Le Celle di San Francesco a Cortona rappresentano uno degli eremi toscani più suggestivi. Un luogo mistico, di straordinaria bellezza, costruito per volontà di San Francesco d’Assisi che qui incontrò tutti gli elementi necessari per appagare il suo desiderio di pace e contemplazione.

Le Celle di San Francesco a Cortona: quando terra e anima s’incontrano

L’eremo, alle falde del monte Egidio, si chiamava già “Le Celle” ancor prima dell’arrivo di San Francesco, nome probabilmente dovuto alle piccole costruzioni ricavate tra le rocce, capanne di contadini e pastori, oltre che mulini dislocati lungo il corso del torrente.

Vista su Le Celle di San Francesco a Cortona, l'eremo toscano fondato da San Francesco d'Assisi

Le Celle di San Francesco: il primo convento costruito dal Santo

È il primo convento costruito da San Francesco d’Assisi e da lui abitato anche dopo aver ricevuto le stimmate. Qui probabilmente, nel maggio del 1226, pochi mesi prima di morire, detta il “Testamento“, tra i suoi scritti più preziosi, in cui ripercorre in sintesi tutta la sua esperienza spirituale.

San Francesco giunge a Cortona nel 1211 accompagnato da frate Silvestro e conosce il giovane Guido Vagnotelli che riceve Francesco in casa propria e, grazie alla sua intercessione, viene ricompensato col dono della vocazione religiosa. Lo stesso Guido mostra a Francesco il luogo, isolato in mezzo al bosco, e vicino a un corso d’acqua, che appaga il suo desiderio di pace e contemplazione, tanto che insieme ad altri seguaci costruisce le prime nove celle e vi si stabilisce.

Il messaggio del Santo conquista Cortona. Qui nasce, nel 1247, Margherita da Cortona, la “Terza perla del francescanesimo“, la grande penitente che seguirà in modo eroico le orme del Maestro.

L’ultima visita di San Francesco alle Celle di Cortona avviene quattro mesi prima della morte, nel maggio del 1226. Proviene da Siena, dove Frate Elia, che guida l’Ordine, l’ha mandato a curarsi una grave malattia agli occhi. Non ne trae giovamento, anzi la malattia peggiora sensibilmente. Frate Elia corre allora in soccorso di Francesco per condurlo nuovamente ad Assisi, ma la malattia si aggrava ancora di più e, giunti nella pianura di Terontola, fanno tappa alle Celle. Francesco morirà ad Assisi il 3 Ottobre del 1226.

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Le Celle dopo la morte di San Francesco

Frate Elia, dopo la morte di Francesco, nel 1239 si ritira a Cortona, apporta all’eremo delle Celle di San Francesco notevoli restauri e ne assicura la proprietà alla stessa comunità francescana. Spezza le pietre delle grotte e ne ricava un piccolo oratorio, antico dormitorio dei frati. Dietro vi lascia la celletta abitata da San Francesco e, in alto, costruisce otto camerette in cui può entrare un letto, un asse a muro per tavolino e una sedia. Ossia l’ideale di eremo voluto dal Santo.

Le Celle di San Francesco rappresentano un luogo ricco di storia e spiritualità e fra i personaggi illustri che vi hanno dimorato si ricordano Sant’Antonio da Padova, San Bonaventura, San Lorenzo da Brindisi, il Beato Guido da Cortona.

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Le Celle dalla morte di Frate Elia ai giorni nostri

Dopo la morte di Frate Elia, nel 1253, si assiste a un decadimento materiale e spirituale di questa isola dell’anima, declassata a dependance di una parrocchia della città.

Dal 1537 l’eremo è abitato dai frati francescani Cappuccini che lo scelgono (fino ad oggi) come luogo di noviziato per i giovani desiderosi di seguire le orme di Francesco.
A distanza di pochi anni dall’apertura del noviziato si trovava qui novizio Antonio Barberini, fratello del futuro Papa Urbano VII, la cui nobile famiglia lascia un tangibile ricordo della sua presenza con la costruzione del ponte di mezzo chiamato anche oggi “Ponte Barberini“.

Dopo il 1775 il Noviziato delle Celle è chiuso per ordine dell’autorità granducale e inizia un’epoca di decadenza per gli ordini religiosi. Nel 1807 il Convento viene chiuso per ordine del governo napoleonico e quattro anni dopo messo in vendita. I Cappuccini vi tornano nel 1814 per essere di nuovo cacciati nel 1866 dal governo italiano e tornarvi di nuovo, riscattandolo, nel 1871.

Il 30 Settembre 1927 il Ministro della Pubblica Istruzione dichiara il convento e il bosco dei lecci Monumento nazionale. Attualmente il luogo è abitato da una fraternità di 6 frati che continuano nel tempo l’esperienza di preghiera ereditata da San Francesco.

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Visitare le Celle di San Francesco a Cortona

Il complesso delle Celle di San Francesco, costruito a cavallo di una stretta valle, è molto suggestivo. Le abitazioni dei frati e i locali conventuali sono disposti “a gradoni” su entrambi i versanti della valle.

Frate Elia aveva preso come punto di riferimento la primitiva cella ricovero di San Francesco e aveva distribuito gli altri edifici a “ventaglio” come poi si sono ampliati nei secoli con le modifiche successive. Ma il nucleo originale è rappresentato dalla Cella e dal locale rettangolare antistante, ora adibito a oratorio, che in origine era senz’altro uno spazio comunitario, forse dormitorio per i suoi compagni.

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Edifici di interesse

Ci sono vari e interessanti edifici nelle Celle di San Francesco. La chiesa a navata unica, dedicata a Sant’Antonio da Padova, è una costruzione spoglia nell’umile stile delle chiese cappuccine, tranne che per la pala d’altare.
La Cappellina della Santissima Trinità è oggi a uso dei pellegrini che vogliono trovarvi momenti di intimo raccoglimento.

L’Oratorio di San Franceschino, situato di fianco al cancello d’ingresso del santuario, è a navata unica e all’interno conserva alle pareti alcune tele di recente fattura raffiguranti la vita di San Francesco.
Interessanti anche la Cappella Bentivoglio – a metà strada tra Le Celle e l’arteria principale che porta a Cortona – e il Ponte del Granduca, costruito su approvazione del Granduca di Toscana.

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