Quali parchi visitare sull’Appennino Tosco Emiliano, il bellissimo confine naturale che divide l’Europa continentale da quella mediterranea.

I confini dell’Appennino tosco-emiliano in senso lato e in senso stretto

Di cosa parliamo in questo articolo:

  • Il territorio dell’Appennino tosco-emiliano
  • Il Parco Nazionale
  • Il Parco dell’Orecchiella
  • Il Parco delle Grotte di Equi Terme
  • Riserva della biosfera dell’Unesco

L’Appennino tosco-emiliano in senso lato è una suddivisione della catena degli Appennini, mentre in particolare è un tratto dell’Appennino settentrionale che interessa le aree adiacenti di Toscana ed Emilia-Romagna. Separato a Nord-Ovest dall’Appennino ligure dal passo della Cisa, trova il suo limite meridionale nel valico di Bocca Trabaria, o in quello di Bocca Serriola, o addirittura nell’intera area che vi è ricompresa, secondo le fonti. Oltre esso s’innalza l’Appennino umbro-marchigiano.

Sempre in senso lato, sul versante toscano questo Appennino include vaste porzioni della Lunigiana, della Montagna Pistoiese, della Garfagnana, del Mugello e del Casentino, ma in senso stretto, quello che noi prenderemo in considerazione, è la porzione montuosa che separa la Toscana dall’Emilia.
La vetta più alta è il Monte Cimone (m. 2.177 s.l.m.). Gli altri due rilievi maggiori sono il Monte Cusna (m. 2.121 s.l.m.) e il Monte Prado (m. 2.054 s.l.m.). Il valico principale è il Passo della Cisa, a 1.045 mt slm.

Appennino pistoiese in autunno

Il territorio dell’Appennino tosco-emiliano

Il territorio è costituito da una grande varietà di ambienti. I boschi sono formati in prevalenza da faggi e abeti bianchi e si estendono fino a circa 1.700 metri di quota. Per secoli sono stati sfruttati dall’uomo che ne ricavava legname in abbondanza. Di quando in quando si possono ancora scorgere  tracce degli antichi mestieri: boscaioli, “picciarìn”, carbonai, pastori, “cavallari”, e sono ancora in uso alcune porzioni dei tracciati che mercanti e pellegrini percorrevano per transitare dal versante padano a quello toscano e viceversa. Dove i versanti sono più dolci domina invece un paesaggio agricolo caratterizzato da vigneti e oliveti.

Il modesto impatto dell’uomo sulle aree boschive ha consentito di creare riserve statali di ampie estensioni che includono anche corsi d’acqua e laghi e che contengono una o più specie, faunistiche e floristiche, rilevanti. In altre parole, comprendenti uno o più ecosistemi importanti per la diversità biologica o per la conservazione delle risorse genetiche.

L’Appennino Tosco-Emiliano include anche il vasto Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, al cui interno ci sono le riserve naturali di Lamarossa (LU), Pania di Corfino (LU) e Orecchiella (LU).

Lago di montagna sulla Pania di Corfino nel Parco dell'Orecchiella in Garfagnana

I Parchi dell’Appennino tosco-emiliano

Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano

Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano si estende in gran parte nel territorio dell’Emilia-Romagna. In Toscana comprende tuttavia porzioni di crinale appenninico suddivise tra un totale di 8 comuni: Sillano Giuncugnano, San Romano in Garfagnana, Villa Collemandina, in Provincia di Lucca; Bagnone, Comano, Filattiera, Fivizzano e Licciana Nardi, in Provincia di Massa Carrara.

Nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano la ricchezza ambientale è straordinaria: dai boschi di faggi a quelli di castagni, dai prati usati come pascolo per gli ovini alle brughiere piene di piante di mirtillo. Vi si trovano numerosi corsi d’acqua, pittoresche cascate, laghi di origine glaciale. Dal punto di vista geologico ci sono rocce antichissime, come la Pietra di Bismantova o i Gessi Triassici. Notevole anche la diffusione di specie arboree floreali, incluse alcune piante rare che hanno originato veri e propri giardini botanici naturali.

La Primula Appenninica, comunemente denominata “orecchio d’orso”, è una delle specie endemiche che caratterizza il patrimonio floreale del parco. I castagneti rappresentano un elemento tipico del paesaggio e hanno costituito per secoli il sostentamento di base per le popolazioni locali. La fauna è invece formata da animali quali il lupo appenninico, il cervo, il capriolo, il tasso e l’aquila reale.

Il Parco è facilmente accessibile e percorribile in quasi tutti i mesi dell’anno. A piedi si arriva ovunque con facilità tramite una fitta rete di sentieri che salgono fino in cima. Esistono anche itinerari specifici per gli appassionati di equitazione e per i mountain-bikers integrati da strutture di sosta e ricovero. Nel Parco c’è inoltre la possibilità di noleggiare biciclette a pedalata assistita.

I Centri Visita del Parco e gli info point sono strutturati come punti informativi e di accoglienza: forniscono servizi informativi, escursioni guidate, noleggio di attrezzature, vendita di prodotti tipici.

Sassalbo nel comune di Fivizzano, nel territorio toscano della Lunigiana

Il Parco dell’Orecchiella è diviso in tre aree…

Si tratta di un’area protetta formata da imponenti foreste popolate da numerose specie di animali selvatici. È ricompreso nel più ampio Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. È suddiviso in tre riserve naturali distinte: Lamarossa, Orecchiella, Pania di Corfino.

