Il secondo racconto di “Mentoring Stories” a cura di Matteo Perchiazzi, fondatore della Scuola di Mentoring. Questa settimana raccontiamo una storia di mentoring e rugby che vede protagonisti G. e R.

Mentoring e rugby, storie di vita e di sport

Mi chiamo G., ho 21 anni, sono diplomato in Ragioneria e sono venuto in contatto con l’Associazione Aurora durante gli studi superiori . Con gli operatori dell’Associazione, vincendo una borsa di studio, ho partecipato in qualità di accompagnatore a due viaggi in India con i malati psichiatrici e gli operatori della ASL di Prato. Queste esperienze sono state così importanti per me che alla fine della scuola ho deciso di intraprendere il Servizio Civile a servizio dell’Associazione e sono stato assegnato a seguire i pazienti inseriti nell’Animal house.

La prima puntata di Mentoring Stories, la rubrica settimanale di Matteo Perchiazzi su Tuscany People, ci racconta una storia fatta di mentoring e sport

L’Animal House

L’Animal House è una iniziativa molto significativa che consiste in una Fattoria didattica in cui sono allevati animali da cortile e in una Pensione per animali di affezione. Nella struttura lavorano alcuni malati psichiatrici e alcuni detenuti in regime di fine pena coordinati dai volontari dell’Associazione. In parallelo ho iniziato a partecipare saltuariamente anche alle attività sportive organizzate dall’Associazione sempre in un contesto misto di associati e malati psichiatrici.

Uno dei miei responsabili all’inizio dell’anno mi ha presentato il progetto del Mentoring invitandomi a partecipare e io ho aderito con interesse perché ero curioso di conoscere un metodo nuovo e diverso per sviluppare gli obiettivi educativi che l’Associazione mi affidava. Conoscevo R. per l’attività condivisa nella Fattoria e l’accoppiamento per il Mentoring è stato sicuramente riuscito perché si è stabilito da subito un’ottima relazione e in più R. è fortemente motivato a questo tipo di attività sportiva.

Storie di mentoring e rugby raccontate da Matteo perchiazzi, fondatore della Scuola Italiana di Mentoring

Gli effetti positivi dello sport

G. e R. si sono regolarmente incontrati ogni settimana per approfondire i contenuti previsti dallo sport del rugby e in particolare si sono concentrati sui temi del “Darsi degli obiettivi” e della “Capacità organizzativa” che meglio rispondevano alle esigenze di R. Infatti alcuni dei limiti più invalidanti della sua difficoltà sono la sua capacità ridotta di assumere un impegno e di perseguirlo con costanza e determinazione anche in presenza di difficoltà, e la sua parziale autonomia e autosufficienza anche nelle attività quotidiane.

Il percorso di Mentoring ha sicuramente facilitato e accelerato l’inserimento nella squadra e la partecipazione a questa particolare attività sportiva di per sé molto coinvolgente a livello fisico e umano. La qualità della relazione, l’apporto emozionale e di piacere legato al gioco e ai successivi momenti di convivialità (ad ogni partita segue sempre un pranzo con la squadra avversaria) hanno contribuito al consolidamento e all’interiorizzazione dei contenuti del mentoring. Il trasferimento al “quotidiano” è stato spontaneo e ha supportato una migliore e più consapevole partecipazione all’impegno di lavoro nell’Animal House.

Alla prossima.

 

📍PER APPROFONDIRE:

👉 Mentoring Stories: un racconto di mentoring e sport

👉 A Scuola di Mentoring con Matteo Perchiazzi

👉 Mentoring Stories: la nuova rubrica di Tuscany People

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