Scopri alcune delle parole tipiche toscane più comuni e l’affascinante vernacolo locale, approfondendo la differenza tra dialetto e vernacolo toscano

Nessun dialetto in Toscana, ma i vernacoli sono ricchi di parole non proprio italiane

In Toscana non esistono dialetti come in altre regioni del nostro Paese? Manzoni è venuto a risciacquare i panni della lingua italiana in Arno poiché il toscano, da Dante in poi, rappresentava all’epoca l’italiano più puro in tutto lo Stivale? Vero, eppure anche noi abbiamo qualcosa di non proprio puro, di puramente locale, il vernacolo, ossia una parlata limitata a una precisa area regionale, usata solo dal popolo, che quindi si differenzia dal dialetto per copertura geografica e uso sociale meno vasti, ma anche per una minore invadenza e incidenza di parole diverse rispetto alla lingua comune a tutto il territorio nazionale.

Eppure, nonostante la minore invadenza e incidenza di parole diverse rispetto all’italiano, esistono molte parole tipiche toscane usate solo localmente, di non sempre facile comprensione per chi viene da fuori.

Qualche esempio? Be’, ve ne faremo molti. Seguiteci in questa e nelle prossime pagine e ne sentirete delle belle.

Perchè in Toscana si aspira la "c"? Il toscano è un dialetto? Perchè la pronuncia toscana varia da zona a zona? Scopriamo la gorgia toscana

Da punte parti

Da punte parti in Toscana significa: da nessuna parte. Un tu lo trovi da punte parti: non lo trovi da nessuna parte. Si può alludere a un essere umano, a un animale, a un oggetto.
Ma che significa in questo caso punte? Dunque, punto, in italiano, è la forma sostantivata del participio passato di pungere: il segno che si lascia pungendo, una porzione minima di spazio. E noi in Toscana lo riduciamo a un nulla: niente, nessuno.

Ringambare

Ringambare significa recedere da una decisione che pareva presa o da una promessa che sembrava solida. Deriva da gamba (dal gr. καμπή “campé” = giuntura, attraverso il lat. tardo gamba), ossia tornare indietro sulle proprie gambe e, per estensione, sui propri passi: e tu ha’ ringambato ben bene, eh? Dovevi spaccare i’mondo, e invece… Ovvero: sei proprio tornato indietro sui tuoi propositi, eh? Dovevi fare chissà cosa, e invece… Magari pronunciato con tono di profonda delusione per la mancata realizzazione dell’intenzione.

Gambe appoggiate al muro su muro

Sei un tegame

A Livorno tegame è una ragazza dai modi alquanto disinibiti, di animo libertino. Il termine trae origine nell’immagine metaforica del recipiente da cucina che le ragazze di facili costumi richiamano per analogia: dal tegame ognuno può attingere col proprio mestolo. Il tegame si riconosce oltre che per gli atteggiamenti espliciti (tegameggiare), anche per l’abbigliamento e l’apparenza che tende ad attrarre su di sé l’attenzione maschile (i tegamari ne sono i maggiori esperti).

A sua volta il termine tegame beneficia di tutta una serie di specifiche estremamente colorite:

  • tegame volante: tipo di tegame abile nello sfarfalleggiare da un maschio all’altro.
  • tegame cingolato da battaglia: tegame schiacciasassi che macina chiunque gli si pari davanti. Inarrestabile.
  • tegame invisibile: tegame nascosto sotto le spoglie d’una ragazza ingenua e timida, non gode della fama di tegame e opera furtivamente nell’ombra.
  • tegame coi manici: donna carnosa, dotata di fianchi generosi a cui tenersi nell’atto d’amore.
  • tegame con coperchio: ossia un tegame completo che fa di tutto per divertire e divertirsi.
  • tegame smanicato: tegame di scarsa qualità a cui si rompono subito i manici, ossia un tipo di donna di poverissime qualità morali.

Per approfondire: Perché si dice così? Spieghiamo “a modino” 10 espressioni tipiche toscane

Tegame di acciaio su tavolo

Cicchino

Il cicchino deriva dal francese chique, derivato di chiquer «ciccare». Ma se in italiano “cicca” è il mozzicone, l’avanzo di sigaro o di sigaretta fumata, in toscano cicchino diventa la sigaretta stessa, anche intera, e magari da rollare: “Oh, ce l’hai un cicchino?”. Ossia: “Scusa, hai una sigaretta?”