Il Centro Visite si trova a San Romano in Garfagnana ed è completato dal Museo dei Rapaci e dal Museo Naturalistico. Nelle immediate vicinanze ci sono i recinti di acclimatazione e ambientamento di animali quali cervi e orsi bruni. Infine c’è uno zoo con numerosi altri animali tipici delle zone montane. Un sentiero che inizia presso il centro visite conduce al “giardino dei fiori di montagna”, dov’è possibile passeggiare tra coloratissime specie vegetali.

…la Riserva Naturale di Orecchiella…

Questa riserva è caratterizzata da grotte di origine carsica al cui interno si trovano tracce umane di epoca preistorica. La maggior parte del territorio è ricoperto da boschi popolati da molte specie animali e avicole, tra cui  il daino, la marmotta, la martora, la puzzola, il lupo, l’aquila reale e il falco pellegrino.

…la Riserva Naturale Biogenetica Statale di Lamarossa…

Nella riserva si trovano numerose sorgenti, tra cui quella di Lamarossa che ha dato il nome all’intera zona, così come stagni e aree paludose caratterizzate dalla tipica flora. La vegetazione è composta da faggete e prati, la fauna è simile a quella dell’Orecchiella.

… e la Riserva Naturale Statale Biogenetica Pania di Corfino

La Riserva si estende sulle pendici della montagna omonima (1.603 mt slm), costituita in gran parte da calcare grigio, nei cui strati sono contenuti molti fossili. La flora è diversificata: faggi, lecci, castagni, orchidee, genziane, peonie, rododendri, sfagni. La fauna è costituita da lupi appeninici, cervi, mufloni, cinghiali, aquile reali.

L’Orto Botanico, posizionato in località Piè Magnano, conserva la flora locale e riproduce la vegetazione di alcune aree degli Appennini e delle Alpi Apuane. All’ingresso è collocato un fossile di abete bianco databile al XIII° secolo. L’Orto Botanico è suddiviso in varie sezioni: tra quelle più significative, la ricostruzione di una zona umida con torbiere; altrettanto importante quella dedicata alle piante officinali e commestibili della Garfagnana.

Rocce nel Parco dell'Orecchiella, in Garfagnana, sull'Appennino tosco-romagnolo

Il Parco delle Grotte di Equi Terme

Il Parco delle Grotte di Equi Terme si trova nei pressi dell’abitato di Equi Terme. È formato dal Museo delle Grotte e da altre strutture geologiche utilizzate in epoca preistorica da esseri umani e animali. Il museo comprende un complesso carsico sotterraneo con cavità, cunicoli e sale con quattro diversi tipi di acqua: solforosa, salata, nera, dolce. Dalla Buca (l’ingresso), un percorso attrezzato conduce a una successione di nove grotte, ricche di stalattiti, stalagmiti e di ogni tipo di concrezione naturale. Il percorso si conclude presso un laghetto sotterraneo.

Al di fuori del museo, in alto, si può visitare la Tecchia, rifugio utilizzato nel Paleolitico, nelle Età del Rame e del Bronzo, e anche nel Medioevo. Qui sono stati riportati alla luce oggetti in pietra e osso appartenuti a cacciatori preistorici e scheletri di fauna tipica del periodo glaciale e interglaciale, come l’Ursus spelaeus (orso delle caverne), il leone e il leopardo. Nella gola naturale, lungo il torrente Lucido, ci sono la Tana della Volpe (necropoli paleolitica), la Grotta delle Felci e il Buco del Diavolo, tutte ricomprese nell’Archeoparco che ricostruisce l’ambiente preistorico.

Completano il Parco delle Grotte di Equi Terme altri punti di interesse. Di fronte alle Grotte, nell’antico mulino ad acqua, è stato allestito un percorso espositivo didattico e la fedele riproduzione dell’orso delle caverne, oltre a una saletta audiovisivi. L’area esterna è corredata da pannelli informativi su altri fenomeni geologici, tutti visitabili, come la “marmitta dei giganti” denominata Buca dei Serpi, le sorgenti carsiche della Barrila, e il percorso botanico dove sono visibili molte specie di flora endemica.

A qualche centinaio di metri dalle Grotte, ecco il “Solco”, stretto e profondo canyon dove si possono osservare da vicino i fenomeni geologici della valle glaciale del Pizzo d’Uccello. Le pareti del Solco e la falesia della Tecchia rappresentano anche rifugio e luogo di sosta di importanti specie di uccelli, come l’aquila reale.

Il Pizzo di Uccello sull'Appennino tosco-romagnolo, in Garfagnana

Riserva della biosfera dell’Unesco

Il 9 giugno 2015 la porzione di territorio che va dal Passo della Cisa al Passo delle Forbici, nel territorio tra Reggio Emilia e Massa Carrara (comprendente 34 comuni), è stata dichiarata Riserva della biosfera dell’UNESCO: essa rappresenta addirittura il confine geografico e climatico tra Europa continentale ed Europa mediterranea.

L’area è l’unica dell’intera catena appenninica a essere caratterizzata dal confine climatico euro-mediterraneo. Queste peculiarità hanno generato rapporti unici tra flora, fauna e uomo, che nei millenni hanno plasmato il paesaggio e favorito la genesi di alcuni dei prodotti agroalimentari più famosi al mondo.

Il territorio della Riserva è molto vario in quanto include, ad esempio, la Lunigiana, che si trova a 60 mt di altitudine, ma anche vette come il Monte Cusna, a 2120 mt. Nella Riserva è presente oltre il 70% della biodiversità italiana.

Tramonto sul Monte Cusna sull'Appennino tosco-romagnolo

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