Alla scoperta dei monti dell’Omo Morto in Garfagnana, situato tra la Pania Secca e la Pania della Croce, che grazie alla forma delle cime hanno alimentato una famosa leggenda popolare.

Omo Morto: la montagna in Garfagnana che sembra un gigante addormentato

L’Uomo Morto, che d’ora in poi chiameremo con il vero nome toscano: “Omo Morto”, è una montagna sita in Garfagnana e fa parte del gruppo delle Panie che, a loro volta, sono comprese nella più estesa e famosa catena montuosa delle Alpi Apuane.

La montagna dell'Omo Morto in Garfagnana tra la Pania della Croce e la Pania Secca

In Garfagnana da Pania a Pania

Le Panie di appartenenza della montagna dell’Omo Morto si trovano completamente in provincia di Lucca e offrono il loro lato migliore alla valle garfagnina. Le altezze dei monti che stiamo trattando sono considerevoli: parliamo di 1771 metri per la Pania Secca (dalla quale, nelle giornate migliori, è possibile avvistare addirittura la Corsica), e 1858 metri per la Pania della Croce.

Sono massicci imponenti, apprezzati dal mondo alpinistico per il loro panorama, la flora e la fauna. Ciò che rende tutto particolare e magico è il collegamento che si è venuto a creare tra queste due montagne. Con collegamento intendiamo proprio il lungo crinale che unisce l’una all’altra, formando l’Omo Morto.

Nomen omen: la forma antropomorfa del rilievo montuoso è palese, un gigante che giace addormentato, cullato dai venti che soffiano dove la terra incontra il cielo.

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La montagna dell'Omo Morto in Garfagnana tra la Pania Secca e la Pania della Croce

La leggenda delle montagne dell’Omo Morto in Garfagnana

La leggenda che caratterizza la nascita dell’Omo Morto è senza tempo, malinconica e romantica. La storia racconta di un amore tra due giovani nato quando ancora la Pania Secca e la Pania della Croce non erano unite, ma distanziate da una valle dove pascevano le pecore della zona.

Galeotto fu il pascolo!

Tra i due pastorelli scoccò ben presto la scintilla e il loro amore iniziò a crescere sempre di più. Anche se pieno di sentimento, il ragazzo sentiva in sé una vena di infelicità: il suo desiderio era quello di solcare i mari e cambiare vita.

La coppia risentiva molto dello stato umorale del giovane: erano forse già finiti i dolci momenti? La giovane pastorella non poteva accettare di vedere il suo innamorato scontento, ma l’idea di interrompere la relazione la feriva altrettanto. Una volta chiarite le motivazioni della sua infelicità, il pastore prese la decisione di inseguire i suoi sogni e partì per il mare, lasciando il suo amore tra le montagne ad aspettare il suo ritorno.

L’arrivo di un secondo pretendente

Passarono i giorni e le stagioni, arrivò un’altra estate da passare a pascolare nella felice valle. Tutti erano contenti della fertilità di quell’anno e si dilettavano sotto al sole caldo: tutti tranne la giovane ragazza, sempre in lacrime rivolta verso il mare. La sua tristezza era inconsolabile, a niente valse la corte di un altro giovane del luogo: il suo cuore attendeva soltanto il suo marinaio, sarebbe mai tornato da lei?

Il gigante di pietra della Garfagnana

Il nuovo pretendente si affezionò sempre più alla giovane, tanto da salire sulla vetta più alta della Pania e interrogare Dio su come fare per alleviare le sue pene.

La risposta fu una doccia fredda: affinché la ragazza dimentichi il suo amore passato, è necessario che le venga ostacolata la vista del mare. Com’è possibile? Con un sacrificio. Il fanciullo si sacrificò per l’amore della sua bella, accasciandosi tra i due rilievi e diventando un versante capace di impedire la visione del panorama. Un gesto di coraggio e altruismo che lo rese immortale nei secoli. È così che nacque la montagna dell’Omo Morto.

Il gigante buono di pietra della Garfagnana, con il suo netto profilo del volto, è stato più volte accostato al nome di Dante Alighieri: il naso più famoso di tutta la Toscana.

Il naso dell' Omo Morto, montagna antropomorfa della Garfagnana

Come arrivare alla montagna dell’Omo Morto in Garfagnana

Nel pendio settentrionale dell’Omo Morto si trova il “Rifugio Rossi”, un’accogliente baita che ristorerà gli audaci camminatori e scalatori curiosi di vedere il volto roccioso. L’impresa, almeno per i principianti (come chi scrive), è già arrivare allo chalet.

È possibile raggiungerlo con vari sentieri di diversi livelli di difficoltà: da un percorso di circa un’ora e mezza per escursionisti con medie capacità che parte dalla Foce del Piglionico, a una camminata molto ardua che prevede un camminamento intorno a Isola Santa. Una volta alla baita, arrivare da una parte all’altra del volto del gigante è una passeggiata, in tutti i sensi.

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Rifugio Rossi sulla montagna dell'Omo Morto in Garfagnana

Dove riposarsi e bivaccare sulle Panie della Garfagnana

Il Rifugio Rossi

Il “Rifugio Rossi” si trova nel comune di Molazzana e fa parte del CAI (Club Alpino Italiano) della provincia di Lucca. Gli escursionisti vengono accolti qui dal 1924; oggi conta ben 22 posti letto, una sala dove consumare i pasti e un’infermeria per il primo soccorso. Il rifugio ha l’aspetto di una caratteristica casa di montagna, uno stile semplice e di altri tempi. Intorno alla costruzione, si staglia un grande prato dove è possibile riposarsi e bivaccare: ovviamente, nel totale rispetto della natura incontaminata della montagna dell’Omo Morto.

Le baite in località Poglionico

Un recente progetto permette anche ai turisti meno avvezzi alla montagna di beneficiare della tranquillità delle Apuane. In località Piglionico, a due passi dal parcheggio sottostante, viene offerta un’altra soluzione con una struttura di accoglienza ristrutturata e attenta all’ecologia. Si tratta di un complesso di piccole baite che permettono una sosta, sia per dormire, che per rifocillarsi in mezzo alla natura.

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Rachele Favali
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