9 Febbraio 2019 2020-06-04T13:39:12+02:00 Piazza Santa Croce e la sua Basilica “Pantheon degli artisti” TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Piazza Santa Croce è una delle più belle ed importanti piazze di Firenze. Luogo di grande rilevanza storica, grazie alla sua regolare forma rettangolare che le permette di accogliere grandi assembramenti di persone, piazza Santa Croce ospita, oltre all’omonima Basilica, numerosi palazzi storici e la famosa statua di Dante. Piazza Santa Croce e la sua Basilica “Pantheon degli artisti” A egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella /e santa fanno al peregrin la terra / che le ricetta. Io quando il monumento / vidi ove posa il corpo di quel grande / che, temprando lo scettro a’ regnatori, / gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue; / e l’arca di colui che nuovo Olimpo/ alzò in Roma a’ Celesti; e di chi vide/sotto l’etereo padiglion rotarsi / più mondi, e il Sole irradiarli immoto, / onde all’Anglo che tanta ala vi stese / sgombrò primo le vie del firmamento: / te beata, gridai, per le felici / aure pregne di vita, e pe’ lavacri / che da’ suoi gioghi a te versa Apennino. Scusate, non ho resistito a esordire con “I Sepolcri” di Ugo Foscolo. D’altronde, quando si parla di piazza Santa Croce e della sua basilica, chi meglio del grande poeta italo-greco ha saputo cantare la magia di questo luogo mistico fondato da San Francesco nella prima metà del XIII secolo? Anche Stendhal, nel 1817, si sentì mancare uscendo dalla chiesa, colpito da cotanta bellezza e cotanta gloria (da cui, appunto, la famosa “sindrome di Stendhal” studiata dalla psichiatra fiorentina Graziella Magherini) I grandi sepolcri in Santa Croce Tornando ai versi del Foscolo, li avete riconosciuti? Il “grande che tempra gli scettri a’regnatori“, svelando di che reale pasta siano fatti, è Machiavelli, con “Il Principe”; colui che “nuovo Olimpo alzò in Roma a’celesti” è Michelangelo, con la Cappella Sistina; chi vide “sotto il padiglione etereo girare più mondi e il sole irradiarli immobile” è Galileo, con la sua teoria eliocentrica, evoluzione di quella copernicana; mentre “l’Anglo, l’inglese che, grazie a Galileo che gli aveva aperto la via, vi spaziò col suo ingegno“, è logicamente Isaac Newton. Tutti sepolti nella Basilica di Santa Croce – a parte Newton -, così come lo stesso Foscolo, come Vittorio Alfieri, Gioacchino Rossini, e tanti altri (tra cui l’ultimo, Giovanni Gentile, inumato nel 1944), al punto da meritarsi l’appellativo di “Pantheon degli artisti”, o “Tempio dell’itale glorie”, per riprendere un altro passo del carme foscoliano ([…] ma più beata che in un tempio accolte / serbi l’Itale glorie […]). Anche Dante avrebbe dovuto essere sepolto in Santa Croce, sarebbe stata la sua naturale destinazione, e in effetti fu realizzato un cenotafio, ma Ravenna, dov’erano le spoglie del sommo poeta, si è sempre opposta con fermezza. C’è però una statua (di Enrico Pazzi) in suo onore, sulla sinistra della facciata, risalente al 1865, anno delle fastose celebrazioni dantesche, che furono, a causa del loro prestigio e opulenza, una delle ragioni che accesero i riflettori su Firenze quando si trattò di scegliere una nuova capitale per il giovane Regno d’Italia. 👉 Leggi anche: Storia della Toscana: dal Paleolitico all’Unità d’Italia Piazza Santa Croce Tuttavia Santa Croce non è solo la meravigliosa basilica che fa girare la testa ai grandi. Santa Croce è un’intera piazza coi suoi palazzi e la sua interessantissima storia. Anticamente l’area in cui sorge la piazza era una vera e propria isola circondata da due bracci dell’Arno che si separavano vicino all’attuale piazza Beccaria per poi ricongiungersi davanti alle mura che si ergevano all’altezza di via Verdi – via de’ Benci. San Francesco d’Assisi che aveva visitato Firenze già nel 1211, nel 1226-1228 si stabilì in città con un gruppo di seguaci, e scelse proprio questa zona inospitale ma appartata, fuori mura, per fondare un oratorio. Nei secoli, poi, l’originario oratorio fu ingrandito, ampliato, trasformato ex novo (su probabile progetto di Arnolfo di Cambio) in una delle più importanti basiliche della città, anche grazie ai finanziamenti di importanti famiglie del quartiere quali i Bardi, i Peruzzi, i Cerchi, gli Alberti e i Baroncelli. Come piazza Santa Maria Novella, in cui predicavano i domenicani, piazza Santa Croce nacque circa un secolo dopo la fondazione dell’oratorio, per contenere le folle di fedeli che andavano ad ascoltare le prediche dei frati nella zona dell’Isola dell’Arno che nel frattempo era stata bonificata. Una piazza