3 / 5 – Montagna toscana da non perdere: immensi prati e laghi da excalibur

5. Casentino: il Massiccio del Pratomagno e la sua grande croce rossa di ferro

Nella parte orientale della Toscana, a ridosso della dorsale appenninica, il Massiccio del Pratomagno divide il Casentino dal Valdarno Superiore in modo tale che da ogni punto del suo crinale è possibile osservare entrambe le valli.

Il Pratomagno si chiama così perché la sua cima è davvero un grande prato che corre sulla quasi totalità del crinale per circa 20 km, dal Monte Lori al Monte Secchieta. Un luogo ideale per grandi passeggiate, più o meno impegnative, e per godersi incredibili panorami su un buon pezzo di Toscana

Ma una delle cose più suggestive del Pratomagno, oltre a essere il suo simbolo, è la grande croce modulare in ferro realizzata nel 1928 e posta sulla vetta, a 1592 mt di altezza. La sua particolarità è che è visibile da quasi ogni zona delle due valli sottostanti. Nel novembre 1966, a causa del maltempo, crollò la parte alta che fu in seguito ricollocata nel 1969. Nel 2013 è stato inaugurato il nuovo restauro.

Per approfondire: Grande massiccio del Pratomagno: 7 cose che non tutti sanno

Il grande massiccio del Pratomagno, tra Casentino e Valdarno Superiore, è un affascinante giardino naturale, ricco di storia e tradizioni

6. Garfagnana: il Lago di Isola Santa, uno specchio di smeraldo da leggenda arturiana

Lungo la strada provinciale di Arni che collega Castelnuovo di Garfagnana alla Versilia,  si apre questo piccolo lago artificiale per la produzione di energia idroelettrica, che appare come un brillante smeraldo incastonato nel fondo della valle della Turrite Secca. Lo sbarramento, costruito nel 1949, sommerse il ponte e il Molino di Mosceta, mentre l’antico Borgo di Isola Santa si riflette ancora nelle verdi acque del lago.

La costruzione della diga indusse progressivamente ad abbandonare le abitazioni rese instabili dal continuo variare del livello dell’acqua, fino a che non rimasero che le capre ad abitare in paese. Oggi molte case sono state recuperate con la tipica copertura dei tetti a lastre di pietra, tanto che il borgo è divenuto un vero e proprio albergo diffuso, con la “casa del pescatore”, il bar e un ristorante al servizio dei numerosi pescatori che frequentano l’area. Da Isola Santa partono svariati sentieri escursionistici che raggiungono il Monte Sumbra o il Gruppo delle Panie, mentre una facile passeggiata costeggia la sponda destra del lago.

Luoghi del passato e luoghi del presente: scoprili a pagina 4

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Marta Pintus, Vice Caporedattrice e SEO Strategist di TscanyPeople, la rivista toscana
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