5 / 7 – Dipinti di paesaggi toscani: i geni pittorici del ‘900

Dopo la “Macchia” nascono due prevalenti modalità espressive per i paesaggi toscani

Dopo la “Macchia” ebbero larga diffusione nel primo Novecento toscano due modalità espressive: quelle ancorate al “vero” della tradizione naturalista postmacchiaiola – come nel caso dei dipinti di Adolfo Tommasi e di Raffaello Sorbi -, e quelle maggiormente legate alle suggestioni della pittura diffusa in ambito europeo, come nelle atmosfere brumose di alcuni paesaggi di Niccolò Cannicci, o nelle allusioni al simbolismo di Giorgio Kienerk, o nelle tinte forti e vivaci di Ulvi Liegi. Scorci di paesaggio che evitano la retorica del selvaggio, del maestoso e del sublime per rivelare l’urgenza di abbandonarsi all’intimità e alla serenità del marginale e del quotidiano.

Altre personalità artistiche più calate nella prospettiva novecentesca, e grandi autori di paesaggi toscani, sono stati Llewelyn Lloyd, Galileo Chini, e Giovanni Colacicchi.
Un discorso a parte però meritano il geniale Ottone Rosai, insieme a Pietro Annigoni, considerato uno dei più grandi artisti figurativi del Novecento italiano.

Ottone Rosai, Paesaggio, quadro di inizio Novecento

Ottone Rosai

Nato a Firenze nel 1985, è stato un maestro dell’arte del Novecento, dalla storia complessa e particolare. Le sue opere catturano l’anima dell’osservatore per la grande espressione di delicata umanità che emanano.
Fu uomo dalle travolgenti passioni, oltre che artista che lesse le novità del suo tempo alla luce della grande arte del ‘300/’400 toscano. Il suo pittore di riferimento era infatti Masaccio, quello che percepì più vicino e al quale si ispirò per il suo sentimento realistico. Molto apprezzato sia a livello nazionale che internazionale, si annoverano tra i suoi grandi sostenitori nomi del calibro di Soffici, De Chirico, Morandi, Savinio, Carrà.

Tra i suoi dipinti, in cui si sommano ritratti, autoritratti e scene di strada, ci sono anche molti paesaggi toscani. Osservate “Paesaggio”, del 1939, capolavoro che presagisce il crepuscolo di un’epoca, ovvero la sera prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Opera di una bellezza e di una forza straordinaria con toni madreperlacei che colorano il cielo.

E Pietro Annigoni? Scopriamolo a pagina 6

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
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