2 / 3 – Il nuovo porto fluviale di Firenze: il passato che diventa futuro

Firenze illuminata a gas: un grande successo

Tutti aspettavano trepidanti vicino ai lampioni. Lo stesso Granduca, preposto a convalidare l’esperimento, si era appostato vicino a una delle fonti di luce con in mano una lettera atta alla bisogna. Finché, a un tratto, i lampioni si accesero davvero provocando urla ed esclamazioni di giubilo e soddisfazione che riecheggiarono in tutto il quartiere. Chiunque fu in grado di leggere i testi sul proprio giornale, mentre il Granduca, annuendo col capo, sollevò in aria la lettera in segno di approvazione. Finalmente una “bianca luce costante” si sostituiva a quella fioca, tremula e insufficiente delle lampade a olio. Stava nascendo il futuro.

Palazzo Pitti si trova vicino alla Basilica di Santo Spirito e a Ponte Vecchio

Poi l’oblio, finché vent’anni fa…

Ecco cosa significava il porto fluviale di Firenze: carbone. E il carbone permetteva a sua volta l’illuminazione, ossia la modernità. Tuttavia, si sa, il futuro ha il vizio di diventare presente per poi trasformarsi in passato, e così anche la realtà del porto fluviale leopoldino, legato al trasporto di carbone, seguì il declino di questo materiale dovuto all’avvento dell’elettricità. Il resto lo fecero le piene del fiume ricoprendo l’attracco di terra.

Finché, vent’anni fa, in occasione dei lavori di scavo per la realizzazione della passerella della linea 1 della tramvia in piazza Paolo Uccello, l’antico porto fluviale leopoldino è tornato alla luce. La porzione di Porto ritrovata nell’attuale sottopasso, durante gli scavi della tramvia, è stata documentata, smontata e collocata nel deposito comunale presso Poggio Imperiale. La porzione sulla sponda del fiume è stata documentata e ricoperta.

Litografia che ritrae Firenze e imbarcazioni sull'Arno nel 1700

Dopo un lungo stop di 22 anni, torna il porto fluviale di Firenze

Quindi, dopo uno stop di 22 anni, oggi il Comune ha deciso di dare il via ai lavori di ripristino del manufatto storico. Il progetto prevede che questa porzione venga riportata alla luce. Sarà posta a ridosso della spalla del ponte, alla stessa altezza in cui è stato ritrovato. L’obiettivo, nell’impossibilità di ricostruire lo scalo nella sua interezza, è di realizzare un’opera il più possibile vicino all’originale.

Ma non solo, perché con l’occasione tutta la sponda sinistra dell’Arno del Lungarno del Pignone sarà rimessa a nuovo. Il progetto, dal valore di 4,5 milioni di euro, è stato approvato nell’ultima giunta su proposta dell’assessore all’ambiente Andrea Giorgio.

 Scopri a pagina 3 come cambierà la sponda sinistra dell’Arno tra piazza Paolo Uccello e Ponte alla Vittoria

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