in cui è piacevole passeggiare a piedi. Asciano infatti è ricca di testimonianze architettoniche che vale la pena di scoprire senza fretta. Doverosa una visita alla Collegiata di Sant’Agata.

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Buonconvento

Quindi il fiume s’insinua nel comune di Buonconvento, affascinante borgo tutto racchiuso dentro una cinta muraria in mattoni sormontati da archetti pensili.

Da visitare la chiesa di San Pietro e Paolo, dove – secondo la storiografia – nel 1313 morì l’Imperatore del Sacro Romano Impero, Arrigo VII.

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Murlo

Il fiume poi raggiunge il territorio del borgo di Murlo, in latino murulus, che significa “luogo murato”. Il Castello di Murlo, dalla tipica struttura di borgo fortificato, risale al XII secolo, quando fu centro principale del Feudo dei vescovi di Siena o Vescovado.

Il paesaggio intorno è incantevole, arricchito dalla Riserva Naturale del Basso Merse.

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Montalcino

Le acque dell’Ombrone bagnano poi il trecentesco comune di Montalcino, il borgo del mitico Brunello, un gioiello medioevale d’arte e storia da visitare assolutamente. Molto interessanti, il Museo Civico Diocesano d’Arte Sacra, che ospita una delle più ricche collezioni di pittura e scultura lignea di scuola senese; la chiesa trecentesca di Sant’Agostino; la Cattedrale neoclassica; il Santuario della Madonna del Soccorso e Sant’Egidio, la chiesa “de’ senesi”.

Singolare, poi, il Palazzo Comunale (della fine del XIII° secolo), la cui esile struttura è affiancata da uno svettante campanile.

Veduta del borgo toscano di Montalcino

Val d’Orcia

Da esplorare le suggestive campagne circostanti col loro splendido succedersi di colli d’ogni colore (dal verde, al giallo al marrone nell’avvicendarsi delle stagioni) che hanno contribuito a imprimere indelebilmente la Val d’Orcia nell’immaginario collettivo. È proprio grazie a queste splendide vedute che Montalcino, insieme a tutta la valle, è stata riconosciuta nel 2004 tra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità. Verso Castelnuovo dell’Abate sorge solitaria la splendida Abbazia di Sant’Antimo. Interessante anche San Giovanni d’Asso, arroccato su un’altura, col suo Museo del tartufo.
Facendo una lieve deviazione si possono raggiungere San Quirico d’Orcia, Pienza, Monticchiello, immersi in un panorama di surreale bellezza, davvero splendidi paesi che vi ruberanno gli occhi.

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L’Ombrone entra in Maremma

Abbandonando l’area del senese, l’Ombrone entra in terra maremmana scorrendo nel comune di Civitella Paganico, caratteristico paese che sorge su un colle ammantato di cipressi e olivi, da dove poter ammirare un paesaggio che degrada verso la pianura e il litorale tirrenico. Il borgo vide la signoria degli Ardengheschi che in zona lasciarono importanti testimonianze di architettura romanica, come la stupenda Badia di San Lorenzo sul Lanzo, nota anche come Badia Ardenghesca. Nel territorio si trovano inoltre le popolari Terme di Petriolo, vasche termali immerse nel bosco, note fin dall’antichità classica.

Il fiume continua la sua fluida corsa nel comune di Cinigiano, borgo che giace su un colle che digrada dal Monte Amiata. Per la felice posizione, è possibile godere dei tipici paesaggi dell’entroterra maremmano. Nel territorio di Cinigiano si trova la Riserva Naturale di “Poggio all’Olmo”, paradiso per gli amanti delle escursioni. Interessantissime, in zona, le roccaforti aldobrandesche di Castiglioncello Bandini, Vicarello, Poggio del Sasso e Santa Rita.

L’Ombrone adesso entra nell’area di Campagnatico, un borgo medievale in miniatura. Nei dintorni si possono scoprire altri affascinanti borghi medievali come Montorsaio, o belle chiese e pievi, tra cui la Chiesa di San Giovanni Battista.
Quindi l’impetuoso fiume arriva a Scansano, il paese del famoso Morellino. Sulla cima di un colle che sovrasta il paese, immerso nel bosco, c’è il Convento del Petreto, coi resti di muraglie aldobrandesche e una chiesa di fondazione romanica.

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Grosseto

L’ultima tappa dell’Ombrone, prima di raggiungere il mare, è la città di Grosseto, la “capitale” della bassa Maremma, con la sua suggestiva e molto ampia cinta muraria medicea, la piazza del Duomo e i marmi bianchi e rosa della cattedrale di San Lorenzo.

Da lì alle bellissime rovine etrusche di Roselle è un attimo.

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Parco Naturale della Maremma

Da qui l’Ombrone entra nel Parco Naturale della Maremma e termina il suo corso nel Tirreno con un ampio delta. Il Parco (9800 ettari) è un’area protetta che occupa il tratto di costa da Principina a Mare a Talamone. Panorami incantevoli, scenari mozzafiato. Alla foce del fiume il terreno è paludoso e sono avvistabili importanti colonie di uccelli palustri. Più a sud, le “Dune dell’Uccellina” si  caratterizzano per la macchia mediterranea e una costa sabbiosa ancora autentica.

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