Vi raccontiamo la breve e intensa vita di Lorenzo il Magnifico, politico intelligente, dotto letterato e generoso amico delle arti e della bellezza. I luoghi, le persone, gli episodi salienti.

 

Lorenzo il Magnifico: uomo-simbolo del Rinascimento

Lorenzo il Magnifico nacque da Piero de Medici e Lucrezia Tornabuoni il 1° gennaio del 1449 a Firenze, nel palazzo Medici di via Larga (oggi via Cavour). Piero era detto il Gottoso, soprannome che spiega gli insegnamenti precoci impartiti al giovane nipote, soprattutto per via esemplare, dal nonno Cosimo il Vecchio.

Lucrezia fu donna ricchissima e poetessa non eccelsa, ma dotata di una non comune apertura e versatilità mentale. Fu alla madre che Lorenzo dovette gran parte della propria curiosità intellettuale, almeno fino al giorno in cui il fanciullo venne affidato alle cure e alle capacità oratorie di Gentile Becchi, il quale lo raccomandò nel 1460 a Cristoforo Landino.

Lorenzo il Magnifico, il simbolo dell'uomo del Rinascimento, nasce a Firenze da Pietro de Medici e Lucrezia Tornabuoni nel 1449

Gli anni dell’adolescenza del Magnifico

Tra una parata nel quartiere di San Lorenzo, un soggiorno alle terme di Petriolo, nella Valle dell’Ombrone, e una scorribanda con i cugini nella villa di Careggi, Lorenzo crebbe colto e letterato, ben disposto alle baldorie conviviali come ai piaceri spirituali. Era ancora un ragazzo quando iniziò ad essere chiamato “il Magnifico“.

Si trattava del titolo onorifico più elevato della Repubblica fiorentina, concesso unicamente ai Gonfalonieri di Giustizia, di cui già Piero e Cosimo avevano potuto fregiarsi. Un titolo non adatto ad un ventenne, ma correva l’anno 1469 e Piero il Gottoso stava per lasciare al primogenito il fardello del potere.

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Lorenzo il Magnifico, il simbolo dell'uomo del Rinascimento, nasce a Firenze da Pietro de Medici e Lucrezia Tornabuoni nel 1449

Il matrimonio con Clarice Orsini e l’amore per Lucrezia Donati

Lorenzo, da parte sua, si preparava all’evento acconsentendo al matrimonio con Clarice Orsini. Della dorata gioventù di Lorenzo il Magnifico, Clarice Orsini costituiva il rovescio della medaglia, un rovescio non bello, secondo il giudizio di Lucrezia Tornabuoni, ma di famiglia aristocratica e potente.

Era ancora un ragazzo Lorenzo e aveva già imparato dal nonno a curare i propri interessi e quelli della propria famiglia attraverso un precoce esercizio politico che non gli avrebbe impedito di giostrare nella piazza di Santa Croce con uno stendardo recante i simboli dell’amata Lucrezia Donati, già fedele sposa altrui.

La bella Lucrezia fu per Lorenzo il Magnifico la donna ideale alla quale indirizzare i primi versi d’argomento sentimentale. Della propria accurata educazione e del proprio talento poetico Lorenzo diede prova prestissimo attraverso i componimenti amorosi e realistici anteriori al 1470 e, più avanti, con una attività letteraria varia nella materia e nelle derivazioni stilistiche. Non riusciva a distinguere tra pubblico e privato Lorenzo, attitudine a dir poco pericolosa per l’uomo politico, ma felicemente applicata dal letterato ad una produzione che aveva più il sapore della coralità che dell’espressione personale.

Ne sono esempio la Nencia, che canta in dialetto e con simpatia l’amore di un bifolco di Barberino di Mugello per una pastorella del luogo, e l’Uccellagione, poema che riunisce nell’unità stilistica improntata alla familiarità e alla comicità i ricordi di caccia dell’autore e quelli dei suoi usuali compagni di baldoria.

 

Lorenzo il Magnifico, il simbolo dell'uomo del Rinascimento, nasce a Firenze da Pietro de Medici e Lucrezia Tornabuoni nel 1449

La pace con Ferdinando I d’Aragona

L’educazione ricevuta e l’ambiente colto entro il quale ebbe agio di crescere furono utili anche all’uomo politico, che in svariate occasioni si trovò ad esercitare le proprie capacità oratorie. Tra le occasioni più rappresentative si annovera il discorso recitato in Consiglio, e affisso in piazza di San Miniato il 7 dicembre 1479, con il quale, con enfasi e grande emozione, Lorenzo il Magnifico comunicò ai diplomatici e al popolo fiorentino l’intenzione di avviare le trattative di pace con Ferdinando I d’Aragona, recandosi a Napoli a rischio della propria vita e per il bene della patria.

Le trattative, durante le quali Lorenzo non avrebbe rischiato nulla, tanto meno la vita, avrebbero riportato l’equilibrio tra le alleanze europee, scosse dalle tensioni sorte tra Lorenzo e papa Sisto IV, le quali avevano portato alla congiura dei Pazzi e alla guerra dichiarata dal papa a Firenze.

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La congiura dei Pazzi è un episodio nero nella storia dei Medici, grande dinastia toscana.

Lorenzo il Magnifico e le arti

In seguito a questa esperienza, Lorenzo il Magnifico imparò a destreggiarsi nel complesso quadro della politica italiana del tempo con una tale abilità da meritarsi l’appellativo di “ago della bilancia della politica italiana”. Ma i suoi meriti andarono molto oltre. Egli, inviando importanti artisti toscani presso le altre grandi corti italiane in qualità di ambasciatori della tradizione culturale fiorentina, rappresentò un fulgido esempio per tutte le grandi famiglie della città, le quali, forti della posizione preminente della Repubblica di Firenze nello scacchiere internazionale, intrapresero una sana e auspicabile competizione per emularlo.

Nello stesso modo, noi di TuscanyPeople, seguaci, come le grandi famiglie di allora, dell’esempio del Magnifico, amiamo considerarci ambasciatori della cultura toscana e della sua eccellenza nel mondo, tanto da poterci caratterizzare come “Blogger & Ambassador of Tuscany”, definizione di cui andiamo particolarmente fieri.

Quest’ultima, in patria si manteneva viva all’interno di botteghe eclettiche quali quelle del Verrocchio e dei Pollaiolo, molto apprezzate da Lorenzo, dalle quali uscivano capolavori di ogni genere, dalla piccola oreficeria alla scultura monumentale.

Lorenzo il Magnifico, il simbolo dell'uomo del Rinascimento, nasce a Firenze da Pietro de Medici e Lucrezia Tornabuoni nel 1449

La città rinascimentale

Sul piano urbanistico l’ideale da raggiungere per Lorenzo il Magnifico non poteva che essere quello delineato da Leon Battista Alberti. La realtà di Firenze era tuttavia quella di una planimetria aggrovigliata sulla quale difficilmente si sarebbe potuto intervenire in breve tempo come si intervenne a Ferrara e a Pienza.

Gli ideali razionali sostenuti dall’Alberti e dagli intellettuali vicini a Lorenzo furono quindi esercitati su singoli palazzi esistenti, compreso il palazzo della Signoria, e applicati ai cantieri non terminati degli edifici ecclesiastici. La città ideale divenne per Lorenzo la nuova villa di Poggio a Caiano, concepita per i ritiri campestri e affidata per la progettazione all’amato Giuliano da Sangallo.

 

 

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