per i grandi eventi. Piazza Santa Croce è grande, un rettangolo regolare, tanto che nel Rinascimento era luogo ideale per feste, spettacoli, giostre cavalleresche e gare popolari, come quella del calcio in costume, di cui ancora oggi è teatro ogni giugno. E infatti fu proprio qui che si svolse la celebre partita del 17 febbraio 1530, durante l’assedio della città da parte delle truppe di Carlo V. Pur stremati nelle forze e nell’animo, gli abitanti non rinunciarono ai festeggiamenti del Carnevale e, in segno di sfida verso gli assedianti, s’impegnarono addirittura a organizzare una partita nella piazza, ben visibile dalle truppe nemiche accampate sulle colline circostanti. Inoltre, per farsi ancor più beffa del nemico, un gruppo di musici si mise a suonare lietamente sul tetto della chiesa A un certo punto una palla di cannone fischiò sopra le teste e finì oltre la chiesa senza arrecare danni, mentre la folla applaudiva in segno di scherno al suono degli squilli di tromba. Eh sì, quando si dice lo spiritaccio fiorentino. La piazza all’epoca era sagomata da transenne di legno che cingevano l’area di gioco, ma alla fine del Settecento, sotto Pietro Leopoldo, vennero rimosse in favore dei pilastrini e delle panchine in pietra serena che si vedono ancora oggi. Gli edifici in piazza Santa Croce Piazza Santa Croce è delimitata nei suoi quattro lati da molti edifici, tra cui, ovviamente l’omonima basilica. Da notare, in particolar modo, il palazzo Cocchi- Serristori, opposto alla chiesa, i cui pilastri basamentali risalgono al XIV secolo; casa Galilei, nella quale, sotto il ricorso, è posto un tondino in marmo a segnare la mezzeria del campo da calcio in costume in corrispondenza di quello del palazzo dell’Antella. Specularmente, il bellissimo palazzo dell’Antella, appunto, coi suoi poderosi sporti in pietra, fatto decorare da Niccolò dell’Antella sul tema della “Virtù e Divinità”, da tredici giovani artisti diretti da Giovanni da San Giovanni; palazzo Borghini; palazzo Gargiolli e palazzo Bartolini Baldelli. La Basilica di Santa Croce La facciata della basilica di Santa Croce rimase incompiuta fino a metà dell’Ottocento quando fu realizzata tra il 1853 e il 1863 dall’architetto Niccolò Matas, ispiratosi alle grandi cattedrali gotiche, come il Duomo di Siena e il duomo di Orvieto. Il risultato finale, di stile neogotico, riscosse molti apprezzamenti da parte dall’Associazione toscana che nel 1842 incaricò l’architetto di redigere un progetto per la facciata del Duomo di Firenze, la basilica di Santa Maria del Fiore. Come la maggior parte degli edifici conventuali, Santa Croce mostra una pianta a croce commissa (a «T») con l’interno suddiviso in tre navate. Sul fondo compare la Cappella Maggiore, in stile gotico francese, affrescata da Gaddi. Le cappelle laterali e le sepolture colpiscono l’occhio: la Peruzzi, la Bardi, entrambe affrescate da Giotto con le Storie di San Giovanni e di San Francesco; la cappella Riccardi contenente tre tele della fine del Cinquecento oltre ad affreschi trecenteschi; la Cappella Baroncelli e la Castellani. Sagrestia, chiostri e Cappella dei Pazzi Dalla Chiesa si accede poi alla Cappella Medici opera di Michelozzo, e da qui alla Sagrestia. Visitabili anche i chiostri di Arnolfo di Cambio e di Brunelleschi, e la Cappella de’ Pazzi, progettata proprio da Brunelleschi e decorata da Luca della Robbia e Giuliano da Maiano, rimasta incompiuta dopo la famosa congiura dei Pazzi che vide la morte di Giuliano de’ Medici. Assolutamente da vedere anche il Monumento funebre di Carlo Marsuppini, realizzato da Desiderio da Settignano, la tomba di Michelangelo disegnata dal Vasari, il Monumento funebre di Vittorio Alfieri di Antonio Canova, e il Monumento a Niccolò Machiavelli. Fra le tante opere contenute nella Basilica la più importante è il Crocifisso di Donatello. Altre sono, ad esempio, l’Annunciazione Cavalcanti di Donatello e il Pulpito di Benedetto da Maiano. Il Museo dell’Opera di Santa Croce è parte del complesso e dei chiostri adiacenti. Capolavoro della storia dell’arte è il Crocifisso di Cimabue nel Refettorio trecentesco, divenuta il simbolo della distruzione dall’alluvione del 1966. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 L’alluvione di Firenze e del Bacino dell’Arno 👉 L’intervista impossibile con Florence Nightingale, prima infermiera della storia 👉 Il quartiere di Santa Croce a Firenze e i suoi Azzurri: il cuore della città 👉 Mia nonna diceva: antiche perle di saggezza per ogni occasione La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/piazza-santa-croce/" width="100%" count="on" num="3"]