A 50 metri da Piazza Giacomo Matteotti a Greve in Chianti, in centro che più in centro non si può, c’è la Cantina Leonardo Manetti, di proprietà della famiglia di Leonardo Manetti poeta viticoltore del paese. Lo abbiamo incontrato lì in una bella giornata di aprile, nel pieno risveglio della natura e delle vigne che da queste parti hanno una certa importanza. Diciamo così.

 

Leonardo Manetti, il poeta viticoltore di Greve in Chianti

Leonardo viene da una famiglia di viticoltori da sempre, ex mezzadri che nei cruciali Anni ’60, quando le campagne si spopolavano di lavoratori della terra attratti dall’ingannevole (come si è visto dopo) miraggio dell’urbanizzazione, si misero in proprio. Il nonno Nello e la nonna Annita, e i fratelli Dante e Brunetto con le rispettive mogli, costruirono casa e cantina proprio in mezzo al paese e piantarono i vigneti sulla collina di Sagrona trasformandosi (in modo molto lungimirante, a questo punto si può dire) in coltivatori diretti.

Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

L’azienda dei nonni: Aziende Agricola Sagrona

Nel 1963 nacque l’Azienda Agricola Sagrona. Leonardo Manetti, fin da piccolo, non vedeva l’ora di tornare a casa da scuola per poter vendemmiare, e poi c’era quella stagione estiva così ammiccante con le sue uve quasi mature e le floride vigne in cui scorrazzare liberi. Sì, il suo sogno è sempre stato essere un Viticoltore, come nella tradizione di famiglia.

Tra i nonni e il poeta-viticoltore di Greve in Chianti ci fu però un salto generazionale, perché i figli di Nello e Annita non proseguirono il lavoro dei padri, o solo in parte. E alla fine, nel 2017, l’azienda chiuse i battenti.
Nel mentre Leonardo, nel 2007, si laureava in Viticoltura ed Enologia a Firenze, dava sempre una mano nell’impresa familiare, e subito dopo, nel 2009, apriva la sua azienda agricola, che riporta il suo nome e cognome, a Greve in Chianti.

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Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

Lame di Sotto, Lame di Sopra e Le Corti

Leonardo comprò 1 ettaro di vigna, ne prese in affitto altri 2 poi, quando nel 2017 l’Azienda Agricola Sagrona chiuse, perché il nonno ormai non c’era più e non aveva più senso continuare senza di lui, riprese una parte dei terreni familiari e una parte la dette in affitto all’esterno. Adesso la Cantina Leonardo Manetti vanta circa 5 ettari vitati e altri ettari a oliveto, giaggiolo, seminativo e bosco.

Tre vigne: Lame di sopra (dove c’era la casa del nonno quando era mezzadro); Lame di sotto (dove Leonardo ha la casa di campagna); Le Corti (vicino alla casa dove era nato il nonno).

Leonardo scommise quindi su una nuova etichetta che riportasse il suo nome, la sua faccia (gli piace l’idea di mettere la faccia, nel senso letterale del termine, in quello che fa), creando il binomio vino-poesia.

Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

L’incontro di vino e poesia sulle colline del Chianti

La scelta di Leonardo Manetti di fare l’imprenditore agricolo è una scelta di vita, di qualità della vita, un credere fortemente nei valori semplici e genuini della terra, gli stessi che hanno permesso alla sua vena poetica di fiorire nel migliore dei modi, così com’è successo a molti altri poeti contadini. Inoltre, se è vero che i fratelli di nonno Nello si chiamavano Dante e Brunetto, proprio come quel Brunetto Latini di cui l’Alighieri fu a sua volta allievo, si può proprio dire che aveva il destino segnato.

La sua poesia parla soprattutto delle tradizioni, del lavoro e ovviamente della sua bella terra, dove spende gran parte del tempo. Molti versi sono lo specchio fedele delle emozioni, delle passioni, provate nei luoghi in cui si trova ogni giorno.

Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

SChianti

Leonardo Manetti ha iniziato a scrivere poesie da adolescente, dapprima in forma privata poi, negli ultimi anni, i suoi componimenti sono stati resi pubblici. Nel 2013 ha pubblicato, con Tempo al Libro di Mauro Gurioli, “SChianti”, titolo che gioca evidentemente tra il nome del territorio e gli schianti prodotti dalla vita stessa.
30 poesie che ripercorrono due delle tappe tra le più dolorose e gioiose della sua esistenza: un incidente e l’Amore con la A maiuscola.