Buriana

Dal latino boreas, “borea”, da cui il burian, il vento che spira dalla steppa nordica verso il Mediterraneo, la buriana è un temporale di breve durata che in toscano, in senso figurativo, diventa chiasso, baldoria: Madonna, ieri sera c’era una buriana Ovvero: Madonna, ieri sera c’era una confusione. Ma si usa anche per indicare una discussione furiosa, intensa, un tumulto fra persone accese dalla rabbia: mamma mia come si son presi, hanno fatto una buriana. E ancora, per indicare qualcosa che butta male: ragazzi, per me l’è buriana. Ossia: ragazzi, per me è un casino.

La Lunigiana è una regione nel Nord della Toscana, corrispondente all'antico territorio dei Luni, ovvero alle zone circostanti al corso del fiume Magra.

Labbrata

Bello e molto espressivo è anche labbrata, ossia il colpo inferto sulle labbra di qualcuno con il dorso della mano, il classico manrovescio: e gli ha daho ‘na labbrata l’ha rigiraho. Ossia: gli ha dato un manrovescio talmente forte che l’ha fatto voltare dall’altra parte.

Moccolare

Altra espressione tipica toscana è moccolare, da “moccolo”, ossia imprecazione, bestemmia, per interpretazione antifrastica di locuzioni tipo “accendere un moccolo a un santo”. Moccolare diventa quindi, per antitesi, bestemmiare: se n’andava via moccolando a tutto spiano. Ossia: si allontanava bestemmiando fortemente.

Per approfondire: Sacramentare toscano: ma è vero che da noi si bestemmia di più?

Candele che si accendono

Berciare

Dall’etimo incerto, berciare significa urlare sguaiatamente, strillare: ma icché tu berci? E ci sento, eh? Ovvero: ma cosa urli? Ci sento bene.

Bada lì

Di origine onomatopeica, dal latino medievale “batare”, ossia stare a bocca aperta, se in italiano significa attendere a qualcosa, avere cura, sorvegliare, così come fare attenzione, in toscano assume anche il significato di guardare: bada lì che bordello! Ossia: guarda lì che confusione! Oppure: badami un po’ chi si rivede! Ovvero: guarda un po’ chi si rivede!

Le appassionanti letture che consigliamo

Nel nostro breve spazio web abbiamo spiegato solo alcuni dei più comuni termini/espressioni toscani (riservandoci di trattarne altri in successivi articoli), ma intanto per approfondire, ecco le letture che vi consigliamo:

Il vocabolario del vernacolo fiorentino e toscano, di Alessandro Bencistà,  Edizioni Sarnus
Bada lì. Parole, modi di dire, soprannomi e proverbi pisani, di Renzo Castelli,  Edizioni ETS
Dialetti emiliani e dialetti toscani. Le interazioni linguistiche fra Emilia-Romagna e Toscana e con Liguria, Lunigiana e Umbria. Vol. 1, di Daniele Vitali, Edizioni Pendragon.
O Nini! Due ignoranti e il maremmano, di Anny Giacomelli Di Macco Sergio, edito da C&P Adver Effigi
Toscana. Con CD-ROM, di Luciano Giannelli, edito da Pacini Editore
Fonologia etrusca, fonetica toscana. Il problema del sostrato. Atti della Giornata di studi organizzata da Gruppo arch. Colligiano (Colle Val d’Elsa, 4-4-1982), di Agostiniani L. (cur.) Giannelli L. (cur.), edito da Olschki
Dizionario enciclopedico del vero dialetto massese, di Emidio Mosti Mario Nancesi, edito da Impressum
Vohabolario del vernaholo fiorentino e del dialetto toscano di ieri e di oggi, di Rosi Galli Stefano, edito da Romano Editore
Le stagioni del Pratomagno. Parole e tradizioni del versante valdernese. Con CD-ROM, di Crista Bertelli, edito da Accademia del Poggio
L’antico sapore delle parole, di Borsari B. (cur.), edito da Masso delle Fate
La parlata di Montepulciano e dintorni. Nuova ediz., di Carlo Lapucci, edito da Querce
Regole della toscana favella, di Leonardo Salviati, edito da Accademia della Crusca
Il Borzacchini universale. Dizionario ragionato di lingua volgare, anzi volgarissima d’uso del popolo alla fine del secondo millennio, di Giorgio Marchetti, edito da Ponte alle Grazie
Le parole di Prato. Termini, detti, proverbi in uso nell’area pratese, di Annamaria Nistri Pelagatti P. Piera, edito da Zella
Vocabolario pistoiese, di Lidia Gori Stefania Lucarelli Giacomelli G. (cur.), edito da Società Pistoiese

Per approfondire: “Alò”, come nasce l’espressione più tipica del dialetto aretino

Libri ammucchiati insieme

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Scrittore, Ambassador of Tuscany
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