2 / 3 – OperaWine certifica la Toscana reginetta del vino italiano

Di 130 “campioni di vino italiano” le etichette toscane sono 35

Sul podio della classifica regionale c’è la Toscana con ben 35 produttori, seguita a distanza dal Piemonte (20) e dal Veneto (19). A dominare, nelle valutazioni di Wine Spectator, sono i rossi, con 97 etichette in degustazione. Primeggiano le denominazioni di Barolo (15), Brunello (13), Amarone e Chianti Classico, entrambe a quota 9.
Completano il super tasting dell’Italia enoica 22 vini bianchi, 9 sparkling e 2 vini dolci/passiti.
Da nord a sud, sono nove le cantine new entry di OperaWine 2022, mentre sono 21 le “all timer”, ossia presenti dalla prima edizione del 2012.

Tra i 10 nuovi ingressi, rispetto alla selezione del 2022, due arrivano dal Chianti Classico: Lamole di Lamole del gruppo Santa Margherita, e Vecchie Terre di Montefili, un tempo della famiglia Acuti, ora di proprietà americana.

Vigne nel Chianti Classico al tramonto

Un piccolo sguardo su Lamole di Lamole…

Quanto al primo, Santa Margherita, universalmente nota come leader nei vini bianchi, vanta una lunga tradizione anche in quelli rossi. In Toscana, Santa Margherita è presente da diversi decenni: la prima acquisizione risale al 1993 con l’ingresso proprio di Lamole di Lamole nel loro “mosaico enologico”, una realtà di 177 ettari, di cui 57 a vigneto e 5 a uliveto.

Santa Margherita crede fermamente nella sua anima toscana. Ha investito fortemente dagli anni Novanta a oggi per ripristinare e ricostruire i vigneti, preservare il paesaggio, sviluppare un’agricoltura che dal 2017 può fregiarsi della certificazione biologica, maturando un’attenzione alla salvaguardia della biodiversità e delle risorse idriche, oltre che a tutte quelle tecniche che prendono le distanze dalla chimica di sintesi dei vigneti rendendo il vino un prodotto di estrema salubrità.

Per approfondire: Chianti Classico, un’eccellenza nata in Toscana 305 anni fa

Bicchiere di vino rosso con bottiglia di Lamole di Lamole Chianti Classico

…e uno su Vecchie Terre di Montefili

Quanto al secondo, nel 1975 la famiglia Acuti inaugura Vecchie Terre di Montefili, impiantando gli stessi vigneti di sangiovese che ancora oggi creano un bell’anfiteatro naturale. A settembre 2015 Vecchie Terre di Montefili passa agli amici americani Nicola Marzovilla, Frank Bynum e Tom Peck che nutrono progetti ambiziosi per preservare la sacralità di questa terra proiettandola nel futuro. I tre impiegano il talento di una giovane pioniera enologa: Serena Gusmeri, che già durante la sua prima annata, nel 2015, riceve il plauso della critica mondiale.

E gli altri produttori toscani selezionati? Scoprili all’ultima a pagina

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Tommaso Baldassini Editore
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