Le poesie s’intrecciano sapientemente tra loro in una chiara allusione allegorica a quanto eventi in apparenza tanto distanti possano risultare evocativi di sensazioni simili.

La raccolta viene impreziosita dal bel dipinto in copertina dell’artista elbano Alessandro Matta – scelta da “Teste fra le nuvole”-, dalla commovente prefazione a cura della direttrice della rivista Domus Aurea Magazine, Laura Stradaroli, e dalla tenerezza dei pensieri delle ottime poetesse Irene Losito e Dulcinea Annamaria Pecoraro.

Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

Vino da leggere

C’è una poesia che in particolar modo rappresenta Leonardo Manetti, si chiama “Vino”. Racchiude lui, ma non solo, anche la famiglia, le tradizioni, le sue origini:

Un paesaggio nato dal sudore
si alterna a fitti boschi,

taciturne braccia di sacrifici

offrono colori e detti.

Armoniose, su file vicine,
viti distese dall’uomo:

un frutto chiamato uva,
meraviglia quando diventa vino.

Nasce sotto il cielo,
cresce dentro un tino,

tu giochi se lo bevi

canti e danzi mentre piove.

Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

Vino da gustare

A proposito di vino, Leonardo Manetti per ora di etichette, ne ha create due: un Chianti Classico D.O.C.G (2015) e un I.G.T Toscana (2016), sangiovese in purezza, allevato a guyot, che raccontano le radici di questo mitico territorio. Nel 2015, la prima annata (a 5 stelle), sono stati imbottigliati 10 ettolitri (mille litri) che subito hanno riscosso un bel successo: menzione speciale al Tuscany Food Awards. Sull’etichetta è raffigurata una piuma – il riferimento è chiaramente alla vena poetica, ça va sans dire – che per sua natura scrive con delicatezza. Il design è molto moderno e “Leonardo Manetti” è scritto a mano da Alessandro Matta.

La vinificazione avviene in botti di cemento vetrificato, poi un breve passaggio di 4 mesi in botte di legno da 10 quintali, quindi il classico affinamento di 6 mesi in bottiglia.
Il grosso delle vendite è online (adesso sta sviluppando un vero e proprio e-commerce) ma anche diretta, perché tra l’altro ama il contatto con le persone, sia vis-à-vis che tramite i social (Instagram, Facebook e Twitter).

Oltre al vino, Leonardo Manetti produce – da circa 600 piante – un olio EVO, blend delle cinque varietà classiche della zona: Frantoio, Moraiolo, Correggiolo, Leccino e pendolino.

Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

La coltivazione di giaggioli

Inoltre Leonardo Manetti coltiva qualcosa di molto particolare: l’Iris Pallida, comunemente conosciuta come giaggiolo. Si tratta di una tradizione di famiglia. Ci fu un tempo in cui da queste parti il giaggiolo era più importante del vino. Poi perse un po’ di mercato, ma per loro la tradizione, più ancora: la passione, rimase. Circa quattro anni fa Leonardo ha creato un impianto intensivo di un ettaro a giaggiolo: ottima esposizione, terreno arenario.

Importante, nell’Iris Pallida, non è tanto il suo fiore, pur bellissimo – v’immaginate a maggio, quando il giaggiolo fiorisce, lo spettacolo d’un ettaro tutto colorato di turchino pallido? -, quanto il rizoma. In luglio e agosto, al terzo anno di vita della barbatella, si estrae a mano, o con l’aratro dov’è possibile, e si procede alla lavorazione del rizoma.
L’azienda di Leonardo fa parte dell’Associazione Toscana Giaggiolo, con sede a Castelfranco Piandiscò. I piccoli produttori di Greve in Chianti e del Valdarno conferiscono i loro prodotti all’associazione che poi provvede a rivenderli all’industria dei profumi.

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Cantina Leonardo Manetti: a Greve in Chianti il poeta viticoltore e coltivatore di Iris Pallida racconta la sua Toscana tramite la poesia

Folle, dinamico, moderno

Terminando l’articolo con l’uomo Leonardo, così si descrive con icastica, poetica, concisione: Folle, perché tenere un’azienda agricola è un po’ da folli. Dinamico. Moderno, per quanto riguarda la parte informatica, le tecniche di cantina e la lavorazione dei terreni, ma sempre con un occhio molto attento alle tradizioni che per me sono fondamentali.”

Chiudiamo l’articolo felici, ancora una volta, di aver incontrato un imprenditore toscano creativo ed originale attraverso cui poter ampliare la conoscenza della nostra meravigliosa regione.

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