Storie e Leggende del Parco Naturale della Maremma

IlParco Naturale della Maremma è stato fondato nel 1975 ed è il primo parco ad essere stato istituito ufficialmente della Regione Toscana. Nel 1992 gli è stato riconosciuto il Diploma europeo delle aree protette, rappresentando un ecosistema unico grazie alla sua flora e fauna.

Il Parco Naturale della Maremma si trova in provincia di Grosseto e si estende su 9800 ettari, ricoprendo l’area che va da Principina a Mare a Talamone. Il vasto territorio comprende i Monti dell’Uccellina, i terreni paludosi nei pressi della foce dell’Ombrone, le Pianure Maremmane e le Dune dell’Uccellina.

La Torre di Alberese o Torre di San Rabano si trova nel Parco Naturale della Maremma

Storia della Maremma dalla Preistoria all’Impero Romano

Le prime testimonianze di presenza umana nell’area del Parco risalgono al Paleolitico Medio, intorno a 50.000 anni fa. I principali siti che attestano la frequentazione dei monti dell’Uccellina da parte dei nostri antenati sono la Grotta della Fabbrica, la Grotta del Golino e la Grotta dello Scoglietto.

Nell’area del Parco non sono stati trovati reperti etruschi,  mentre si ha abbondanza di ritrovamenti di epoca romana, costituiti da numerose ville e laboratori di manufatti per il commercio, essendo la zona vicina a due importanti vie di comunicazione: la via Aurelia e il fiume Ombrone.

Il Parco Naturale della Maremma è una riserva naturale della Toscana, un territorio antico in equilibrio tra uomo e natura, che nasconde storia e leggende.

La Maremma dall’Impero Romano ad oggi

La fine dell’Impero Romano segna per la zona del Parco Naturale della Maremma un periodo di decadenza. Le zone costiere vengono abbandonate dalle popolazione che inizia a spostarsi sulle colline, trasformando l’economia da agricolo-commerciale in agrosilvo-pastorale.

È proprio a questo cambiamento che si deve l’impaludimento e la conseguente impraticabilità delle zone costiere, che divengono zone di argine e di confine militare. Intorno all’anno Mille la zona tornò al centro di vie commerciali, ma la grande pestilenza del 1368 ne segnò la fine, riportando l’Uccellina ad uno stato di abbandono.

Le prime bonifiche dei Medici e dei Lorena

Successivamente Cosimo I de’ Medici tentò, con scarsi risultati, la bonifica di queste terre; inoltre l’arrivo delle navi piratesche dei Turchi Ottomani rese necessario il ripristino delle preesistenti torri (innalzate nei secoli prima contro gli attacchi dei Saraceni) e la costruzione di nuove fortezze. La crisi economica e le difficili condizioni naturali del territorio fecero sì che gli interventi umani fossero minimi, conservando intatti gli habitat originari.

Fu con l’arrivo dei Lorena che si iniziarono le opere di bonifica della Maremma e alcuni interventi di miglioramento delle condizioni sanitarie e sociali, che però si interruppero con l’ingresso della Toscana nel Regno di Italia. È solo a partire dal 1926 che si compirà un’efficace opera di bonifica della zona, conclusasi definitivamente negli anni ’60.

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Maremma in bicicletta, scoprendo il Parco Naturale e Castiglione della Pescaia

Leggende del Parco Naturale della Maremma: “Le meduse di Alberese”

Narba era una ragazza triste e solitaria che spesso camminava sulla spiaggia di Alberese, coprendosi il viso con un ombrello di foglie per sfuggire ai raggi del sole. Il sole si offese e in ogni modo tentava di penetrare attraverso le foglie per vedere il volto della ragazza.

Il vento Maestrale si accorse della rabbia del sole e iniziò a prendersi gioco di lui. Invano tentò di far volare via l’ombrello per svelare il volto della fanciulla. Libeccio, che aveva osservato la scena divertito, iniziò a soffiare con potenza, tanto da far volare via la copertura di foglie e far cadere Narba in mare. Il Sole, perfido e vendicativo, lasciò che la ragazza si inabissasse nelle profondità marine.

La Luna, mossa a compassione, la fece affiorare dal fondo del mare e le regalò un po’ del suo chiarore. Intrecciò con i suoi raggi un ombrello per difenderla dal sole a cui il dio del Mare aggiunse le sfumature delle sue acque. Narba divenne così la medusa dal grande ombrello, da cui discendono le meduse opalescenti e luminose che si vedono nuotare vicino alla spiaggia di Alberese.

Parco dell'Uccellina - Marina di Alberese in Toscana

La leggenda di San Rabano

La leggenda di San Rabano narra di come un uomo tentò di impossessarsi dei tesori nascosti nell’Abbazia di Alberese, oggi Abbazia di San Rabano. I signori del tempo per mettere in salvo i propri tesori dalle scorrerie dei pirati saraceni spesso li nascondevano nelle segrete dell’Abbazia. L’uomo, un contadino, spinto dalla moglie che sognava di impossessarsi di quegli inestimabili tesori, una notte di tempesta si diresse all’Abbazia e sotto le mura accese un fuoco. La moglie lo aveva messo in guardia dai fantasmi che abitavano il convento e dai grossi ragni neri, custodi del tesoro.

Mentre accendeva il fuoco l’uomo vide un ragno e pensò di essere vicino al tesoro. In quel momento dei sassi iniziarono a colpirlo; l’uomo alzò la candela e si rese conto che i sassi provenivano dall’interno della chiesa, dove un’alta figura incappucciata dal volto fosforescente, con voce di altro mondo, gli intimò di andarsene.

L’uomo, che non voleva tornare a casa a mani vuote, fece un passo verso la sinistra figura che sfoderò una spada fiammeggiante e lo uccise. Il giorno seguente il corpo dell’uomo esanime e senza ferite, venne ritrovato sotto le mura dell’Abbazia di San Rabano. Lì vicino un piccolo ragno si dondolava sornione e con sguardo maligno sulla sua tela.

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L'abbazia di San Rabano si trova nel Parco Naturale della Maremma

La Bella Marsilia

Nel Parco Naturale della Maremma, sui Monti dell’Uccellina, si trova la Torre della Bella Marsilia che nel 1500 faceva parte di uno dei castelli più belli della Maremma, appartenente alla ricca e potente famiglia Marsili. Qui crebbe la bella e coraggiosa Margherita, dai rossi capelli e gli occhi viola.

Una notte i corsari di Ariodemo Barbarossa attaccarono il castello, ne rubarono tutti i tesori ed uccisero tutti i suoi abitanti, eccetto la bella Margherita, che venne portata in dono al sultano Solimano I. Margherita, che durante tutto il viaggio mai aveva implorato misericordia, esercitò tutto il suo fascino sul sultano che dapprima la nominò la favorita dell’harem e poi la sposò. Margherita, ottenuto il potere e tenendo il sultano in pugno con la sua bellezza, iniziò a vendicarsi.

La costa della Maremma grossetana

Prima fece uccidere tutte le altre mogli del sultano e i loro figli, in modo tale che l’unico erede legittimo fosse suo figlio Salim II. Il giovane salì sul trono dopo la morte del padre. Margherita Marsili detta la Rossa morì a Costantinopoli nel 1566, senza essere mai tornata in patria, perché vedere il suo castello distrutto le avrebbe provocato un immane dolore.

La leggenda vuole però che ancora oggi al tramonto, quando il sole batte sulla torre, le mura si tingano di rosso, come i capelli di Margherita, e che le onde sottostanti si facciano viola, proprio come il colore dei suoi occhi.

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Foto 1 e copertina © StevanZz

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