3 / 3 – Passi di confine dell’Appennino toscano: quelle aperture nei monti che scongiuravano l’isolamento

Passo della Futa

A poca distanza da quello della Raticosa, il Passo della Futa, che si apre sulla ex strada statale omonima, è sicuramente uno tra i più conosciuti e frequentati dell’intero Appennino. Posto sotto l’amministrazione del comune di Firenzuola, in provincia di Firenze, e con un’altitudine di 903 metri sul livello del mare, il valico non solo costituisce uno dei confini naturali tra Emilia Romagna e Toscana, ma per secoli, essendo stato aperto nel 1759, ha rappresentato anche l’unica via di collegamento tra i due capoluoghi di regione. Immerso nella vegetazione tipica dell’Appennino Romagnolo su un versante, e nei paesaggi del Mugello sull’altro, il passaggio è uno dei siti più suggestivi per gli amanti delle strade alternative da percorrere.

Per approfondire: Firenzuola: nella Romagna toscana, uno storico paese tra cave di pietra e borghi fantasma

Cimitero Germanico Militare sul Passo della Futa

Passo dell’Abetone

Doveroso inserire nella nostra lista il Passo dell’Abetone per l’importanza, soprattutto sciistica, della località, la più famosa dell’intero Appennino dell’Italia Centrale.
Il passo si trova al limite settentrionale della provincia di Pistoia, presso il confine con la provincia di Modena. Il valico è percorso dalla strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero che collega, attraverso l’Appennino tosco-emiliano, l’Italia Settentrionale a quella Centrale.

Il tratto stradale da Pistoia a Modena venne progettato e realizzato per accordi fra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena nella metà del XIX secolo, e ha portato a lungo il nome di strada Giardini-Ximenes dai nomi dei due progettisti.

L'Abetone si trova sull'Appennino pistoiese vicino al confine tra Toscana ed Emilia

Passo la Calla

Tra le Foreste Casentinesi, al confine tra le province di Arezzo e Forlì-Cesena, si trova il più alto valico dell’Appennino Tosco-Romagnolo, con un’altitudine di 1297 metri sul livello del mare. Nato meno di un secolo fa per agevolare i trasporti di legname verso Firenze durante gli anni ‘30 del Novecento, l’itinerario consente di tuffarsi nel verde mozzafiato delle zone boschive dei monti per poi discendere lungo le zone di pianura.

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