Quali sono i riti scaramantici toscani e le forme di buon augurio tradizionali che hanno resistito nel tempo e vengono usati ancora oggi? Seguici in questo viaggio nella scaramanzia toscana

Riti scaramantici toscani: dai più razionali ai più impressionabili, siamo un po’ tutti scaramantici

Siamo proprio sicuri che nei cosiddetti “paesi civili” non esistano riti scaramantici – ammesso che la definizione “paesi civili” abbia un senso pregnante, e non solo idealizzato – e non resistano, striscianti, forme più o meno “perniciose” di scaramanzia?

Ho posto questo quesito sia in senso ironico che retorico, perché la sua risposta è già insita nella domanda stessa: la scaramanzia – ossia, da vocabolario Treccani: lo scongiuro, la formula magica o anche l’amuleto cui si attribuisce la capacità di allontanare la iettatura e il malocchio, usati quindi per propiziarsi la fortuna – non si “debella” mai del tutto. Semmai si può attenuare, controllare, razionalizzare, i post-illuministi ne possono ridere quanto vogliono, ma alla fin fine appartiene un po’ a ciascuno di noi, deriva direttamente dal nostro sostrato umano, dalla paura del futuro e dall’incontrollabile desiderio di evitare il più possibile il male a noi stessi e ai nostri cari.

Detto questo, vediamo un po’ quanti e quali forme di scaramanzia resistono nel mondo e in particolare in Toscana

Persona sfortunata con bende in testa

I riti scaramantici in Italia e nel mondo

Scaramanzia potrebbe derivare dall’alterazione della parola “chiromanzia” (a sua volta di origine greca), e collegarsi dunque all’ipotetica capacità di prevedere il futuro.

Un tipico esempio è l’idea che, dicendo qualcosa, questa non accadrà, o potrebbe accadere il contrario. Ecco perché in particolare in Italia si dice: in bocca al lupo (espressione che potrebbe anche derivare dall’ambiente della pastorizia), termine entrato poi nel linguaggio comune e utilizzato per augurare buona fortuna.

Questa forma di superstizione non si limita soltanto al nostro Paese. Se è vero infatti che in altre culture non vi è alcun problema ad augurare buona fortuna in maniera diretta, per esempio good luck in inglese, bonne chance in francese, suerte in spagnolo, è anche vero che, per esempio, in inglese si usa l’espressione break a leg (rompiti una gamba) per auspicare sempre la buona fortuna.

La scaramanzia non è comunque limitata soltanto a espressioni verbali, ma anche a gesti e comportamenti. Per esempio: credere che se si esce senza ombrello pioverà, mentre invece portandolo con sé non pioverà – classico gesto apotropaico -, così come camminare sotto una scala o rompere uno specchio provocherebbe sette anni di sfortuna.

E poi ci sono i gesti scaramantici che tutti conosciamo e che si riscontrano anche in altre culture come, negli Stati Uniti, incrociare le dita o toccare legno, mentre in Italia per la stessa ragione si usa toccare ferro o fare le corna.

Per approfondire: Ma in Toscana la “c” è sempre aspirata? Sì? No? E perché?

Incrociare le dita per scaramanzia

Una curiosità nata nell’ambito teatrale

In francese e in spagnolo si usano, soprattutto nel mondo artistico, anche espressioni come merde o mucha mierda, o il merda-merda-merda italiano, che non sono propriamente di natura scaramantica, ma derivano dal mondo teatrale dell’Ottocento. All’epoca, infatti, molti spettatori si recavano a teatro a cavallo o in carrozza e gli animali spesso defecavano nel luogo in cui erano legati per la sosta. Di conseguenza un elevato quantitativo di feci nei dintorni del teatro stava a indicare che lo spettacolo aveva beneficiato di una grande affluenza di pubblico e che gli spettatori lo avevano seguito fino in fondo.

Riti scaramantici toscani e di buon augurio

E per quanto riguarda i riti scaramantici toscani e di buon augurio? Be’, terra che vai usanza che trovi, e anche noi non facciamo eccezione.

La scaramanzia a Firenze

A Firenze, ad esempio, chi non conosce la Fontana del Porcellino? La statua posta nella Loggia del Mercato Nuovo raffigura un cinghiale in bronzo. Tradizione vuole che accarezzare il naso del cinghiale-porcellino porti fortuna. Inoltre, se si infila una monetina in bocca alla bestia e questa, scivolando, cade all’interno della grata sottostante, la probabilità di fortuna sarà ancora maggiore.

Sempre a Firenze, il giorno di Pasqua, una volta che il brindellone – torre pirotecnica ricolma di fuochi d’artificio e mortaretti – è stato posizionato tra il battistero e la cattedrale, al culmine della cerimonia religiosa l’arcivescovo accende dall’altare del Duomo un razzo a forma di colomba (la colombina) che, tramite un meccanismo a fune, percorre tutta la navata centrale della chiesa, raggiunge il carro all’esterno facendolo scoppiare, per poi tornare indietro nella zona del coro maggiore, dentro la chiesa stessa. Scaramanzia vuole che l’eventuale incepparsi del meccanismo sia segno di cattivo auspicio per il successivo raccolto nei campi.

La Fontana del Porcellino di Firenze è meta di milioni di turisti che gli toccano il muso per la buona sorte. Ma il Porcellino porta fortuna?

Pisa e Livorno: le usanze scaramantiche dei maturandi

Spostandoci a Pisa, in Piazza dei Miracoli, troviamo un’altra usanza praticata soprattutto dai maturandi: il Rito della Lucertola. Sulla porta centrale della Cattedrale, di fronte al Battistero, si trova infatti una lucertolina in bronzo in basso rilievo. I ragazzi che devono ancora superare il fatidico esame di maturità, a cento giorni esatti dalla data intraprendono una sorta di pellegrinaggio e accarezzano il piccolo animaletto con la speranza che porti loro fortuna. E se col tempo la lucertola ha addirittura perso il suo colore originale (così come il naso del Porcellino a Firenze) è segno che i riti scaramantici non passano mai di moda.

Altra abitudine dei maturandi è quella di far visita al Santuario di Montenero a Livorno. Qui gli studenti si cimentano in prove fisiche non indifferenti: salgono gli scalini in ginocchio, saltellano su una gamba tante volte quante il voto desiderato; tirano una monetina al di sopra dell’arco della struttura; accendono un cero dedicato alla Madonna, e infine dicono una preghiera.

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Riti scaramantici a Bagnone, San Vincenzo e Massa Marittima

Mentre nel borgo di Bagnone, in provincia di Massa, su una delle colonne del porticato, si trova inciso un giglio fiorentino. Da qualche anno gli abitanti del paese ritengono che sia un portafortuna a tutti gli effetti e, in particolare, attiri ricchezze e felicità.

Una recente curiosità: sulla spiaggia di San Vincenzo è stato creato il Totem del mare, una specie di colonna costruita cogli oggetti rinvenuti nel Tirreno. I passanti e i turisti si sono subito affezionati alla scultura, divenuta meta giornaliera, e non hanno perso occasione per toccarla con la speranza che potrà realizzare i loro sogni.

Infine, oltre ai tantissimi simboli apotropaici sparsi nelle chiese della regione, ricordiamo anche l’interessante Fonte dell’Abbondanza, a Massa Marittima, col suo affresco (1265-1335) raffigurante l’Albero della Fecondità da cui pendono 25 falli che due donne si contendono con vivacità a simboleggiare buon augurio per futuri raccolti abbondanti.

Per approfondire: Parole tipiche toscane, per parlare come noi o almeno capirci

Affresco dell'Albero della Fecondità a Massa Marittima

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