E se nella scoperta dell’America ci fosse di mezzo anche Lorenzo il Magnifico?

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3 / 5 – Colombo finanziò se stesso e la sua impresa

Un milione di maravedì provenienti dal papa, e poi?

Ma c’è di più. Colombo, nel testamento con codicillo datato Valladolid 19 maggio 1506, dichiarò che non sapeva quanto poteva lasciare ai suoi eredi, perché non aveva ancora ricevuto le rendite delle Indie che gli spettavano. Inoltre aggiungeva: “Le Indie erano ignote e nascosto era il cammino a quanti si parlò di esse; e per andare a discoprirle le Altezze Reali si contentarono di adottare solamente il mio avviso e scegliere la mia proposta, ma non ispesero né vollero spendere in tale impresa se non un milione di maravedì  e a me fu giocoforza mettere il resto”.

Che Colombo avesse contribuito alle spese di viaggio che portarono alla scoperta dell’America con il denaro di banchieri italiani è ben noto. In un documento conservato nell’archivio madrileño del Duca d’Alba, risulta che Giannetti Berardi, fiorentino, agente della Casa dei Medici, il 5 dicembre 1495 dichiarava davanti a un notaio che Colombo gli doveva ancora 180 mila maravedì che lui gli aveva prestato tre anni prima (ossia proprio nel 1492, anno della partenza).

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Secondo lo storico Gaetano Massa, del Centro Studi Americanistici, “[…] dall’esame dei documenti finora a nostra disposizione possiamo concludere che il primo viaggio di Colombo fu portato a compimento con il danaro italiano e con quello amministrato per conto di Papa Innocenzo dalla Santa Hermandad. Alla regina Isabel resta la gloria d’aver voluto quella impresa”. E non a caso, il saggio di Arciniegas è intitolato: “No fue Isabel sino Inocencio”: non fu Isabella, ma Innocenzo.

Ma ci sono anche altre circostanze che avvalorerebbero la tesi di Marino? Vai a pagina 4

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Cyrano de Bergerac

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