4 / 7 – Dipinti di paesaggio toscano: da Fattori a Signorini, una Toscana intima e verace

I Macchiaioli e il filone maremmano

La Toscana all’epoca del Risorgimento fu uno dei temi più frequenti nelle tavolette dei Macchiaioli: un tempo quasi sospeso quello evocato in certe vedute delle spiagge assolate di Castiglioncello, o negli scorci delle folte pinete di questo tratto costiero. È qui, in questa interessante località marittima in provincia di Livorno, che si riunirono spesso alcuni esponenti del movimento, fra cui Abbati, Sernesi, Borrani e Fattori, ospiti nella grande tenuta del mecenate Diego Martelli. La Maremma divenne quindi il terreno prediletto di questi artisti che, per anni, s’impegnarono in una ricerca innovativa di espressione del paesaggio attraverso la pittura.

Opera di Telemaco Signorini, pittore macchiolo, paesaggio di Maremma toscana

I Macchiaioli e il filone della Piagentina

C’è però un altro filone, sempre paesaggistico, ma tendente all’introspezione, che narra momenti d’intimità e vita domestica nelle ville delle campagne fiorentine. È il cosiddetto sobborgo agreste della Piagentina, tra Firenze e Fiesole, lungo il torrente dell’Affrico, appena fuori dall’antica cinta muraria del capoluogo, dove Silvestro Lega e Borrani andarono ad abitare, seppur per brevi periodi.

Qui, dove il tempo si scandiva tra lavoro nei campi e mura di casa, l’attenzione al lato umano e psicologico divenne il soggetto in più da indagare, e attorno a cui costruire la composizione del dipinto.

Telemaco Signorini, Giornata di Sole al Vecchio Mercato, Firenze

Telemaco Signorini e il suo incessante viaggiare per la Toscana

Signorini fu a sua volta il rinomato pittore “delle strade fiorentine”, oltre a un raffinato interprete di paesaggi. Nelle sue tele si riconoscono scorci e vedute singolari della Toscana, frutto degli interminabili viaggi in lungo e in largo nella penisola. Parliamo dell’Isola d’Elba, in particolare di Portoferraio, dove l’artista soggiornò più volte nel corso della sua vita, ma anche del borgo di Piancastagnaio, arroccato ai piedi dell’Amiata, e del piccolo villaggio appenninico di Pietramala, al confine fra Toscana ed Emilia-Romagna.

Le sue opere sono caratterizzate da un assemblaggio di toni che rispecchiano la luminosità del paesaggio rappresentato senza più chiari-scuri. Si ha quindi una pittura ancora paesaggistica, tipica di tutto l’Ottocento, ma con una forma nuova, dove i colori e la loro posizione caratterizzano il soggetto, le sue luci e la sua prospettiva. Non ci sono più ombre e luci sviluppate su gradazioni di colori, ma “macchie” chiare e “macchie” più scure a creare lo spazio del soggetto.

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Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
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