11 Maggio 2014 2021-02-22T15:31:58+01:00 Mentoring e rugby: storie di vita e sport TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Il secondo racconto di “Mentoring Stories” a cura di Matteo Perchiazzi, fondatore della Scuola di Mentoring. Questa settimana raccontiamo una storia di mentoring e rugby che vede protagonisti G. e R. Mentoring e rugby, storie di vita e di sport “Mi chiamo G., ho 21 anni, sono diplomato in Ragioneria e sono venuto in contatto con l’Associazione Aurora durante gli studi superiori . Con gli operatori dell’Associazione, vincendo una borsa di studio, ho partecipato in qualità di accompagnatore a due viaggi in India con i malati psichiatrici e gli operatori della ASL di Prato. Queste esperienze sono state così importanti per me che alla fine della scuola ho deciso di intraprendere il Servizio Civile a servizio dell’Associazione e sono stato assegnato a seguire i pazienti inseriti nell’Animal house. L’Animal House L’Animal House è una iniziativa molto significativa che consiste in una Fattoria didattica in cui sono allevati animali da cortile e in una Pensione per animali di affezione. Nella struttura lavorano alcuni malati psichiatrici e alcuni detenuti in regime di fine pena coordinati dai volontari dell’Associazione. In parallelo ho iniziato a partecipare saltuariamente anche alle attività sportive organizzate dall’Associazione sempre in un contesto misto di associati e malati psichiatrici. Uno dei miei responsabili all’inizio dell’anno mi ha presentato il progetto del Mentoring invitandomi a partecipare e io ho aderito con interesse perché ero curioso di conoscere un metodo nuovo e diverso per sviluppare gli obiettivi educativi che l’Associazione mi affidava. Conoscevo R. per l’attività condivisa nella Fattoria e l’accoppiamento per il Mentoring è stato sicuramente riuscito perché si è stabilito da subito un’ottima relazione e in più R. è fortemente motivato a questo tipo di attività sportiva. Gli effetti positivi dello sport G. e R. si sono regolarmente incontrati ogni settimana per approfondire i contenuti previsti dallo sport del rugby e in particolare si sono concentrati sui temi del “Darsi degli obiettivi” e della “Capacità organizzativa” che meglio rispondevano alle esigenze di R. Infatti alcuni dei limiti più invalidanti della sua difficoltà sono la sua capacità ridotta di assumere un impegno e di perseguirlo con costanza e determinazione anche in presenza di difficoltà, e la sua parziale autonomia e autosufficienza anche nelle attività quotidiane. Il percorso di Mentoring ha sicuramente facilitato e accelerato l’inserimento nella squadra e la partecipazione a questa particolare attività sportiva di per sé molto coinvolgente a livello fisico e umano. La qualità della relazione, l’apporto emozionale e di piacere legato al gioco e ai successivi momenti di convivialità (ad ogni partita segue sempre un pranzo con la squadra avversaria) hanno contribuito al consolidamento e all’interiorizzazione dei contenuti del mentoring. Il trasferimento al “quotidiano” è stato spontaneo e ha supportato una migliore e più consapevole partecipazione all’impegno di lavoro nell’Animal House. Alla prossima. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Mentoring Stories: un racconto di mentoring e sport 👉 A Scuola di Mentoring con Matteo Perchiazzi 👉 Mentoring Stories: la nuova rubrica di Tuscany People La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/mentoring-e-rugby/" width="100%" count="on" num="3"]