14 Dicembre 2015 2022-12-02T12:40:47+01:00 Panettone artigianale: farina, Natale, uova e felicità TuscanyPeople Giovanna Jacqueline Ciampi Share: 3 / 4 Dal Pandoro ai Ricciarelli, un trionfo di golosità Il Pandoro Artigianale Restando in tema di tradizioni, per non scontentare nessuno, sulle tavole imbandite a festa non può mancare il Pandoro artigianale, che a Firenze ormai fanno in pochi. La ricetta è simile a quella del suo cugino milanese: base di pasta madre con un uso più generoso di burro e un aroma diverso, più dolce, datogli dalle bacche di vaniglia. “Il nostro è un pandoro sfogliato, che preparo seguendo pressapoco lo stesso procedimento della brioche – racconta il pasticcere, nato a Brescia, ma toscano d’adozione; – l’impasto lievita molto, il secondo raggiunge le 12 ore e, a differenza del panettone, il pandoro è cotto al contrario in stampi rigidi; quando si inforna è già quasi arrivato alla dimensione massima. Dopo la cottura rimane fuori, sempre dentro lo stampo, per 3-4 ore, poi viene rigirato su una griglia e asciugato altrettante ore. Alla fine lo incartiamo con l’immancabile bustina di zucchero a velo. Il resto – esclamiamo quasi in coro – è una storia nota: la nonna o la mamma che da bambini ci facevano scuotere il pandoro perché si imbiancasse” Gioia era allora, stupore ancor più sorprendente è adesso che siamo forse un po’ più disincantati, ma non per questo meno inclini a emozionarci di fronte a un chilogrammo di felicità 100% commestibile. Torrone, Panforte e Ricciarelli Un’esperienza dalla consistenza indescrivibile, come quella che assicura il torrone, preparato da Carlo secondo la ricetta classica: “con una base di zucchero e miele, mandorle, nocciole, pistacchi e frutta secca, ma in quantità minori – ci spiega – il mio è un torrone morbido, circolare, da taglio.” Da sballo, aggiungiamo noi, che un mese fa lo abbiamo assaggiato in anteprima e non ce lo aspettavamo così, così cremoso, avvolgente, intenso. Il viaggio tra i sapori delle Feste non poteva non concludersi con Siena, la dolce, e con un omaggio alle specialità che l’hanno resa celebre nel mondo: panforte e ricciarelli. Il primo nasce poverissimo e diventa man mano ricco, ingentilendosi di spezie, sapori, profumi che fanno ben presto dimenticare le umili origini, di cui oggi rimane solo il nome. I ricciarelli, al contrario, sono biscotti raffinatissimi: piccole losanghe di marzapane, non troppo spesse, tenere e friabili, chiamate così a testimoniare la consuetudine antica di arricciarle, dando loro una forma simile a quella delle babbucce orientali. Come sono le ceste artigianali del Forno Garbo? Vai all’ultima pagina Share: Informazioni sull'autoreGiovanna Jacqueline CiampiConsulente di Comunicazione, Scrittrice, Project Manager [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/panettone-artigianale-firenze-forno-garbo/" width="100%" count="on" num="3"]